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PERCHE’ SI (all’assegnazione dello scudetto 1914/15)

Perchè Sì: Atleti, uomini e soldati (molti dei quali persero la vita nel primo conflitto mondiale) che, con profondo spirito sportivo, su campi impervi avevano vinto il loro girone e dovevano, meritatamente, disputare la finale. Negare loro, che di certo non ricevevano a quel tempo gli onori ed i compensi economici dei giorni nostri, il riconoscimento di un titolo che premia quello sport fatto di sacrifici e passione vera. Il loro unico obiettivo era quello di portare alla città di Roma ed alla S.S. Lazio il primo scudetto. Ancora oggi la Polisportiva Lazio è la più grande d’Europa e tante medaglie ha portato allo sport italiano (i titoli italiani vinti attualmente sono più di 80, quelli individuali sono oltre 600, mentre quelli in categorie minori e nei settori giovanili sono circa 1000). Le medaglie conquistate dagli atleti della Polisportiva in competizioni ufficiali, quali Campionati del Mondo, d’Europa e Giochi Olimpici, sono numerose e 49 sono le medaglie d’oro vinte nel corso di queste manifestazioni sportive internazionali.

La Società Sportiva Lazio, oltre ad essere stata riconosciuta “Ente morale” il 2 giugno 1921 è stata insignita nel corso della sua storia ultracentenaria d’importanti onorificenze a livello nazionale, quali la Stella d’oro al Merito Sportivo nel 1967 ed il Collare d’oro al Merito Sportivo nel 2002 . La S.S. Lazio si ispira ai più alti valori dello sport. I colori, bianco e celeste, rappresentano le olimpiadi dell’era moderna mentre l’Aquila è simbolo dell’Imperatore, dell’Impero e delle Legioni Romane che esportavano cultura e civiltà nel mondo allora conosciuto. Non voglio pensare che tutte queste difficoltà nell’assegnazione del tanto meritato scudetto siano dovute al fatto che proprio perchè si chiama LAZIO ci siano tutti questi indugi e sia chiaro…non deve essere un regalo commiserevole alla Lazio, non ne ha bisogno!!

Proprio quest’anno il Lazio Club Quirinale 1900 si è recato a Bruxelles per celebrare il 117° anniversario della fondazione della S.S. Lazio e commemorare il nostro fondatore Luigi Bigiarelli con una cerimonia che si è tenuta presso la Sala Gotica nella sede del Municipio situato sulla Grand Place. Ebbene anche lì la S.S. Lazio ha conseguito un altro primato come primo club italiano: “la vestizione” del suo simbolo cittadino, il “Manneken-Pis”.

Io non sono più un ragazzo…sono figlio di laziali, quando i miei genitori sono nati il calcio a Roma era solo la Lazio. Essere tifoso della Lazio non è facile ma non voglio dilungarmi su questo, niente piagnisteo a noi non appartiene…chi è tifoso della Lazio sa cosa intendo, ma c’è il rovescio della medaglia perchè credetemi una vittoria, la conquista di un titolo della nostra amata Lazio, ha un valore che solo chi appartiene al popolo laziale può comprendere. E le ingiustizie che subiamo le superiamo con il nostro senso di appartenenza che non ci fa mollare mai. I media non parlano mai di noi (tranne che per dare notizie negative) eppure della nostra amata Lazio tutto ci viene imitato e invidiato, i nostri cori e la nostra MONUMENTALE CURVA NORD con le sue coreografie invidiate e stimate in tutto il mondo. Nella Capitale siamo la società di calcio che ha più titoli, nel 1999 nel Ranking della UEFA viene collocata al primo posto e non ne ha parlato quasi nessuno e, cosa più vergognosa, non lo hanno fatto proprio i giornali romani. Ma nonostante gli anni (tanti) che passano, ancora non riesco a comprendere il perchè di tanta avversione nei confronti di questa Società! E allora vi dico perchè Sì. Ci devono assegnare questo scudetto perchè non vogliamo che si perpetui questa ingiustizia, perchè non dobbiamo permettere che questo accada, perchè non possiamo tradire gli ideali di quegli atleti, uomini e soldati che combatterono con sudore, fatica e poi anche sangue. Devono riconoscere loro ciò che a loro spetta. PERCHE’Sì

P.s. scusatemi se non ho avuto un filo logico, ma ho scritto di getto e con tanta rabbia per l’ennesima ingiustizia che forse dobbiamo ancora subire…speriamo di no!

Ciao popolo Laziale!

   Mario Michelini

   (Razza Laziale)

 

LA LAZIO FA VISITA AL LAZIO CLUB QUIRINALE ALLA CASA DELL’AVIATORE

 

 

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ROMA – 9 Marzo 2017

 

 

Vola l’aquila della Lazio alla Casa dell’Aviatore, storico Circolo Ufficiali dell’Aeronautica Militare, cornice suggestiva di una serata splendida che ha coinvolto circa 200 persone ed una solida rappresentanza della squadra.

L’evento, organizzato interamente dal Lazio Club Quirinale, ha avuto come protagonisti Ciro Immobile e Marco Parolo, disposti a tavola con i soci, il mitico Angelo Peruzzi e gran parte della Dirigenza tra cui Maurizio Manzini, Arturo Diaconale e Simone Inzaghi, arrivato a sorpresa a serata iniziata. Ma da socia, laziale e forse anche un po’ romantica, credo che l’ospite d’eccezione sia stata proprio Olimpia, sorretta da Juan Barnabè, che l’ha accompagnata nel giro tra i tavoli come una vera sposa, posandola sulla spalla di ogni socio che voleva immortalare il momento. Impagabile la gioia dei bambini, muniti di pennarelli, maglie e palloni, che correvano da un tavolo all’altro, cercando l’attenzione dei loro campioni; non da meno quella degli adulti, che si affannavano tra selfie, richieste di autografi e flash pronti per il taglio della torta. Sì, perchè il Lazio Club Quirinale ha pensato proprio a tutto giovedì sera, ottenendo un risultato strepitoso, confermato dalla squadra e dai soci che agognano già il prossimo evento. E’ incredibile quanto, in poco tempo, sia diventato importante il nostro club grazie al carisma del Presidente Raffaele Bracci e del Vice Presidente Gianluca Poggi che sono riusciti a coinvolgere uomini e donne di tutte le fasce d’età. La lazialità che forse negli ultimi anni si era un po’ spenta nei nostri animi è tornata a brillare più di prima. Non rimane che ringraziarli, perché per noi si spendono davvero tanto, e soprattutto lo fanno col cuore. Ora non ci resta che continuare a supportare la prima squadra della Capitale, in attesa della visita a Formello.

W il Lazio Club Quirinale, w la Lazio!

 

Arianna Tirico

 

BRUXELLES: LA LAZIO VESTE IL MANNEKEN-PIS CON LA SUA MAGLIA

La mattina del nove gennaio 2017, una rappresentanza del “Lazio Club Quirinale 1900”, su invito ufficiale della Polisportiva Lazio, si ritrova a Bruxelles per celebrare il 117° anniversario della fondazione della S.S. Lazio con una cerimonia che si terrà presso la Sala Gotica nella sede del Municipio situato sulla Grand Place.

Oggi, nove gennaio, da poco spenti gli echi provenienti da Piazza della Libertà in Roma, è tempo di festeggiare ancora! Il cuore del vecchio Rione Prati, come ogni anno, la sera dell’otto gennaio si riempie di tifosi laziali festanti, pronti ad attendere la mezzanotte in una sorta di capodanno laico a tinte biancocelesti. Una tradizione che si tramanda ormai dalla fine del secolo scorso quando spontaneamente un gruppo di giovani si radunò, la notte dell’otto gennaio 2000, nella piazza che diede i natali alla Lazio, brindando al nuovo secolo che stava nascendo e al centenario della Polisportiva Lazio che ricorreva nello stesso anno del primo Giubileo del nuovo millennio.

Celebrare il compleanno del sodalizio sportivo più antico di Roma è diventato un vanto ed una tradizione che lega le diverse anime del “mondo Lazio” alle radici della nostra città. La Polisportiva rinnova ogni anno questo rituale con iniziative mirate che interpretano in modo autentico i sentimenti e l’essenza delle sue 45 Sezioni Sportive e delle 17 Attività Associate (www.sslazio.org). I 10.000 atleti che le compongono il nove gennaio di ogni anno si ergono a vessilliferi della lazialità fondendo il loro animo sportivo con quello dell’aquilifero, che fiero urla al mondo “Lo sport a Roma si chiama LAZIO”!

Per il suo 117° compleanno, la Polisportiva Lazio quest’anno ha deciso di rendere omaggio alla figura del suo padre fondatore, il bersagliere Luigi Bigiarelli che, insieme ad altri otto giovani pionieri, diede vita il nove gennaio 1900 all’Ideale biancoceleste. La sua vita si divise tra Roma, sua città natale, e Bruxelles, sede delle sue attività commerciali dove morì prematuramente. Le ricerche storiografiche sulle vicende umane e sportive del nostro fondatore, non ultimo il ritrovamento del luogo di sepoltura all’interno del cimitero di Ixelles – dove è stato possibile erigere una stele commemorativa – hanno sancito un forte legame tra la S.S. Lazio e la città belga. Negli ultimi anni è stato consolidato ulteriormente attraverso la conduzione da parte della Polisportiva Lazio della EMCA (European Multisport Club Association, www.multisportclubs.eu) l’associazione, con sede proprio a Bruxelles, che rappresenta le più importanti polisportive europee aderenti al progetto “Erasmus Plus Sport” (www.sportandsupport.eu) della Commissione Europea sull’inclusione sociale nel mondo dello sport. Oggi nove gennaio 2017 questa fattiva collaborazione avrà il suo apice nella cerimonia solenne all’interno del palazzo municipale e nell’ulteriore omaggio che la città di Bruxelles renderà alla Lazio, consentendole, come primo club italiano, la vestizione del suo simbolo cittadino, il Manneken-Pis (letteralmente “bambino che fa la pipì”), tradizione generalmente riservata a Capi di Stato in visita ufficiale e solo in rarissime circostanze ad altre realtà sportive.

L’appuntamento è fissato per le ore 11.00 presso il Municipio di Bruxelles che si affaccia sulla grandiosa e maestosa Grand Place. Ci troviamo in una delle piazze più belle del mondo, riconosciuta dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. La “Casa del Re” e le “Case delle Corporazioni” completano l’assetto architettonico della piazza e ribadiscono, attraverso dettagli di decoro, la vocazione mercantile e commerciale di tutta la città di Bruxelles. Il Municipio, realizzato nella prima metà del XV secolo, con la sua facciata e la torre civica “Inimitabile” è uno degli esempi più suggestivi dell’architettura gotica fiamminga. Sulla parte sommitale della guglia più alta è rappresentata la figura dell’arcangelo San Michele che imbraccia la spada.

Entriamo all’interno della Sala Gotica e in breve tempo il primo oratore, Monsieur Alain Courtois primo Assessore del Municipio di Bruxelles, introduce la cerimonia con la presentazione degli altri rappresentanti delle istituzioni cittadine Madame Karine Lalieux, Assessore ai Beni Culturali e Madame Dominique Dufourny, Sindaco del Municipio di Ixelles. L’intervento dell’Assessore allo sport della Commissione Europea rende merito alla Polisportiva Lazio che, attingendo dal suo patrimonio culturale ed etico, ha saputo interpretare la direzione della EMCA secondo i principi di inclusione sociale e di cooperazione propri dell’Unione e trasferire, aggiungiamo noi, nella capitale d’Europa Bruxelles quella componente umana, tutta italiana, del suo Santo Patrono Benedetto, oggi così duramente colpito dal terremoto in Valnerina. Tra gli ospiti convenuti figurano i rappresentanti dell’Istituto di Cultura Italiana presso il Consolato, il rappresentante dell’Ambasciata Italiana, il delegato allo sport del Governo italiano, il Segretario Generale della FESI (Federation of European Sporting goods Industry), il Segretario Generale e il Vice Presidente del Levski Sofia in rappresentanza delle altre polisportive aderenti alla EMCA. Ultimo, ma non per importanza, un esponente del “Torino Club Bruxelles” che, seguendo il percorso tracciato dall’omologo “Lazio Club Bruxelles Luigi Bigiarelli”, avrà l’onore di vestire, come seconda realtà sportiva italiana, la statua del Manneken-Pis il prossimo 4 maggio, giorno della ricorrenza della “tragedia di Superga”, il cui disastro aereo seppellì non solo la squadra del “Grande Torino” ma anche una parte dei vagiti di rinascita dell’Italia del secondo dopoguerra. L’ideale passaggio di testimone dalla Lazio al Torino tesse il filo sottile della tradizione sportiva italiana che affonda le sue radici nei principi nobili e universali delle Olimpiadi, di cui Bigiarelli e la Lazio furono tra i primi, nella Capitale e in Italia, a coglierne il verbo e l’insegnamento nella secolare contaminazione tra le culture classiche di Atene e Roma.

Le parole del Dott. Federico Eichberg, Presidente Vicario della Lazio Generale, risuonano curiali all’interno della Sala Gotica sul significato profondo della “LAZIALITA’”, neologismo intriso dell’amore profondo per i colori biancocelesti e la sua storia. Il suo intervento ripercorre le tappe fondamentali del fondatore Luigi Bigiarelli, il suo trasferimento nella città di Bruxelles e i luoghi che ne segnarono la sua permanenza, come l’indirizzo di “Rue de St. Catherine n.6” da dove continuò le sue attività commerciali e le competizioni sportive, gareggiando sempre con la maglia della Lazio, portata con sé direttamente da Roma. Un legame profondo e duraturo tra la città di Bruxelles e la Lazio che, per volontà e dedizione del Dott. Federico Eichberg, rinnova ogni anno il suo apprezzamento e il suo sentimento di gratitudine alle istituzioni della capitale belga. Nel discorso di chiusura trova spazio il suo ringraziamento vivo ed autentico per tutto il “Lazio Club Bruxelles” intitolato alla memoria del fondatore Luigi Bigiarelli e vera roccaforte della lazialità in terra fiamminga. La cerimonia all’interno del Municipio si conclude con la consegna della divisa ufficiale da gioco da parte del team manager della Lazio calcio Maurizio Manzini al Presidente dell’Ordine del Manneken-Pis, con la quale vestirà con il “Costume n.963” la statua del “bambino che fa la pipì”.

Il brindisi finale fa da preludio ad un manifestazione spontanea che sfilerà dalla Grand Place per le vie di Bruxelles fino alla statua del Manneken-Pis. La banda musicale, chiamata per l’occasione, suona una marcia trionfale che riecheggia all’interno della Sala Gotica invitando tutti gli astanti a seguirla festosamente. Apre il corteo lo stendardo del “Lazio Club Bruxelles” con l’effige di Bigiarelli bersagliere stampata sopra, issato al cielo con malcelato orgoglio dagli alfieri dello stesso club. Ci piace immaginare, solo per un attimo, di rivedere in loro la guida del nostro fondatore che indica la via per una storia lunga 117 anni, con la banda musicale che suona idealmente come la fanfara dei bersaglieri. Tra la curiosità e lo stupore dei turisti fuori stagione, dal corteo si alzano forti i cori per la Lazio. Rimbombano nei vicoli stretti dell’area pedonale del centro di Bruxelles e si fanno ancora più forti davanti alla statua del Manneken-Pis vestita di biancoceleste. La banda musicale ha smesso di suonare e lascia il posto alla tastiera elettronica di un tifoso-artista di strada che in sequenza intona gli inni della Lazio. L’eccitazione è tale da rendere innocua la tenue pioggia che cade e che mescola le sue gocce con il getto “d’acqua benedetta” che fuoriesce dalla statua del bambino che fa la pipi’. Negli occhi di Federico Eichberg e dei componenti del “Lazio Club Bruxelles” traspare l’orgoglio per aver portato a compimento la loro missione vestendo il cielo ingrigito di Bruxelles con i colori naturali del bianco e celeste. La maglia che copre il Manneken-Pis non è un semplice pezzo di stoffa ma rappresenta una storia centenaria che unisce intere generazioni. La compostezza e la solennità della cerimonia del Municipio sono ormai dissolte e lasciano spazio all’euforia e al malto che esce dalla cannella della statua, come le fontane dei Castelli Romani che danno vino durante la vendemmia autunnale. Un bicchiere di ambrata birra belga levato al cielo di Bruxelles unge le gole che cantano il sentimento dei “Giardini di Marzo” di Lucio Battisti dove …. ”In fondo all’anima cieli immensi, immenso amore, e poi ancora, ancora amore, amor per te”…. La commozione si fonde al senso di appartenenza alla più grande polisportiva d’Europa e ci stringe tutti nell’ennesimo abbraccio fatale.

Non può mancare, secondo lo stile e lo spirito della Lazio, eretta con decreto regio in Ente Morale nel 1921, un momento di raccoglimento e di riflessione che si tiene all’interno della cattedrale di St. Catherine, luogo caro allo stesso Luigi Bigiarelli. La Lazio non sarebbe stata cosi longeva e non sarebbe diventata la polisportiva più grande d’Europa se non fosse stata animata da puri sentimenti d’amore che, attraverso comportamenti solidali e virtuosi, hanno rappresentato la giusta alchimia per superare i momenti di difficoltà, forse troppi, della nostra storia.

L’omaggio finale delle celebrazioni odierne è rivolto unicamente al nostro fondatore Luigi Bigiarelli. Le sue spoglie immortali riposano in eterno nel cimitero monumentale di Ixelles, dove una stele in marmo bianco indica il luogo di sepoltura. Una processione spontanea di persone rende onore alla sua tomba che dalla collinetta su cui è fissata domina una parte di città volgendo, nel cielo plumbeo, lo sguardo all’orizzonte che sfuma verso il chiarore di un tramonto ormai imminente. Si alza un vento gelido che sferza il nostro viso quando ancora una pioggerellina fine cade costante. E’ il momento di tornare indietro. Un ultimo sguardo alla stele e un saluto ideale di commiato a chi ha permesso tutto questo. La strada del ritorno è ormai segnata!

Ma la giornata per noi del “Lazio Club Quirinale 1900” non è ancora terminata. E’ fissato un altro evento, questa volta conviviale, con gli amici del “Lazio Club Bruxelles”. Ci ritroviamo in una pizzeria nel quartiere delle Istituzioni Europee, che proprio oggi nove Gennaio, hanno ripreso a pieno regime la loro attività. La serata è piacevole, trascorre veloce scambiandoci opinioni e impressioni della giornata appena trascorsa. Ci fa un gran piacere sapere che una squadra di calcio sia la “scusa domenicale” per far incontrare i nostri amici in terra straniera. E’ la risposta più vera ai laconici commenti sulla stupidità nel seguire una squadra di calcio.  Ed è per lo stesso motivo che anche noi, partendo da Roma alle sei del mattino, siamo qui con loro a passare una splendida serata. E tutto questo grazie alla Lazio, perché “La Lazio è de più”, perché la Lazio è uno stile di vita…

Buon compleanno mia cara Lazio, buon compleanno fratelli laziali ovunque voi siate!

Matteo Mastrella

Presentazione del libro: LO SCUDETTO SPEZZATO

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Questo libro nasce e prende forma nell’estate 2016, qualche giro d’orologio prima delle ormai famose e tristi 3,36 del 24 agosto, a pochi km da Amatrice, nella località di Preta. Curiosamente in questa opera si intrecciano fattori comuni che hanno contribuito alla sua stessa stesura, concepita prima del dramma che ha spazzato via per sempre vite e porzioni di terra scolari. Questo è il racconto di un fatto sportivo, fermato sul più bello dalla Grande Guerra che ha visto piangere l’Italia per i caduti di ogni località del nostro paese, come per i caduti originari di Amatrice.

Lo Scudetto Spezzato” l’avevo pensato nel luogo delle mie vacanze estive che fin dall’infanzia mi hanno visto crescere a ridosso degli adorati Monti della Laga e dopo che il “mostro” ha deciso di far visita a quella terra e non uscirne più (al momento) ho pensato alla fine di ottobre di completarlo e pubblicarlo, dedicandolo alla memoria di chi ha visto la propria vita cancellata da fattori indipendenti alla natura dell’uomo: la guerra e il terremoto. Chi si è soffermato qualche volta sotto la torre Civica di Amatrice, che oggi non c’è quasi più, sicuramente è rimasto per qualche istante colpito dalla grande lapide posta al di sotto dell’orologio, ancora fermo alle 3:36 di quella maledetta notte.

Una lapide dedicata ai caduti della Grande Guerra. Un conflitto che colse di sorpresa anche la gente temprata e forte di quelle montagne. L’esercito italiano mobilitò circa 5.000.000 di uomini, come i “footballers” simboli di Lazio e Genoa, Giorgio Bompiani e Luigi Ferraris, cosi’ come la zona montana che va da Antrodoco ad Amatrice vide parte dei suoi abitanti partire per il fronte, perché li’ non doveva passare lo straniero. “Lo Scudetto Spezzato” è un libro dedicato ai caduti sportivi della Grande Guerra, senza colori e senza distinzioni, che nel Campionato 1914/1915 furono privati dell’emozione di disputare la finale di quella competizione perché il fronte li aveva chiamati a combattere su altri campi ben più duri di quelli battuti nelle arene del football. Al termine della guerra fu decretato un vincitore, ma forse sarebbe stato meglio premiare anche “chi” da quella vicenda usci’ privata di uomini, strutture e chances sportive già conquistate. Altro fattore di collegamento fu la figura di Romolo Capranica, il primo amatriciano a perire in guerra, a cui il Comune di Amatrice ha voluto dedicare la nuova scuola sorta dopo poche settimane dal terremoto e divenuta simbolo della ricostruzione per volere del sindaco Sergio Pirozzi. Non poteva mancare il cuore ultracentenario della Lazio che, nella figura del suo presidente con origini amatriciane, ha deciso di portare fin lassù la rosa al completo, i suoi dirigenti ed i suoi dipendenti a rendere omaggio a chi ha perso tutto o quasi. Inoltre la squadra ha posato per la foto ufficiale del Campionato 2016/2017 scegliendo come sfondo la scuola della rinascita di Amatrice e devolvendo al Comune il ricavato dell’iniziativa. Anche la città di Genova non ha voluto esimersi dal dare il suo contributo alla causa amatriciana. Infatti parte dell’incasso di entrambi i derby della Lanterna, stagione 2016/2017, saranno devoluti dai due club liguri alle popolazioni colpite dal terremoto. Lo scudetto spezzato simboleggia cosi’ lo scudetto rigenerato dal grande cuore del popolo italiano.

Emiliano Foglia

COMMEMORAZIONE CADUTI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE 4 NOVEMBRE 2016

Il 30 luglio 1915 a Castelnuovo di Sagrado (Gorizia) fa un caldo asfissiante. Il sole è alto sul fronte di guerra austro-ungarico e i soldati, in un’attesa snervante, rimangono acquattati all’interno delle loro trincee. Il ronzio delle mosche si mescola al gioco di luci ed ombre e accompagna qualche sporadico gemito proveniente dalla linea nemica. Il sesto reggimento dei bersaglieri è interamente schierato a difesa della posizione italiana nella zona dell’Isonzo, con la quinta compagnia di comando pronta ad entrare in azione su ordine del tenente Giorgio Bompiani. E’ necessario riguadagnare le posizioni perdute e porre fine all’arretramento inferto con le disfatte delle precedenti battaglie. Il tenente Bompiani ordina l’attacco e alla testa di un manipolo di bersaglieri si getta verso le linee avversarie, esposto, come tutti, al violento fuoco della fucileria e delle mitragliatrici austriache. Una luce abbacinante divampa dalla trincea nemica e anticipa di qualche brevissimo istante il sibilo di una pallottola che lo ferisce mortalmente. Il tenente Giorgio Bompiani cade a terra e gli ultimi spasmi sono il preludio di una morte ormai certa. Un rivolo di sangue fuoriesce dalla bocca e bagna il terreno arido e polveroso. La vita del tenente Bompiani, come purtroppo quella di molti altri soldati italiani, termina qui quando ancora non sa che il suo sacrificio non sarà vano e le vittorie italiane riportate sul Piave nell’ottobre del 1918 determineranno la fine delle ostilità con l’entrata in vigore, il quattro novembre dello stesso anno, dell’armistizio di Villa Giusti. Il tenente Bompiani non sa che dall’anno seguente, a suggello della vittoria italiana nella Prima Guerra mondiale, il “IV Novembre” sarà istituita la “Giornata dell’Unità Nazionale” e la festa delle Forze Armate. Il bersagliere Bompiani, erede anche lui dell’Ideale di un altro bersagliere, Luigi Bigiarelli, non sa e non può sapere che oggi, a 101 anni di distanza, la famiglia della S.S. Lazio renderà onore alla sua tomba al cimitero monumentale del Verano, scegliendo lui come simbolo di tutti i caduti della Polisportiva biancoceleste nel primo evento bellico mondiale. Il calciatore Bompiani, già protagonista della leggendaria vittoria delle “tre partite in un giorno” nel giugno del 1908, e probabilmente nella rosa della squadra all’alba della stagione 1914/1915, non sa e non può sapere che forse finalmente sarà fregiato con il titolo di Campione d’Italia 1914/15. Lo merita, come lo meritano tutti i calciatori della Lazio partiti per il fronte e mai più tornati indietro per concludere quella trionfale stagione calcistica che solo un evento tragico come la guerra ha interrotto.

Lazio Campione d’Italia 1914/1915 per la S.S. Lazio e la sua storia, per gli atleti caduti in guerra, per la Verità.

Oggi quattro novembre 2016, su iniziativa dell’Avv. Gianluca Mignogna, già promotore della petizione per la richiesta dell’assegnazione ex-aequo del titolo di Campione d’Italia 1914/1915 alla S.S. Lazio, ha luogo la commemorazione di tutti i caduti della Polisportiva Lazio presso il cimitero monumentale del Verano in Roma.

I banchi dei fiori che costeggiano le mura di cinta del più celebre dei cimiteri romani ancora espongono le corolle più belle per omaggiare i defunti nella ricorrenza appena occorsa. E’ un trionfo di colori, dal giallo delle margherite, al viola dei crisantemi al tenue bianco e fucsia delle orchidee dallo stelo filiforme. Questa distesa di fiori restituisce allo sguardo la piacevole sensazione di pacificazione interiore, persa nell’intricato dedalo delle frenesie quotidiane ancor più ingrigite dal cemento della nostra città. Un nucleo di persone staziona davanti all’ingresso principale che si apre sull’omonimo Piazzale del Verano, pronto, in religioso silenzio, a recarsi in processione verso la tomba di Goffredo Mameli, il simbolo più autentico del patriottismo italiano. Le note dell’inno d’Italia da lui scritto rimbalzano nell’etere e impongono alla colonna umana di fermarsi davanti alla sua tomba per omaggiare in un gesto simbolico tutti i caduti per amor di patria. A questa schiera appartengono a pieno titolo molti atleti della Polisportiva Lazio che, partendo per il fronte, lasciarono incompiuta, in molti casi in modo definitivo, la loro attività sportiva. Molti di essi non fecero mai ritorno, lasciando per sempre in custodia alle acque del Piave i loro sogni giovanili, covati sulle sponde del Tevere in una fredda giornata del gennaio 1900. Il loro estremo sacrificio ha tracciato la via lungo la quale oggi la delegazione biancoceleste, guidata dal Presidente della Lazio Generale dott. Antonio Buccioni, intende proseguire nel ricordo con la commemorazione ai caduti della Grande Guerra . Viene disteso un lungo striscione celebrativo e deposta una corona di fiori a ricordo indelebile del loro sacrificio e del loro coraggio. La cerimonia sobria e pacata si conclude sulle note del silenzio quando le prime gocce di pioggia cominciano a scendere. Ci piace pensare che nel ciclo delle acque vi sia un rimescolamento delle stesse che partendo dal cielo arrivino in terra, dal Tevere al mare e con un processo osmotico risalgano la corrente del Piave e facciano giungere la nostra profonda gratitudine a chi ha immolato la propria vita per un ideale di libertà.

Perché ancora possono sentirci, perché “chi muore per la patria, non muore mai”!

 

Matteo Mastrella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LAZIO CLUB QUIRINALE E PETER PAN A CASTEL PORZIANO

Il giorno 24 Settembre 2016 si è svolto l’evento di beneficenza a favore dell’Associazione “Peter Pan Onlus” organizzato dal Lazio Club Quirinale, in particolare dal Presidente del club, Raffaele Bracci e dal Vicepresidente, Gianluca Poggi.

Il Lazio Club, fin dalla sua nascita, si è prefissato di organizzare attività di svago, di interesse per il mondo calcistico e non solo. Grazie all’unità e all’interesse di tutti i soci sono stati organizzati un paio di eventi benefici l’anno a favore di associazioni che si occupano di casi e situazioni di persone meno fortunate.

Questo pomeriggio è stato organizzato per ricordare che oltre al divertimento e allo svago ci sono persone che lottano ogni giorno contro problemi che a volte sfuggono al controllo e al raziocinio di ognuno di noi.

L’associazione “Peter Pan” nasce dall’iniziativa di un gruppo di genitori con figli malati oncologici, con l’intento di offrire ad altre famiglie un aiuto concreto nell’affrontare la dura esperienza della malattia. La parola “oncologia” legata a “bambino” fa sempre rabbrividire: proprio per questo il cuore di tutti i soci non può voltare le spalle a tali situazioni, e il nostro contributo si riesce a far sentire, grazie anche alla quasi onnipresenza del Consiglio Direttivo e di chi ha possibilità di partecipare a questi eventi benefici.

L’evento si è svolto nella favolosa tenuta presidenziale di Castelporziano, riserva naturale dal 1999 alle porte di Roma. L’imponente entrata costituita da un cancello sontuoso, conforme al tenore della proprietà, consente l’accesso ad un lungo viale di circa 3 km che, attraversando una pineta di alti alberi secolari, per un’estensione di circa seimila ettari, conduce al nucleo principale del “Castello” e ad altri fabbricati secondari.

Entrati nel piccolo teatro della tenuta, l’ambiente già preludeva la presenza di importanti ed interessanti artisti che, con una scaletta ben delineata, tale da alternare momenti di fragorose risate ad altri di riflessione, hanno fatto trascorrere agli ospiti un paio di ore molto piacevoli.

Si sono succeduti artisti di grande fama, anche internazionale:

  • il poeta Guido De Paolis, una sua poesia dedicata a San Francesco è incisa su ceramica e appesa nella Basilica di Assisi.
  • l’incredibile imitatore Guglielmo Marconi, presente in vari noti programmi televisivi e che presto vedremo nuovamente a teatro.
  • l’indimenticabile Tony Malco, autore ufficiale dell’inno della Lazio e non solo, avendo inciso numerosi album di cui orgogliosamente va fiero.
  • il tenore di fama internazionale Edoardo Guarnera, debuttante all’Opera di Roma, cantante nei migliori teatri del mondo e partecipe nella composizione di Cent’anni insieme, per festeggiare i cento anni di storia della Lazio.
  • il simpaticissimo comico Marco Tana, presente in numerosi locali della Capitale con strepitosi spettacoli di cabaret.

I momenti di allegria non sono mancati, anche grazie alle “punzecchiate” di qualche artista romanista che ha saputo fare dell’autoironia ma anche prendere in giro la maggior parte dei presenti con qualche battuta sulla squadra laziale; tuttavia, il rispetto e la sportività hanno caratterizzato l’intero pomeriggio, con il fine comune di donare all’Associazione Peter Pan la somma di millecinquecento euro, grazie ai contributi dei soci del Club del Quirinale.

Ma il divertimento e la riflessione non sono stati gli unici input della giornata. Prima di passare al colmo buffet offertoci abbiamo partecipato all’interessante intervento di Francesco Bracci, sedicenne crocerossino volontario. Grazie alla sua dimostrazione siamo usciti dalla platea del teatro con qualche importante nozione da utilizzare in situazioni di emergenza: come eseguire un massaggio cardiaco ad una persona incosciente e le manovre di disostruzione delle vie aeree.

Divertimento e responsabilità rappresentano le due facce della stessa medaglia che costituiscono il cuore e il valore del Lazio Club Quirinale.

Maria Vittoria Montagna

 

EVENTO BENEFICO DI CASTEL PORZIANO – SABATO 24 SETTEMBRE 2016

 

Il Lazio Club Quirinale 1900 risponde ancora una volta “presente!” all’appello alla solidarietà. Ne ha dato ampia dimostrazione organizzando – primo in ambito Presidenza della Repubblica – una raccolta di fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto che ha devastato parte del Lazio orientale e alcune zone delle Regioni limitrofe (Marche, Abruzzo e Umbria).

La raccolta dei fondi pro-terremotati è stato il degno prologo all’evento benefico (deciso nella riunione del CD del nostro Club tenutasi il 7 luglio u.s.), organizzato in favore dell’Associazione Onlus “Peter Pan” di Roma, e celebrato sabato 24 settembre nel piccolo ma accogliente teatro della Tenuta presidenziale di Castelporziano, discreta e suggestiva location dipinta nella natura.

Le nostre parole non sono adatte a spiegare le emozioni provate dai partecipanti all’evento che sono entrati nella Tenuta di Castelporziano per la prima volta; le stesse emozioni che ogni volta provano i colleghi inviati per lavoro a Castelporziano! Purtroppo, non ci è stato possibile bere più a lungo da quella splendida fonte! Ah, tempo, grande medico ma perfido tiranno!

Dopo rapidi saluti e piacevoli conversari nel Cortile del Castello, siamo entrati in Teatro, accolti dal Vice presidente del Club Gianluca Poggi in veste di “primo presentatore” (talvolta coadiuvato sul palco dal Presidente del Club, Raffaele Bracci).

Gianluca ha esordito spiegando le finalità dell’evento benefico: l’elargizione di un contributo all’Associazione Onlus “Peter Pan” di Roma, fondata nel 1994 da un gruppo di genitori di bambini malati di cancro,  per sostenere soprattutto altre famiglie di piccoli pazienti costretti a trasferirsi a Roma per curarsi. Nel 2004 l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì all’Associazione la Medaglia d’Oro per meriti nella Sanità Pubblica.

Dopo questa breve introduzione, Gianluca ha chiamato sul palco il collega – e poeta – Guido De Paolis che, pur essendo tifoso giallorosso, aveva entusiasticamente aderito all’invito a partecipare all’evento. Guido De Paolis ha scritto il superbo libro di poesie “Noi dentro di noi”, ed è una sua realizzazione anche la poesia su San Francesco, “incisa” su legno e ceramica, ed esposta nel convento della Basilica di Assisi.

Guido non si è sottratto all’affettuosa schermaglia sul palco col nostro Vice presidente, e ha poi recitato una poesia sull’archetipo della madre; la poesia ben si adattava all’evento, illustrando la “sfera della vita” della madre, pronta a tutto dare e a poco chiedere. Il pubblico l’ha salutata con un caloroso applauso, attestato della semplicità personale e della capacità espressiva e di condivisone promananti da Guido.

Subito dopo, è salito sul palco il Presidente del nostro Club Raffaele Bracci, il quale ha ribadito le finalità dell’evento benefico che, oltre al contributo in favore dell’Associazione “Peter Pan”, trattava anche di nozioni di primo soccorso impartite dalla Croce Rossa. Per illustrare l’argomento, Raffaele Bracci ha chiamato sul palco il figlio Francesco, Istruttore della Croce Rossa, che ha risposto a una breve intervista sulle sue competenze in materia di primo soccorso, delle quali avrebbe dato dimostrazione poco prima della fine dello spettacolo.

Gianluca Poggi ha dipoi introdotto il cantante e autore Tony Malco che, dopo aver risposto al saluto e a una breve presentazione, ha eseguito due brani: “Ehi” e “La voce del silenzio” (quest’ultimo brano, composto da Mogol, Paolo Limiti ed Ezio Isola, fu cantato nel Festival di Sanremo 1968 da Tony del Monaco e Dionne Warwick).

Lo spettacolo è continuato con l’ingresso sul palco del comico-cantante-attore romano (e, purtroppo, romanista!) Gabriele Marconi, che si è esibito in una decina di imitazioni: Antonio Lubrano – pare sia un suo cavallo di battaglia – Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, Bruno Vespa, Luca Giurato, Francesco Totti e Papa Francesco… Senz’altro notevole, a nostro modesto parere, è stata la recita della poesia “ ‘A livella”, composta dal grande Totò; perbacco, e anche perdinci, eziandìo: sembrava proprio lui! Sia come timbro di voce, sia come lingua parlata (quel napoletano che, soltanto ai tempi di Cola di Rienzo, era strettamente imparentato col nostro romanesco, definito a pieno titolo “dialetto meridionale”; poi, si sa, nei secoli XV e XVI a Roma c’erano tanti pellegrini e – soprattutto – tanti mercanti fiorentini, che il loro “vernacolo toscano infusero in bocca romana…”).

L’esibizione di Gabriele Marconi ha fatto da apripista a quella del Maestro Edoardo Guarnera, tenore romano discendente da una famiglia di musicisti (e presentato da Gianluca Poggi come tifoso laziale).

Edoardo non ha potuto trattenersi molto, essendo atteso in Rai per una registrazione; ma ci ha offerto due saggi della propria arte, cantando un brano “classico popolare”, ispirato alla canzone napoletana, “Caruso” (Lucio Dalla, che grande laziale saresti stato, se avessi tifato per noi!), e la romanza “Nessun dorma” (non ci sono riferimenti alla difesa della Lazio!) della Turandot di Giacomo Puccini.

Dopo una breve presentazione, Gianluca Poggi ha chiamato sul palco Raffaele Bracci e la Rappresentante della Associazione Onlus “Peter Pan” la quale, a sua volta, ne ha brevemente raccontato la storia e spiegato le attività. La signora ha poi ricevuto dalle mani dei Soci Matteo Mastrella e Francesco Bracci l’assegno simbolico della nostra offerta (che, lo ricordiamo, ammontava a millecinquecento euro).

Dopo due minuti, ha fatto irruzione sulla scena il cabarettista romano Marco Tana, urlando: “Stop!” “Stop!” e, avvicinatosi al palco senza salirvi, ha improvvisato a braccio un esilarante sketch nel quale ha mescolato la famiglia tradizionale (dove imperavano i nonni), la famiglia moderna e le diavolerie tecnologiche (con particolare riferimento agli smartphone che si usano “touch screen” e quindi, a furia di strofinarci le dita – per rispondere a una chiamata, per esempio – sporchi il display e non ottieni niente).

L’intervento di Marco Tana ha preceduto il secondo di Guido De Paolis, che ha recitato una poesia sul tema del borgo natio      (Guido, per esempio, è nato e risiede a San Vito Romano). Al termine della declamazione, il pubblico gli ha tributato un applauso che, secondo noi, ha superato in intensità quello che gli era stato tributato dopo la recita della poesia precedente.

Lo spettacolo volgeva al termine. Gianluca Poggi ha chiamato sul palco Raffaele Bracci, e gli ospiti per i ringraziamenti. Come detto, mancava Edoardo Guarnera, impegnato con la Rai. Tony Malco, simpaticamente boicottato dai fonici (che non si decidevano a far suonare la “base” giusta), ha poi eseguito l’inno “Vola Lazio vola”, applaudito a scena aperta dal pubblico presente.

Ultimo, ma non per importanza, l’intervento di Francesco Bracci sulle tecniche di primo soccorso insegnate dalla Croce Rossa. Francesco ha fornito un’esauriente spiegazione delle tecniche in parola (precisando, inoltre, che il numero telefonico 112 è stato determinato come numero unico di emergenza in occasione del Giubileo di Papa Francesco), dopodiché – coadiuvato da Matteo Mastrella – ha eseguito la dimostrazione, servendosi anche di un manichino  appositamente preparato.

A fine spettacolo, ci siamo ritrovati tutti nel Cortile del Castello, per un piccolo rinfresco, e un beneaugurante “Arrivederci a Castelporziano” che, speriamo, sia location per altri eventi organizzati dal nostro Club.

Approfittiamo di questa chiusa per ringraziare chi ha reso possibile lo svolgimento del riuscitissimo evento, con particolare riguardo per il Dottor Flavio Salvadori, Vice Segretario Generale Amministrativo, il Dottor Luigi Delli Paoli – fervente laziale – Capo del Servizio tenuta e giardini, il Dottor Guarra, Capo del Servizio Intendenza, e tutto il suo staff, il Dottor Daniele Cecca, Responsabile della Direzione tecnico-agraria della Tenuta. Non ultimi, ringraziamo anche i Carabinieri in servizio presso “Porta Principale” (così ci piace definire l’entrata sulla Via Cristoforo Colombo) della Tenuta presidenziale di Castelporziano

Ci sia infine concesso di salutare tutti i Soci del Lazio Club Quirinale 1900, che invitiamo a prepararsi per intervenire numerosi al prossimo evento che si svolgerà sabato 26 novembre 2016. D’accordo, l’evento deve ancora essere organizzato, ma noi laziali diamo sempre prova di affidabilità e partecipazione anche e soprattutto precorrendo i tempi, come è avvenuto – siamo fieri di ribadirlo –  in occasione della raccolta di fondi per le popolazioni colpite dal terremoto.

 

F O R Z A  L A Z I O!

 

VIVA IL LAZIO CLUB QUIRINALE 1900!

 

Marco Bindi

LAZIALI IN VISITA AL PALAZZO DEL QUIRINALE

VISITA AL PALAZZO DEL QUIRINALE

Lunedi’ 13 giugno 2016, giorno di Sant’Antonio da Padova, nel Piazzale del Quirinale, alle ore 10.30 si sono puntualmente presentati, come un orologio svizzero, il Capitano Pino Wilson, Giancarlo Oddi, Felice Pulici, Toni Malco, Vincenzo il giornalista, Maria, Daniela, Paola, Tiziana e altri amici per onorare, finalmente, l’impegno assunto nei nostri confronti dal “Lazio Club Quirinale 1900 di poter visitare lo storico Palazzo del Quirinale, attuale residenza ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana.

Il Palazzo del Quirinale, ubicato sul medesimo Colle, il piu’ alto dei Colli Romani, residenza stabile dei Papi (ha ospitato 30 Papi) da Papa Gregorio XIII fino a Papa Pio IX, dopo il 1870, quando Roma venne conquistata dal Regno d’Italia, divenne il Palazzo Reale dei Re d’Italia e con la proclamazione della Repubblica Italiana – referendum del 2 giugno 1946 – sede definitiva del Presidente della Repubblica Italiana.

L’entrata nel Palazzo dal Portone principale crea in tutti noi un momento di grande emozione, a partire dal saluto delle Guardie nella garitta esterna e all’impatto con il Corazziere posto all’interno dell’edificio per la sua imponenza ed eleganza.

Ad attenderci all’ingresso del Palazzo il Vice Segretario Generale della Presidenza della Repubblica Dott. Flavio Salvadori, il Presidente del Lazio Club Quirinale 1900 Raffaele, il Vice Presidente Gianluca , con la consorte Alessandra in elegante divisa di ordinanza, che sara’ la nostra guida nella visita delle varie sale distribuite su una superfice di ben 110.000 mq.

Espletate le formalita’ di ingresso al Palazzo, la nostra guida Alessandra ci informa che la visita delle varie sale avra’ una durata ridotta a sole 2 ore, anziche’ delle 4 necessarie, in quanto alcuni dei presenti hanno degli inderogabili impegni lavorativi.

Si inizia, quindi, questo bellissimo percorso a partire dal maestoso Cortile d’Onore posto alla nostra sinistra, che spesso abbiamo visto in televisione in occasione dell’arrivo dei vari Presidenti della Repubblica e personalita’ di Stato importanti, attorno al quale sí sviluppa tutto il corpo centrale del Palazzo con le sue 1.200 stanze.

Dopo aver visitato al Piano Terra i diversi locali dove sono ben conservati i vari servizi da tavola usati per i grandi ricevimenti, affrontiamo i primi gradini dello Scalone d’Onore, di proporzioni monumentali, costruito su un sistema a doppia rampa, che dal lato destro ci conduce nella Sala dei Corazzieri, la piu’ grande dell’intero Palazzo, dove hanno luogo le pubbliche udienze e le premiazioni ufficiali da parte del Presidente della Repubblica.

La Sala dei Corazzieri fu fatta costruire da Papa Paolo V, nei primi anni del XVII secolo, dove si conserva ancora il soffitto a cassettoni e la pavimentazione marmorea che riproduce lo stesso disegno geometrico del soffitto. Del seicento e’ anche il portale che introduce alla Cappella Paolina, che ha le stesse misure e caratteristiche della Cappella Sistina in Vaticano, dove si sono tenuti alcuni Conclavi e vennero celebrate nel 1930 le nozze di Umberto II con la Principessa Maria Jose’ del Belgio.

Proseguendo nel percorso ci troviamo nella Prima Sala di Rappresentanza e dopo aver attraversato alcune sale, tra cui la sala del Balcone realizzato da Gian Lorenzo Bernini, siamo entrati nella Sala Gialla, nella Sala di Augusto e in quella degli Ambasciatori dove nel pavimento nel periodo napoleonico e’ stato inserito un bellissimo mosaico proveniente da Villa D’Este di Tivoli.

Proseguendo nel percorso, possiamo ammirare la celebre Scala Elicoidale del Mascarino, caratterizzata da coppie di colonne in travertino, che consentiva l’accesso agli appartamenti dei Pontefici raggiungibili anche direttamente con il cavallo data la bassa ripidita’ dei vari gradoni.

Si passa poi per la Loggia d’Onore e per la Sala del Bronzino, utilizzata quest’ultima quale luogo d’incontro tra il Presidente della Repubblica e i Capi di Stato ospiti provenienti dall’attigua Loggia d’Onore il cui ambiente fu rinnovato in occasione della visita di Adolf Hitler nel 1938, per ritrovarci poi nello Studio del Presidente dove vengono tenuti gli incontri ufficiali con i Segretari di Partito durante le consultazioni per la formazione del Governo. A seguire si passa nella Sala degli Arazzi di Lille e nella Biblioteca del Piffetti, proveniente dalla Villa della Regina Anna d’Orleans nei pressi di Torino, trasportata poi al Palazzo del Quirinale per volonta’ del Re Umberto I e dalla Regina Margherita.

Giunti quasi al termine di questa stupenda visita, si transita per la Sala dello Zodiaco, creata durante il periodo sabaudo, dove e’ conservato il fregio in bassorilievo raffigurante il trionfo di Giulio Cesare la cui testa e’ pero’ sostituita con quella di Napoleone Bonaparte.

La penultima Sala da visitare e’ quella degli Specchi, riservata ad ospitare alcune udienze del Capo dello Stato ed in particolare per il Giuramento dei Membri della Corte Costituzionale. Per ultimo ci soffermiamo ad ammirare il Salone delle Feste, che rappresenta il secondo ambiente piu’ grande e solenne del Quirinale, dove sí svolge il Giuramento dei Ministri del nuovo Governo e si tengono i pranzi ufficiali per un numero massimo di 200 persone circa. Al centro della volta del Salone si puo’ ammirare il Trionfo dell’Italia, mentre sul lato minore dello stesso, verso lo Scalone d’Onore, si nota sia il Palco stabile per l’orchestra, destinato al tempo sabaudo ai musicisti durante i balli di corte, sia il pavimento coperto totalmente da un’unico tappeto che sí estende per circa 300 mq (il piu’ grande d’Europa).

In questo enorme Salone abbiamo voluto imitare la Cerimonia di Giuramento riservata ai Ministri del nuovo Governo, nominando e facendo giurare i Ministri del nostro piccolo Governo, i cui nominativi e relativi incarichi sono in appresso riportati, delegando per le varie chiamate la nostra guida, la brava e capace Alessandra, alla presenza di tutto il nostro parentado, come da tradizione, che ha gradito le varie nomine manifestatosi con un caloroso e prolungato applauso:

  • Primo Ministro: Giuseppe WILSON;
  • Ministro dell’Agricoltura e Sviluppo Economico: Giancarlo ODDI;
  • Ministro dell’Arte e Cultura: Tony MALCO;
  • Ministro dello Sport; Felice PULICI.

In modo rispettoso ho ritenuto concludere questo percorso incorniciando la visita effettuata nella straordinaria Cappella privata dell’Annunziata, con affreschi del maestro bolognese Guido Reni dei quali uno raffigurante l’Annunciazione con la Madonna che cuce. Straordinario.

E’ terminata la nostra mattinata e ci incamminiamo verso l’uscita del Palazzo felici e soddisfatti per aver trascorso momenti bellissimi ed emozionanti, diversi dalla solita routine di tutti i giorni. Una bella esperienza che difficilmente scorderemo.

Nel ringraziare tutti quanti per la giornata trascorsa, all’insegna dell’amicizia e del rispetto reciproco, anche a nome dei miei compagni di squadra e rispettive mogli, grati per quel bellissimo rapporto che, da sempre, abbiamo cercato di mantenere con i nostri fedelissimi tifosi ed in particolare con il Lazio Club Quirinale 1900, uno tra i pochissimi Lazio Club al momento ancora esistenti, che ci ha permesso di ritrovarci insieme per trascorrere un momento unico, da ripetersi se possibile al piu’ presto, onde completare la visita odierna per ammirare i Giardini e il Torrino del Palazzo con la sua splendida vista sulla Capitale.

Grazie ancora.

Un fortissimo abbraccio a tutti.

Felice Pulici

 

 

20 MARZO 1983, PERUGIA – LAZIO, ENRICO VELLA “UNO DI NOI”

EnricoVella1E' il 90°! Una Lazio deludente sta perdendo 1-0 a Perugia. Sembra non esserci speranza, fra i numerosissimi tifosi laziali accorsi per sostenere la squadra, c'e' delusione: alcuni stanno già lasciando lo stadio Curi quando in un ultimo disperato assalto Enrico Vella pareggia. Un punto insperato salutato con una gioia incontenibile, è un punto importantissimo per una squadra che al terzo anno consecutivo di serie B sta lottando punto a punto per tornare in quella serie A che c'era stata tolta vigliaccamente da una sentenza del potere calcistico a seguito del calcioscommesse del 1980, salvando squadre invischiate al 100% (una è dall'altra parte del Tevere) e condannò la Lazio per colpe marginali. Noi più giovani (oltre trent'anni fa) eravamo presenti a Perugia quel 20 marzo 1983, partenza in treno come si usava in quegli anni, treno strapieno di tifosi giovani che incuranti delle difficoltà della Lazio di quegli anni seguivano con passione la squadra sui campi più infimi della serie B, arrivo a Perugia e corteo festante fino allo stadio dove c'incontrammo con altre migliaia di tifosi arrivati con pullman e macchine, curva ospiti gremita, entusiasmo e sostegno incessanti, ma la squadra è in giornata no, dopo 10 minuti il Perugia segna con un certo Morbiducci, un calciatore che non arriva a 1.70 di altezza e che naturalmente segna di testa, poi tentativi confusi ed inconcludenti fino al 90° quando Enrico Vella ci salva da una brutta sconfitta. Viaggio di ritorno col sollievo di quel punto fondamentale nella corsa promozione. Treno pieno, tutti in piedi lungo i corridoi, alla stazione di Foligno appena il treno riparte qualche vile lancia dei sassi contro di noi, qualche vetro in frantumi nessun danno alle persone, non sarà certo qualche sasso a fermarci ed a fermare la nostra corsa verso la promozione, che anche grazie a quel punto, ormai insperato, arriverà a fine stagione. Enrico Vella è uno degli eroi silenziosi della nostra storia, si perché per noi si può essere eroi da ricordare per sempre anche se non si è stati grandi campioni (o presunti tali come succede oggi intorno a noi), perché Vella non sta nella galleria dei grandi del calcio ma nel ricordo di chi del calcio apprezza gli aspetti più genuini, semplici e veri.

EnricoVella2Non era un campione, si affacciò solo marginalmente alla serie A, da noi disputò solo quella stagione 82-83. Si mise subito in luce agli occhi dei tifosi non per la sua tecnica ma per la sua generosità e semplicità. Lo ricordiamo sotto la curva Nord fermarsi 20 minuti dopo il fischio finale per festeggiare con i tifosi una sofferta vittoria contro il Monza o a Pistoia, in un'altra trasferta di massa, dove con un suo goal nei primi minuti, con conseguente corsa verso la curva strapiena di laziali , si riuscì a portar via una vittoria, oppure quel giorno a Tor di Quinto quando fra lo stupore dei presenti, scese dall'autobus con la borsa ed entrò a piedi verso il campo d'allenamento salutando cordialmente tutti i tifosi presenti e all'uscita chiedere se qualcuno poteva dargli un passaggio in macchina. Oggi si sente spesso (a volte a sproposito) che un tal giocatore è "uno di noi", nel caso di Enrico Vella questo si può certamente dire, anche se solo per una stagione è stato davvero "uno di noi" e quel giorno a Perugia è stato tutti noi.

Candido e Giancarlo De Sanctis

AURONZO DI CADORE

Il Lazio Club Quirinale al ritiro estivo

INTERVISTA A FELICIANGELI ALESSANDRA DI ELEONORA POGGI

 

Una vacanza diversa dalle altre. E’ il 13 luglio quando per alcuni tifosi inizia questo ritiro a fianco della Lazio. Le giornate si alternano dal campo di allenamento al divertimento al di fuori di esso con “pressing alto” ai calciatori per riuscire a farsi una foto con loro. Intervistando diversi fedelissimi laziali, possiamo trarre la conclusione che è stata una vacanza magnifica per tutti.

 

Ciao Alessandra come hai vissuto questa esperienza?

Per me rispondere a questa domanda non è facile come puoi aspettarti, come sai bene il ruolo di Vice Presidente di tuo padre coinvolge tutta la nostra famiglia. Io che da sempre sono laziale, vivo ogni giorno questo club, aiutando, consigliando e partecipando attivamente. Questa esperienza ad Auronzo l’ho vissuta già prima del nostro arrivo: dall’idea di provare a chiamare l’hotel, alla probabile risposta negativa, al successo inaspettato di ottenere quattro stanze nello stesso albergo dove alloggiava la nostra amata Lazio. Oltre a questo ritiro, insieme a mio marito Gianluca, ero stata in Austria nel ritiro di Seefeld, nell’anno in cui arrivarono campioni come Beppe Signori e il mitico (ma sfortunato nella vita) Paul “Gazza” Gascoigne. Fu un’esperienza indimenticabile, ma questo di Auronzo è stato un ritiro speciale proprio perché è stato il frutto e il successo di tanti sforzi, che oltre al Consiglio Direttivo del Lazio Club Quirinale, ha coinvolto tutti noi, ognuno con le sue idee e suggerimenti. Ritiro indimenticabile, vissuto quasi sempre con la nostra Lazio, insieme ad amici più che colleghi; niente di paragonabile al ritiro di tre anni fa in cui andammo solo noi quattro e durante il quale dovevamo rincorrere solo i nostri idoli.

 

Come passavi le giornate?

Il ritiro lo abbiamo vissuto come una vacanza. Abbiamo avuto la possibilità di vedere la squadra direttamente in albergo, per foto, video e autografi, dove tuo fratello è stato il vero protagonista. Quindi abbiamo fatto i turisti tra quelle bellissime montagne, pranzando nei rifugi o nei ristorantini tipici e rilassandoci dopo il pranzo tutti insieme; eravamo la nostra famiglia, la famiglia Lenza, la famiglia Innocenzi, la famiglia Michelini e la famiglia Norberti. Nel pomeriggio assistevamo agli allenamenti della squadra e tornavamo in albergo per la cena, concludendo ogni serata con i canti del popolo laziale sotto l’albergo e con le chiacchierate con quelli che poi sarebbero diventati nostri amici: Manzini, Juan e alcuni ragazzi dello Staff.

 

Che sensazioni si hanno a seguire la Lazio anche durante il ritiro?

Le sensazioni in questo caso sono state diverse dagli altri ritiri in cui sono stata. Qui, per quanto mi riguarda, eravamo quasi parte della squadra, mancava solo che mio figlio Giovanni scendesse in campo anche durante gli allenamenti a fare foto e video al “santo” Felipe Anderson che, quando lo vedeva, si metteva gia’ in posa!! Vivi in pieno la squadra e riesci a capire il lato caratteriale di ogni singolo giocatore. Infatti nel vedere un mito del calibro di Miroslav Klose dileguarsi per non fare foto o autografi si intuiva che tipo di persona fosse, schiva e solitaria. Riuscire comunque a bloccarlo con tranelli e appostamenti è stato semplicemente fantastico!!

 

Qual è stato il momento più bello di questa vacanza?

Beh, per chi ha letto sul nostro gruppo facebook e per chi e’ stato testimone del mio racconto, non posso che confermare che la compagnia di Socrate Lenza abbia superato il piacere di essere stati a contatto con la Lazio per lunghi quattro giorni. Un grande amico già da prima del ritiro, lo conosco da tanti anni come collega, speciale per la sua gentilezza, signorilità e lazialità ai limiti della pazzia, il tutto condito da grande grande allegria. Ripeterò che le emozioni che mi ha fatto provare lui a 15 metri di altezza, tra gli alberi bellissimi del parco avventura di Auronzo, credo che possano essere messe nella classifica delle prime dieci della mia vita, naturalmente dopo la nascita dei miei due figli e dopo i miei lunghi 30 anni con tuo padre. Vederlo li appeso, in posizioni totalmente innaturali, solo chi l’ha visto dal vivo come te può capirlo. Credevo di morire dal ridere li, sugli alberi, perché solo vederlo mi toglieva il fiato, non riuscivo a respirare e a ridere allo stesso tempo! Veramente ad un certo punto pensavo di morire soffocata.

 

Da come hai visto al ritiro, che ne pensi di questa Lazio?

La prima cosa che mi ha colpito è stato il volto del nostro mister Pioli; una persona a mio parere buona, calma, capace di far gruppo tra giocatori più o meno di qualità e un uomo molto determinato. Anche i giocatori mi hanno fatto una buona impressione, qualità del singolo a parte. Sono affiatati tra loro, anche se c’è molta differenza, specialmente di età tra molti di loro. Quindi in conclusione mi auguro che non deludano le aspettative di tutti i laziali, che facciano un buon campionato all’altezza delle altre grandi squadre italiane.

In conclusione un saluto a tutti e grazie Eleonora per questa intervista, la prima della tua vita, spero che questa sia la prima di una lunga carriera da giornalista sportiva. Che ne sai, magari un giorno, partendo da qui, ti vedrò in tv ad intervistare i giocatori della nostra Lazio!

 

Eleonora Poggi

 

LA LAZIO DEL ’74: la banda Maestrelli

La squadra dei nostri padri…la fede immortal!

 

 

2015-03-28 LAZIO’74N.2

Si è detto e scritto tutto sulla Lazio del ’74, ma ciò nonostante non ci annoia mai ricordare quella squadra.

La giornata che si è svolta a Mazzano Romano, alla presenza di più di 100 persone, ha visto rendere omaggio ad una rappresentanza di quella che venne definita dalla stampa dell’epoca “banda Maestrelli”. Siamo nel pieno degli anni ’70 e il linguaggio giornalistico sportivo era intriso della dialettica di quegli anni. Non meraviglia quindi l’appellativo di banda riferito ad una squadra di calcio. A dire il vero i giocatori fecero di tutto per meritarlo. Dagli atteggiamenti rissosi in campo alla moda spocchiosa e irriverente della detenzione di armi. E’ un proliferare di atteggiamenti sbagliati che trovano il triste epilogo una fredda sera di gennaio con la morte di Luciano Re Cecconi. “Non scherzo”, sottotitolo virtuale del cortometraggio censurato dell’archivio Rai mai andato in onda, racconta di quell’ omicidio, frutto della fatalità e del clima da anni di piombo, e con esso la fine di una squadra entrata di diritto nell’immaginario collettivo. Una tragedia che trova la sua matrice nel binomio “pistole e palloni” così come definito dal giornalista Guy Chiappaventi. Una squadra vittima della sua stessa essenza e per questo incredibilmente vera.

Il clima al ristorante “Valle del Treja” è conviviale con la presenza di bambini e ragazzi festanti e la loro giovane età sembra stridere fortemente con quella di chi ha vestito i panni dell’eroe ormai quattro lustri fa. Anche chi scrive, nato proprio nel 1974, non li ha visti giocare ma li ha vissuti attraverso i racconti del proprio padre. Ma intorno a quella squadra hanno tutti qualcosa da dire, come il prof. Giulio Napolitano, nostro socio onorario. Racconta della sua lazialità, nata sui banchi di scuola, sull’onda lunga del primo storico scudetto e mai ammainata neanche davanti ai successi sportivi della seconda squadra di Roma. Il suo racconto, vivo e spontaneo, supera il pensiero della martellante filastrocca Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D’Amico, entrata di recente anche nel mondo cinematografico. Una squadra che ha saputo ridestare lo spirito sportivo del tifoso laziale, di condurlo all’esaltazione collettiva nel giorno di Lazio-Foggia il 12 maggio 1974, stesso giorno in cui il popolo italiano veniva chiamato a esprimere il voto sul divorzio. Scopriva l’importanza del primo storico referendum della Repubblica Italiana accogliendo un’affluenza record dell’87,7 %, ancora oggi mai superata. Ciò testimoniava l’interesse degli italiani per i temi etici e più in generale per un coinvolgimento attivo nelle dinamiche della società civile. Questo senso di partecipazione si rifletteva anche nello sport e per i tifosi laziali si tramutava in un rapporto simbiotico e viscerale con la squadra con i colori del cielo. Il bianco e celeste dominano nella sala del ristorante e sulle uova di cioccolata confezionate per la Pasqua ormai imminente. Una riffa improvvisata e goliardica determina i fortunati vincitori e rinsalda lo spirito associativo del nostro club. La giornata è piacevole, tra i tavoli i ricordi si liberano nella mente come il profumo e le bollicine del vino frizzantino servito per il taglio della torta. Un’aquila celeste su un mare bianco di panna, metafora esatta di un volo di libertà lungo più di 100 anni. Un brindisi alla Lazio del ’74 e ai suoi rappresentanti, oggi nostri graditi ospiti.

A proposito, non vi ho detto chi erano (n.d.r. Wilson, Pulici, Oddi) perché semplicemente c’erano tutti. Perché oggi a festeggiare con noi c’era tutta la banda Maestrelli, nessuno escluso, anche coloro che purtroppo già ci hanno lasciato e stanno lassù dove “c’è er Maestro che ce stà a guardà”!

La squadra del primo scudetto, “la squadra dei nostri padri … la fede immortal”!

“banda ’74: pazzi, rissosi, indomabili … laziali”! La chiosa finale che riecheggia nella serata “Di padre in figlio” del 12 maggio 2014.

Omaggio a loro che ci sono venuti a trovare e chissà, forse, torneranno anche un’altra volta!

 

Matteo Mastrella