SONO LAZIALE E NON SONO BURINO
Il binomio burino/laziale è storicamente inesatto. I tifosi romanisti non comprendono e non sanno la vera origine del modo di dire “burino” ad un laziale. La parola burino nel dizionario italiano significa persona rozza, contadina; per intenderci un individuo sempliciotto. Ma l’appellativo “burino” apostrofato dal tifoso romanista al tifoso laziale non è propriamente esatto e, come vedremo, ha una derivazione semantica differente.
La storia insegna: ogni popolo ha le sue tradizioni, i suoi difetti ed i suoi pregi ma la parola burino che viene apostrofata dai nostri cugini giallorossi a noi laziali ha un’origine diversa.
E’ un modo di dire che nasce con la conquista di Roma da parte dei Piemontesi; voi direte cosa c’entrano i Piemontesi? E qui, in questa mia analisi storica, vi spiegherò il reale significato della parola “burino” e starà poi a voi eventualmente diffonderla.
Il 17 Marzo 1861, Vittorio Emanuele II veniva incoronato Re d’Italia a Torino, mentre Roma, ancora sotto il dominio dello Stato Pontificio, dovette aspettare ancora alcuni anni prima di diventare di fatto la Capitale d’Italia.
Come vuole la storia, il Re Vittorio Emanuele II si insedia a Roma presso il Palazzo del Quirinale accompagnato dai suoi più fedeli uomini del Regno e impiegati di ogni livello di origini piemontese.
Da qui inizia la vera storia dell’appellativo “burino”. In queste righe spiegherò come sia nato questo appellativo o nomignolo, come lo volete chiamare, che erroneamente viene accostato al tifoso laziale.
Come si sa in tutto il mondo ogni popolo ha una sua identità, storica e culinaria. Chi ha viaggiato ha scoperto che ogni paese ha un proprio modo di vivere e proprie tradizioni e di questo ne resta fiero e legato.
L’appellativo che si dà ad un popolo è un modo per marcarne la distanza, per differenziarsi dalle sue tradizioni e deriderle allo stesso tempo ed evidenziare le differenti origini dal luogo dove si è nati.
Nel caso di Roma, nella seconda metà dell’ottocento, vi fu un’invasione della cultura piemontese e le differenze con la cultura della Regione Lazio, e in modo particolare con quella romana, stavano proprio nell’esprimersi nella propria lingua e nell’arte culinaria.
I piemontesi, obbligati a trasferirsi in una nuova città e in una nuova regione, cercarono di mantenere le loro tradizioni abituali, come la loro cucina, procurandosi nei mercati rionali di Roma gli ingredienti tradizionali d’uso nella tavola delle loro terre, come la Toma, tipico formaggio piemontese, la pancetta, la lingua del manzo, il burro ecc….Sì, proprio il burro che si utilizza ancora oggi al posto dell’olio di oliva per friggere e rosolare i cibi nella cucina povera piemontese.
Per le massaie piemontesi utilizzare il burro per condire i propri cibi era estremamente importante. Mentre nei loro mercati in Piemonte il burro era di facile reperibilità viceversa nei mercati rionali di Roma era difficile trovarlo. Nella loro tradizione culinaria l’ingrediente principale per rosolare e condire i cibi era proprio il burro e da qui nacque l’appellativo “burine o burini” con cui i romani, nel tipico troncamento delle consonati doppie, identificavano i piemontesi.
Ecco da dove deriva il modo di dire sei burino o burina… il differenziarsi da individuo di origini piemontesi!
Spiegato l’origine della parola burino ora sta a voi rispondere e spiegare ai cuginetti ignoranti da dove deriva l’appellativo in questione.
Per finire, nella vignetta sottostante, disegnata e ideata dalla curva nord, il vignettista svela in modo semplice ed elementare il binomio romano e laziale, quello che i cugini non vogliono recepire.
Tanti saluti e FORZA LAZIO
Cesare Camilli
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