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PREMIO LAZIO CLUB QUIRINALE ASSEGNATO A GIUSEPPE SIGNORI
BIGLIETTI VINCENTI LOTTERIA 12 GENNAIO 2019
I LAZIONALI OMAGGIATI DAL LCQ1900
ROMA 08/05/2018 SS LAZIO e LCQ1900 ANCORA INSIEME
AVV. TINELLI NOMINATO SOCIO ONORARIO DEL LCQ1900
IL DOTT. FLAVIO SALVADORI NUOVO PRESIDENTE ONORARIO DEL LCQ
Ieri 20 novembre 2017, presso il Circolo Ufficiali dell’Esercito in zona Castro Pretorio, si è riunito il Consiglio Direttivo del Lazio Club Quirinale 1900.
A margine del sopralluogo della location, presso la quale si intende inoltrare invito ufficiale alla S.S. Lazio per il rituale evento conviviale da tenersi nel primo scorcio del nuovo anno, si è svolta la cerimonia per la nomina a Presidente Onorario del Lazio Club Quirinale 1900 del dott. Flavio Salvadori, già Vice Segretario Generale della Presidenza della Repubblica.
Il dott. Salvadori, visibilmente emozionato e grato del pensiero che tutto il Consiglio Direttivo gli ha rivolto attraverso l’investitura ufficiale a massimo organo di rappresentanza del Lazio Club Quirinale, carica peraltro mai prima d’ora ricoperta, ha rivolto a tutti i soci i più fervidi ringraziamenti.
Siamo certi che il dottor Salvadori sia la figura più idonea a ricoprire tale ruolo e che possa mettere al servizio del nostro club l’esperienza e le capacità che lo hanno contraddistinto nel ben più gravoso compito di guida della complessa macchina amministrativa della Presidenza della Repubblica.
Un altro tassello, necessario a strutturare il nostro club con un organigramma di prestigio, per essere sempre all’altezza delle sfide e delle nuove iniziative che porremo in essere.
Con sincera lazialità
il Consiglio Direttivo
BIGLIETTI VINCENTI LOTTERIA 2017 LAZIO CLUB QUIRINALE
Il giorno sei maggio 2017, presso il ristorante “Scuderie San Carlo” in Via Portuense 959, 00148 Roma, si è svolta l’estrazione dei biglietti vincenti della lotteria organizzata dal Lazio Club Quirinale 1900
Sono stati estratti i seguenti numeri ai quali sono stati abbinati i premi a fianco indicati:
1° premio CROCIERA MSC – una settimana per due persone biglietto n. 1199
2° premio TV SAMSUNG 49” 4K ULTRAHD SMART TV WI-FI biglietto n.0721
3° premio BATTERIA PENTOLE “KUOKA” offerte da “NEW OLD &CO” biglietto n. 2356
4° premio CINTA UOMO “FENDI” biglietto n. 2886
5° premio SMART BOX “DUE NOTTI D’INCANTO” per due persone biglietto n. 2589
6° premio SOUNDBAR altoparlante LG LAS454B biglietto n.4804
7° premio OROLOGIO “CHRONOTECH” offerto GIOIELLERIA VANNOZZI biglietto n. 0545
8° premio GIFT CARD negozio “TUTTOSPORT” (VALORE € 150,00) biglietto n. 2056
9° premio TOM TOM START 52 offerto da “ELIANTO” biglietto n. 4710
10° premio BUONO offerto da “PRENESTINA GOMME” (VALORE € 150,00) biglietto n. 3149
11° premio FOTOCAMERA SUBACQUEA NIKON COOLPIX A10 BLACK biglietto n. 4637
12° premio BUONO “GIOIELLERIA TAFFERA” (VALORE € 150,00) biglietto n. 4174
13° premio FESTA PER BAMBINI “OASI PARK” biglietto n. 2610
14° premio BUONO SPESA NEGOZIO “BRITISH OLD” (VALORE € 100,00) biglietto n. 1774
15° premio BUONI BENZINA (VALORE € 100,00) DA “TO.MAS” biglietto n. 2461
16° premio CASSETTA VINO (BARONE DI BERNAJ) da “VINI SFUSI GALLO” biglietto n. 3094
17° premio PRANZO per 2 persone c/o “HOSTARIA ROMANA” biglietto n. 0624
18° premio MACCHINA DEL CAFFE’ “NESPRESSO INISSIA” biglietto n. 1207
19° premio PIZZA per quattro persone PRESSO “RISTORANTE SCIARRA” biglietto n. 2719
20° premio STAMPANTE HP ENVY 4520 biglietto n. 3217
Chiunque fosse in possesso dei biglietti dichiarati vincenti è pregato di contattare l’organizzatore della lotteria agli indirizzi di posta elettronica lotteria@lazioclubquirinale1900.it oppure segreteria@lazioclubquirinale1900.it entro e non oltre i 30 giorni dalla data di pubblicazione su questo sito. Si fa presente che per la riscossione dei premi è necessario esibire in originale il biglietto dichiarato vincente.
PREMIO LAZIO CLUB QUIRINALE EDIZIONE 2017: GIULIANO FIORINI
EVENTO DI SABATO 6 MAGGIO 2017
ANTIPASTO
“Scusate, ma io del derby… ancora vi voglio parlare… quando la Roma fu travolta dalle onde… del biancoceleste mare!”. Era tempo! Avevamo la sgradevole sensazione, durante gli incontri formali e no, ma soprattutto nello svolgimento degli “Eventi”, che qualcosa disturbasse il fluire degli accadimenti; che lo spirito di iniziativa dei Soci più intraprendenti – sebbene si realizzasse in splendidi momenti di condivisione solidale e rafforzamento della nostra lazialità – ci avesse ugualmente lasciati indietro di un passo importante.
Il 26 maggio 2013, sommità della storia sportiva della Lazio, si era allontanato; poco era importato a noi laziali che, nel frattempo, la squadra avesse disputato un’altra Finale di Coppa Italia e – stavolta a Shangai anziché a Pechino – un’altra Supercoppa Italiana, mentre i cugini erano rimasti a bocca asciutta. Contro di noi, però, il bilancio dei giallorossi si stava pesantemente arricchendo (cinque vittorie e due pareggi). Davvero un brutto rospo in gola!
Ma le nostre due belle vittorie del 1° marzo e del 30 aprile (intervallate dall’ininfluente sconfitta del 4 aprile) ci hanno finalmente ridato il sorriso! Il vento ha spazzato via quelle grevi nuvole giallorosse!
E’ tornato il sapore, il profumo di Lazio ci inebria quando ci riuniamo, negli incontri, negli Eventi, allo stadio!
SABATO 6 MAGGIO
L’Evento odierno si è celebrato nella location romana “Scuderie San Carlo”. Non è stato il pranzo di arrivederci alla prossima stagione, dal momento che dobbiamo giocare due Finali, e sognare non è vietato. Hanno partecipato all’evento i Soci del Lazio Club di Milano (presieduto dal romano Claudio SCIPIONI) e, soprattutto, la madre e le figliole dell’indimenticato Giuliano FIORINI.
Il Lazio Club di Milano – invitato grazie all’intraprendenza del Consigliere Mario MICHELINI – fu fondato negli Anni 60 da Alberto COSTA, allora giovane studente, oggi giornalista del Corriere della Sera. “Sempre in trasferta”, recita il detto sotto l’intestazione del Club, nel cui sito è riportato che i Soci sono molto innamorati della Lazio, nonostante la lontananza geografica e, per molti di loro anche anagrafica, da Roma.
La partecipazione del Lazio Club Milano è stata anche per questo una piacevole sorpresa: è già difficile professare la propria fede calcistica in un ambiente distante da quello della squadra del cuore; figurarsi cosa significa tifare per una squadra che poche volte, rispetto ad altre squadre, è ascesa alle vette del panorama calcistico italiano. Se questo non è amore, quale altra parola potrebbe definirlo?
Giuliano FIORINI. Una lunga malattia lo ha privato all’affetto dei suoi cari a soli quarantasette anni, nel 2005. Ma quante battaglie ha dovuto combattere, e quante ne ha vinte, a prezzo di inani sacrifici!
LAZIO-VICENZA. Era il 21 giugno del 1987, primo giorno d’estate, ma nei cuori laziali turbinava l’inverno. Se non avessimo vinto quella partita, saremmo precipitati nel baratro della Serie C1! Nello Stadio Olimpico non ci sarebbe stato posto nemmeno per un moscerino!
Cominciammo all’attacco, ma il pallone non voleva entrare. Contribuì parecchio all’acre nostra sofferenza il giovane portiere vicentino DAL BIANCO, che parò pure l’anima de… I biancorossi subirono anche l’espulsione di MONTANI, ma non cedettero… Finché, a otto minuti dalla sciagura, furono la lesta torsione e il subitaneo destro di Giuliano a scaraventare in rete un pallone divenuto plumbeo. L’urlo della nostra gente lacerò il muro del suono!
Giuliano FIORINI fu la nostra scialuppa di salvataggio, il martello pneumatico che sgretolò l’ultimo muro (di cemento) fra la speranza e la rovina, lasciatoci in eredità dalla partenza ad handicap (MENO NOVE!).
Il salone delle “Scuderie San Carlo”, inoltre, era stato “apparecchiato” con i gagliardetti che ricordavano le vittorie di Coppa Italia contro Milan, Inter e – soprattutto! – Roma, e con maglie storiche indossate da calciatori che in un recente passato militarono nella Lazio. La ricerca, e la conservazione di queste maglie sono il risultato del paziente lavoro di Agostino – titolare del sito “Maglie Lazio.it” (IL MUSEO) lavoro che lo stesso Agostino ha spiegato agli intervenuti allorché è stato presentato dal Vice Presidente del Club, Gianluca POGGI.
Sopraggiunti tutti gli invitati, il Presidente del Club Raffaele BRACCI e il Vice Presidente del Club Gianluca POGGI – scambiandosi perfettamente ruoli e tempi di intervento nella presentazione, come se fossero stati KEITA e IMMOBILE sul prato dell’Olimpico – hanno aperto l’Evento, illustrando le finalità del nostro Club e i punti centrali dell’evento stesso. E’ intervenuto il Dottor Flavio SALVADORI – Vice Segretario Generale Amministrativo S.G.P.R. – che ha sottolineato come il Club non sia solo espressione di aggregazione sportiva, ma anche espressione di lodevoli iniziative di solidarietà, una delle quali tra l’altro – come vedremo – era collegata alla Lotteria.
Sono stati invitati a parlare i rappresentanti del Lazio Club Milano. Il Socio Sergio BERNARDINI, illustrando le attività del Club stesso, ha anche raccontato, tra l’altro, di aver presieduto un Club nella capitale dello stato africano della Liberia! Retoricamente, si avrebbe l’istinto di esclamare: ”Lazio senza frontiere!”, anche considerando la presenza di Lazio Club a New York e a Bruxelles. Ma siamo perfettamente in linea con gli intendimenti dei Padri Fondatori della Lazio, che scelsero per i nostri colori la bandiera della Grecia, nazione archetipo dello sport che affratella i popoli. Subito dopo l’intervento di Sergio BERNARDINI, il Lazio Club Milano è stato premiato.
Il secondo premiato è stato Marco BINDI, Tesoriere del Lazio Club Quirinale 1900, per “l’affetto e la generosità sempre dimostrati”, recita la “motivazione” incisa sulla Targa. Un po’ in rima e un po’ in prosa, Marco ha affermato che i veri meriti sono del nostro Club, sempre tempestivamente sensibile ai disagi dei meno fortunati; successivamente, ha rivolto un saluto al Lazio Club Milano che, “come da Laziale tradizione, ha gemellato il Duomo col Cupolone”, e ha declamato un ricordo per Giuliano FIORINI, “piccolo grande uomo, perché c’è poco da scrìve, è anche grazie a lui se oggi la Lazio vive”.
Quando la madre e le figliole di Giuliano FIORINI sono state chiamate alla premiazione, il sentimento commotivo che già permeava l’Evento ha raggiunto il culmine. Non solo le tre donne, ma molti di noi non sempre sono riusciti a trattenere le lacrime.
Le sue care, e non solo per le somiglianze fisiche, hanno ritratto Giuliano nella sua semplicità e nella sua generosità. Soltanto lui, però, poteva rappresentare le sue intemperanze (era un accanito fumatore…) e, forse, qualche piccolo atto di indisciplina, soprattutto verso i tecnici, ma mai aveva inveito contro nessun compagno di squadra.
Giuliano FIORINI è della Lazio, e la Lazio è di Giuliano FIORINI!
La torta che ha chiuso il pranzo è una vivida testimonianza di questa reciproca appartenenza. “Eternamente grati”, recita il popolo biancoceleste attorno al Piccolo Grande Uomo.
Concluso il pranzo, il Presidente e il Vice Presidente del Club hanno chiamato i due Rappresentanti dell’Associazione “Il Caprifoglionlus”, con i quali il Club ha collaborato al sostegno del “Progetto Miriam”, destinatario di parte dei proventi della Lotteria. I Rappresentanti dell’Associazione, dopo aver rivolto un ringraziamento particolare al nostro Socio Cesare CAMILLI – che ha stabilito i contatti fra Associazione stessa e Lazio Club – hanno informato che nella prossima settimana si recheranno in Africa a sovrintendere la messa in opera di un intervento di solidarietà.
L’evento ha avuto termine con l’estrazione dei biglietti della Lotteria, cui hanno proceduto i Soci Socrate LENZA, Eleonora POGGI e Matteo MASTRELLA (da poco diventato babbo della piccola Sveva). L’elenco dei biglietti quelli vincenti sarà presto consultabile sul Sito del nostro Club.
Da rammentare, inoltre, la consueta gestione tecnica degli apparati audio-video – in particolare i microfoni per le interviste, e l’impianto per l’esecuzione dei brani musicali riferenti alla Lazio – eseguita solertemente dal Socio Gabriele Spaziani, coadiuvato nell’occasione dal Socio e collega Sandro DELL’ERBA.
E, con sentimento di gioia frammisto alla commozione, che ha pervaso tutti noi partecipanti all’Evento, chiudo il mio semplice scritto con il nostro consueto saluto:
F O R Z A L A Z I O!
Marco Bindi
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GIULIANO FIORINI, ANCHE TU NEL PARADISO DEGLI EROI
E’ il 21 giugno 1987, il primo giorno d’estate, quando un’anziana Signora di 87 anni si sporge in modo innaturale dal pontile che separa la terra ferma dalle onde di risacca del mare. E’ da una settimana che vive sull’orlo del precipizio, quando Pisa ha piegato le sue resistenze. Dal giro più alto della torre ha visto per tre volte la morte in faccia. Ha cercato salvezza nell’antica “Città Marinara” ma ha visto cosparse di sale irritante le sue ferite ancora sanguinanti. Un’agonia che si trascina ormai da un anno quando la Corte di Giustizia Federale la condannò con nove colpi mortali. Nove coltelli piantati nella schiena, tolti uno ad uno solo dopo otto interventi.
Le onde si rifrangono sugli scogli e su quella costruzione posticcia da dove l’anziana Signora fissa il mare. La schiuma bianca delle onde monta e poi scompare nella battigia dove rimangono le conchiglie, i ciottoli di forma arrotondata e una folla impressionante accorsa al suo capezzale. Inerme trattiene il respiro e segue con lo sguardo ogni piccolo suo gesto sperando che non sia fatale. Assiepa il tratto di arenile circostante tentando di darle quel sostegno salvifico che, a dire il vero, non è mai mancato durante tutto l’anno. Ogni maledetta domenica persone di tutte le età le hanno tributato una visita con lo stesso amore della prima volta a Gubbio quando fu ricoverata all’indomani della sentenza di condanna del tribunale. Ora nella sua testa, come un mantra, riecheggiano le parole del dottor Eugenio che durante la compilazione della base di ricovero, con fare risoluto, le domandò se aveva la forza per rimanere nell’arduo percorso di resurrezione, intimandole, in caso contrario, di andar via per sempre. Quelle poche parole sono state la panacea che l’ha tenuta in vita e che ora, seppur in un equilibrio precario, la tengono ancora sospesa sul pontile. A quasi un anno di distanza rappresentano la via d’uscita da quel malessere fisico e mentale che ne ha fiaccato le speranze di salvezza.
Poco distante da quel tratto di spiaggia dove si sta consumando un dramma umano il cui epilogo per fortuna deve ancora essere scritto, è un brulicare continuo di automobili che percorrono le consolari che portano al mare. A Roma fa caldo già da diverse settimane ma oggi, con l’ingresso ufficiale della stagione estiva, sembra esserlo ancora di più. La gente cerca così refrigerio sul litorale romano fuggendo dall’asfissiante afa della città. I ragazzi in un vociare continuo fanno i bagni a mare mentre i bambini giocano erigendo castelli di sabbia, esposti e precari come l’anziana donna sul pontile.
Intanto in lontananza appare un veliero che, solo in mare aperto, domina le onde increspate da un vento di grecale e dalle forze oscure di un dio Nettuno con le sembianze di Dal Bianco, estremo baluardo vicentino prestato agli abissi marini. La vela bianca del vascello si fonde con il celeste del cielo illuminata dal sole alto del solstizio d’estate. Il suo movimento sinuoso sembra generato dal vibrare di un tamburo battente e da “un amore così grande” di una lirica che si libera nell’aria. Come d’incanto la folla trepidante sulla battigia bisbiglia all’unisono quelle stesse note d’amore che trovano il pertugio giusto tra le labbra serrate dalla paura. Il veliero, cullato dal corale dolce sentire, cambia ora direzione e si dirige verso il pontile. A poco a poco, i muscoli facciali della gente in attesa si distendono e quella musica appena sussurrata si trasforma nel più ammaliante canto delle sirene. Il vascello ora naviga spedito guidato dalle sue 70.000 muse. Corre veloce verso l’anziana donna il cui destino sembra legato indissolubilmente a quello della folla trepidante. Un’empatia fondata su un sentimento profondo che tocca le corde del cuore. Anche il vento ha cambiato direzione e soffia ora da ponente. Accarezza la faccia dell’anziana Signora e le scalza i capelli lunghi che le coprivano il volto. Per la prima volta appare in tutta la sua disarmante bellezza, un fascino etereo che resiste all’incedere del tempo. Le labbra si inarcano leggermente in un concentrato di fatalismo e dignità e offrono un sorriso appena accennato a chi ormai empaticamente è divenuta la sua gente. Nel seguente gioco di sguardi c’è il sigillo dell’amore protettivo di Venere per il suo Adone. Alza lo sguardo verso il cielo e fissa, come l’aquila cara a Giove, il sole ancora alto senza esserne accecata. Allarga di colpo le braccia e il vento disegna sulle sue vesti biancocelesti l’impronta della vela del vascello in avvicinamento. E’ l’incastro perfetto, è il volere delle stelle. Il destino di salvezza sembra ormai scritto!!
La distanza che la separa dal veliero è ormai ridotta e basterebbe un ultimo sforzo della ciurma a bordo per portarla in salvo. Dalla riva la folla urla a gran voce i loro nomi, ora così distintamente riconoscibili. Al timone c’è Mimmo da Eboli che infonde negli altri la saggezza e lo spirito di quel Cristo che si è fermato troppo a lungo su altri lidi, dimenticando quello più caro ad Enea e a chi, come Ernesto, Mario e Massimo, romani di nascita, lo conosce fin da bambino. Antonio Elia detto “King Kong” che con muscoli e polmoni d’acciaio tiene la barra dritta dell’imbarcazione senza disperdere fiato in inutili e fuorvianti discorsi. Gli basta un cenno d’intesa per sincronizzare la pala del suo remo con quella degli altri vogatori Vincenzo, Gabriele, Giorgio e Giancarlo. A Raimondo da Messina e Angelo Adamo da San Giorgio Ionico spetta il compito di dissuadere ogni maga avventrice e difendere il veliero dagli attacchi nemici con l’aiuto degli altri mozzi di bordo Giuliano, Luca e Daniele. Paolo e Fabio rappresentano i primi avamposti e dalla prua indicano la rotta da seguire.
La distanza si è ridotta ulteriormente così come l’arco del sole disegnato nel cielo, pronto ad essere sotteso da un tramonto ormai prossimo. Nel volgere di poco tempo quella palla rossa sarà inghiottita dal mare e scomparirà forse per sempre all’orizzonte. Non c’è più tempo da perdere, l’anziana Signora è sul punto di capitolare e con lei all’unisono le 70.000 anime dannate sull’arenile. La ciurma si affanna negli ultimi spasmodici tentativi, ma la stanchezza e la lucidità, venute meno dopo così tanta fatica, prendono il sopravvento. La realtà si dissolve e degrada in un’alterazione della percezione sensoriale, dove forze arcane respingono ogni tentativo di attracco e, in un’allucinazione collettiva, fanno apparire le acque del mare tinte di biancorosso. Lo spirito di Dal Bianco aleggia ovunque e argina ogni velleità del veliero che tenta di salpare. Tra otto minuti il sole tramonterà e con esso la speranza di salvare la vita all’anziana donna. Manca ormai pochissimo quando Vincenzo passa la corda a Gabriele da Brescia che dal lato destro tenta un lancio della corda verso il pontile in modo sbilenco, forse un tiro della disperazione che come i precedenti va a vuoto. Ma proprio in quel momento un lampo improvviso segna il profetico vaticinio delle stelle, scegliendo Giuliano, così caro agli dei, per compiere il volere del cielo. La corda lanciata da Gabriele sembra persa inesorabilmente, sta per cadere in acqua quando Giuliano, voltato di spalle, la afferra in modo rocambolesco. Giuliano come tutti i suoi compagni è allo stremo delle forze, deve far affidamento al suo immenso cuore e al suo istinto. Si volta d’improvviso facendo scorrere la corda davanti a sé quando il dondolio del vascello aumenta d’intensità. Sta per cadere e vede la corda allontanarsi di quel tanto da sembrare inafferrabile. Ma Giuliano non è tipo da arrendersi facilmente, è un combattente per natura e chiede al suo cuore un ultimo sforzo. Fa un movimento in avanti, una spaccata e aggancia la corda al pontile nell’unico spiraglio che Dal Bianco può concedere. La folla sulla battigia guarda esterrefatta, trattiene il respiro e deglutisce nell’istante successivo. Giuliano protende le braccia in avanti quasi a toccare l’anziana Signora che aspetta solo che il destino sia compiuto. Guarda fiera uno dei suoi figli, forse uno dei prediletti, rappresentare al meglio l’amore viscerale che lega una madre alla sua discendenza naturale. In fondo è solo quello che vuole, avere la certezza che lo stesso sentimento provato per lei nutra l’amore che un padre tramanda al proprio figlio nella continuità della sua grande famiglia. Giuliano è ormai al suo cospetto e guardandola negli occhi rimane abbagliato dalla luce abbacinante che emana. L’anziana Signora è ormai virtualmente salva e con lei tutte quelle persone che hanno vissuto lo stesso dramma. Giuliano fa un cenno d’intesa e si abbandona in un tentativo di abbraccio certo di riceverlo in cambio. Ma tutto diventa effimero quando si accorge che l’anziana Signora è impalpabile, eterea. E’ volata via come un’aquila tra le stelle e forse non è mai stata sul pontile. E’ più di una semplice rappresentazione umana, è un’idea che esiste a prescindere, è la S.S. Lazio 1900…la prima squadra della capitale…
Matteo Mastrella
NIENTE STORIE, QUELLO SCUDETTO E’ UN DIRITTO DELLA LAZIO
IL TEMPO DEL 24 MARZO 2017
L’AVV. MIGNOGNA: “NIENTE STORIE, QUELLO SCUDETTO È UN DIRITTO DELLA LAZIO!”
Egregio Direttore,
sento il bisogno di scriverle e di chiederle di pubblicare questa mia, dopo aver letto con un certo stupore i contenuti dell’articolo di un valente collega pubblicato sull’edizione di ieri del Suo quotidiano. Sono da sempre un pluralista convinto, sicchè ritengo giusto che un giornale a tiratura nazionale dia spazio anche a “voci” contrarie rispetto alla campagna di rivendicazione per l’ex aequo dello Scudetto 1914/15 a Lazio e Genoa. Quel che sorprende, in realtà, è che a battersi “contro” sia un collega dichiaratamente romanista e non già un legale con spiccate simpatie partenopee. Nella ricostruzione faziosa, parziale ed incompleta che ieri mio malgrado ho dovuto leggere, peraltro, sembrerebbero esser sfuggiti all’avvocato Mario Stagliano alcuni particolari di rilievo nient’affatto secondario. Il primo. Il Genoa è stato premiato nonostante l’ultimo turno del Girone Finale Settentrionale non si sia concluso soltanto per sua esclusiva responsabilità. Come correttamente riportato da “La Stampa” del 12 maggio 1915, infatti, i grifoni si rifiutarono di accettare la direttiva emanata dalla Figc per prevenire l’insorgenza bellica ed anticipare al 16 maggio 1915 l’ultimo match decisivo in programma contro il Torino (che vincendo li avrebbe potuti raggiungere e superare definitivamente in classifica). Il secondo. È vero che nel 1919 la Figc decretò d’ufficio il Genoa quale squadra vincente del campionato e che Torino ed Inter ancora in corsa per il titolo settentrionale proposero reclamo (la circostanza è incontestata e risulta dalle fonti). Ma è ancor più vero che se torinisti ed interisti si opposero allora a questa decisione, in realtà, per effetto del “ne bis in idem” certamente oggi non potrebbero ricorrere nuovamente avverso la medesima decisione. Con riguardo al (presunto) provvedimento di assegnazione dello Scudetto 1915 al Genoa, occorre dappoi doverosamente sottolineare come lo scrivente si sia premurato di chiedere all’attuale Figc se esistesse o meno agli atti federali copia della relativa richiesta genoana e della successiva ordinanza di attribuzione. La risposta, sul punto, è stata tranciante: negli archivi federali non esiste alcunché. Il terzo. L’avvocato Mario Stagliano erra allorquando afferma che la decisione dell’epoca non doveva esser notificata, sia perché com’è noto qualsivoglia provvedimento decisorio dev’esser sempre portato a conoscenza delle parti interessate (alla Lazio, al contrario, non pervenne nulla), sia perché non vi è prova alcuna che lo stesso sia stato formalmente inserito nel Bollettino Ufficiale dell’epoca. Il quarto. La storiografia ufficiale del calcio per decenni ha falsamente tramandato che il campionato della Lazio 1914/15 rimase definito sino alle fasi eliminatorie, mentre l’equipe che fa capo allo scrivente ha rinvenuto e documentato come i biancazzurri furono inconfutabilmente Campioni dell’Italia Centrale per effetto dei forfait all’ultima giornata del Girone Finale Centrale del Lucca contro la Lazio e del Roman contro il Pisa (come correttamente riportato da “L’Italia Sportiva del 17 maggio 1915). Il quinto. Tali scoperte sono avvenute a febbraio/marzo 2016, sono state immediatamente trasmesse nel fascicolo del procedimento attualmente pendente in Figc, giuridicamente costituiscono il c.d. “fatto nuovo” che legittima il riesame e l’ex aequo del titolo 1914/15 e sottraggono il contenzioso a qualsivoglia termine decadenziale e/o precrizionale. Il sesto. Costituisce fatto vero che l’originario testo della petizione promossa su Change.org era parzialmente diverso da quello ora online, ma è ancor più vero che il sottoscritto, man mano che fatti e documenti emergevano dal dimenticatoio, ha sempre provveduto a darne notizia tramite comunicati ufficiali ed a trasmettere il testo aggiornato ai competenti organi federali. Ogni diversa ricostruzione e/o interpretazione sul punto, ordunque, si palesa chiaramente faziosa, pretestuosa e strumentale. Arrivando ad affrontare il tema del Girone Finale Meridionale, altresì, occorre in primis precisare che Internazionale Napoli e Naples si sarebbero dovute sfidare in gare di andata e ritorno per stabilire chi avrebbe dovuto affrontare la squadra Campione dell’Italia Centrale per poi aver accesso alla Finalissima Nazionale. Ebbene, mentre risulta documentalmente provato che tale gara fu annullata per irregolarità di tesseramento di alcuni giocatori (come correttamente riportato da “L’italia Sportiva” del 3 maggio 1915), non vi è alcuna prova valida che tali gare (andata e ritorno) si siano effettivamente disputate e/o ridisputate come ex adverso artatamente sostenuto. Giova rimarcare, difatti, i due trafiletti della Gazzetta dello Sport acclusi alla presente: uno che dà atto del predetto annullamento (facendo riferimento al “Campionato dell’Italia Meridionale”) e l’altro che riporta testualmente: “Il Campionato Meridionale: Internazionale batte Naples 3 goals a 0. Scarso pubblico dato il caldo quasi estivo ha presenziato al primo match di Campionato, nuova edizione, giocatosi…”. Non vi è stato, pertanto, nessun errore grossolano e nessuna induzione all’errore da parte del sottoscritto nei confronti della Commissione dei Saggi, perché tali trafiletti, sol che lo si volesse, consentirebbero di evincere con evidenza palmare che: a) non è dato affatto sapere se il match giocatosi tra i due club napoletani fosse ascrivibile al campionato 1914/15 o più verosimilmente, vista l’imminenza del conflitto bellico, a quello successivo di nuova edizione (come indica il tenore letterale del testo); b) non è dato affatto sapere se tale partita sia stata giocata con ufficialità e successivamente omologata; c) non è dato affatto sapere se l’incontro giocatosi si riferisse al campionato nazionale di prima categoria o piuttosto a competizioni di categoria inferiore, che tutte le società erano solite disputare con le seconde e le terze squadre; d) non può sfuggire che quel che si vorrebbe far passare come l’incontro che avrebbe sancito la compagine campione meridionale, in ogni caso, sarebbe stato solo e soltanto il primo dei due di andata e ritorno programmati (lo precisa il trafiletto della Rosa: “…scarso pubblico dato il caldo estivo ha presenziato al primo match…”); e) non esiste alcuna traccia e/o documento che attesti l’eventuale disputa del match di ritorno (sempre che, per pura ipotesi scolastica, possa ritenersi disputato il match di andata) tra i due club napoletani, men che meno su qualsivoglia comunicato e/o bollettino ufficiale; e) con buona pace dell’avvocato Mario Stagliano, il titolo meridionale rimase vacante e conseguentemente la Lazio fu… Campione dell’Italia Centro-Meridionale! Il pur valente avvocato romanista omette completamente di evidenziare che, con efficacia tranciante, l’attuale Napoli non possiede lo stesso numero di matricola e di iscrizione alla Federcalcio, sicchè, quand’anche sussistessero (ipoteticamente parlando) elementi probatori a favore dei precedenti club napoletani, il Napoli non sarebbe legittimato onde reclamare alcunchè! Il tenace collega, altresì, erra nuovamente allorquando afferma che la Commissione dei Saggi non ha svolto indagini in proprio. Basta leggere la Relazione per rendersi conto che gli esperti nominati hanno svolto una compiuta istruttoria autonoma, finanche chiedendo documenti al Genoa e/o consultando proprie fonti, per rendersi conto che costituisce un vero e proprio falso storico l’affermazione che la commissione medesima si sia limitata a chiedere chiarimenti allo scrivente. Per concludere, la gran brutta storia è soltanto che ci sia ancora qualcuno che perda tempo a dileggiare una grande rivendicazione come quella portata avanti dal popolo biancazzurro, la memorie dei tantissimi eroi laziali caduti sul fronte austro/ungarico, la professionalità di legali quali lo scrivente che con cuore ed abnegazione lottano per le proprie battaglie (sportive e non) e l’elevatezza di illustri giuristi quali i saggi nominati che hanno espresso un parere inconfutabile circa la fondatezza delle ragioni sportive biancazzurre sul campionato 1914/15 e che, se passati ad altri incarichi giudiziari, forse lo hanno meritato proprio per la grande professionalità dimostrata nelle opportune sedi.
Avvocato Gian Luca Mignogna
Esperto in Diritto Civile e Diritto Sportivo
Patrocinante in Corte di Cassazione e presso le alte Magistrature dello Stato e dell’Unione Europea
LA LAZIO FA VISITA AL LAZIO CLUB QUIRINALE ALLA CASA DELL’AVIATORE
ROMA – 9 Marzo 2017
Vola l’aquila della Lazio alla Casa dell’Aviatore, storico Circolo Ufficiali dell’Aeronautica Militare, cornice suggestiva di una serata splendida che ha coinvolto circa 200 persone ed una solida rappresentanza della squadra.
L’evento, organizzato interamente dal Lazio Club Quirinale, ha avuto come protagonisti Ciro Immobile e Marco Parolo, disposti a tavola con i soci, il mitico Angelo Peruzzi e gran parte della Dirigenza tra cui Maurizio Manzini, Arturo Diaconale e Simone Inzaghi, arrivato a sorpresa a serata iniziata. Ma da socia, laziale e forse anche un po’ romantica, credo che l’ospite d’eccezione sia stata proprio Olimpia, sorretta da Juan Barnabè, che l’ha accompagnata nel giro tra i tavoli come una vera sposa, posandola sulla spalla di ogni socio che voleva immortalare il momento. Impagabile la gioia dei bambini, muniti di pennarelli, maglie e palloni, che correvano da un tavolo all’altro, cercando l’attenzione dei loro campioni; non da meno quella degli adulti, che si affannavano tra selfie, richieste di autografi e flash pronti per il taglio della torta. Sì, perchè il Lazio Club Quirinale ha pensato proprio a tutto giovedì sera, ottenendo un risultato strepitoso, confermato dalla squadra e dai soci che agognano già il prossimo evento. E’ incredibile quanto, in poco tempo, sia diventato importante il nostro club grazie al carisma del Presidente Raffaele Bracci e del Vice Presidente Gianluca Poggi che sono riusciti a coinvolgere uomini e donne di tutte le fasce d’età. La lazialità che forse negli ultimi anni si era un po’ spenta nei nostri animi è tornata a brillare più di prima. Non rimane che ringraziarli, perché per noi si spendono davvero tanto, e soprattutto lo fanno col cuore. Ora non ci resta che continuare a supportare la prima squadra della Capitale, in attesa della visita a Formello.
W il Lazio Club Quirinale, w la Lazio!
Arianna Tirico
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