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LA LAZIO DEL MENO NOVE

 

Fino all’ultimo respiro

2015-10-17 LAZIODEL-9 N.5

Lazio club Quirinale 1900, una festa indimenticabile con gli eroi del -9

E’ il giorno 17 ottobre 2015. Dopo circa un mese e mezzo di organizzazione ai minimi dettagli da parte del consiglio direttivo, nella splendida cornice della Valle del Treja e nell’omonimo ristorante, va in scena il pranzo-evento del club: Lazio club Quirinale 1900. Dopo aver festeggiato nell’evento passato gli eroi dello scudetto del 1974, questa festa è stata dedicata agli eroi del “-9”. Davanti a più di 110 soci del club, entusiasti e gioiosi per l’occasione, erano presenti: Mimmo Caso, Fabio Poli e Massimo Piscedda. Un altro graditissimo ospite è stato “la voce” storica di tante generazioni di laziali: Guido De Angelis. Nonostante la valenza di questi personaggi, il momento più atteso è stato l’arrivo dell’ospite più amato… il simbolo della nostra Lazio: “Olimpia”. Erano le tredici in punto quando, Juan Bernabè insieme all’aquila entravano nel salone, dove i soci con macchinette e telefonini al seguito, guardavano emozionatissimi e quasi increduli. Più passavano i minuti e più l’ansia si trasformava in ammirazione, i soci hanno avuto la possibilità di mangiare cosi vicino ad un elemento tanto importante per la nostra Lazio. Sono stati momenti a dir poco indimenticabili che rimarranno indelebili nel cuore e nella mente di tutti, soprattutto dei bambini. Dopo centinaia di foto e la consegna di targhe e libri per premiare la presenza a questo evento dei nostri amati idoli, la festa si è conclusa con un taglio di torta e un brindisi davanti alla maestosità di Olimpia. Alla fine della manifestazione, andando via, tutti i presenti, sono stati consapevoli di aver trascorso una giornata meravigliosa e probabilmente irripetibile.

Eleonora Poggi

LA CASA DELL’AVIATORE ACCOGLIE LA LAZIO

Nel segno dell’aquila

20 MARZO 1983, PERUGIA – LAZIO, ENRICO VELLA “UNO DI NOI”

EnricoVella1E' il 90°! Una Lazio deludente sta perdendo 1-0 a Perugia. Sembra non esserci speranza, fra i numerosissimi tifosi laziali accorsi per sostenere la squadra, c'e' delusione: alcuni stanno già lasciando lo stadio Curi quando in un ultimo disperato assalto Enrico Vella pareggia. Un punto insperato salutato con una gioia incontenibile, è un punto importantissimo per una squadra che al terzo anno consecutivo di serie B sta lottando punto a punto per tornare in quella serie A che c'era stata tolta vigliaccamente da una sentenza del potere calcistico a seguito del calcioscommesse del 1980, salvando squadre invischiate al 100% (una è dall'altra parte del Tevere) e condannò la Lazio per colpe marginali. Noi più giovani (oltre trent'anni fa) eravamo presenti a Perugia quel 20 marzo 1983, partenza in treno come si usava in quegli anni, treno strapieno di tifosi giovani che incuranti delle difficoltà della Lazio di quegli anni seguivano con passione la squadra sui campi più infimi della serie B, arrivo a Perugia e corteo festante fino allo stadio dove c'incontrammo con altre migliaia di tifosi arrivati con pullman e macchine, curva ospiti gremita, entusiasmo e sostegno incessanti, ma la squadra è in giornata no, dopo 10 minuti il Perugia segna con un certo Morbiducci, un calciatore che non arriva a 1.70 di altezza e che naturalmente segna di testa, poi tentativi confusi ed inconcludenti fino al 90° quando Enrico Vella ci salva da una brutta sconfitta. Viaggio di ritorno col sollievo di quel punto fondamentale nella corsa promozione. Treno pieno, tutti in piedi lungo i corridoi, alla stazione di Foligno appena il treno riparte qualche vile lancia dei sassi contro di noi, qualche vetro in frantumi nessun danno alle persone, non sarà certo qualche sasso a fermarci ed a fermare la nostra corsa verso la promozione, che anche grazie a quel punto, ormai insperato, arriverà a fine stagione. Enrico Vella è uno degli eroi silenziosi della nostra storia, si perché per noi si può essere eroi da ricordare per sempre anche se non si è stati grandi campioni (o presunti tali come succede oggi intorno a noi), perché Vella non sta nella galleria dei grandi del calcio ma nel ricordo di chi del calcio apprezza gli aspetti più genuini, semplici e veri.

EnricoVella2Non era un campione, si affacciò solo marginalmente alla serie A, da noi disputò solo quella stagione 82-83. Si mise subito in luce agli occhi dei tifosi non per la sua tecnica ma per la sua generosità e semplicità. Lo ricordiamo sotto la curva Nord fermarsi 20 minuti dopo il fischio finale per festeggiare con i tifosi una sofferta vittoria contro il Monza o a Pistoia, in un'altra trasferta di massa, dove con un suo goal nei primi minuti, con conseguente corsa verso la curva strapiena di laziali , si riuscì a portar via una vittoria, oppure quel giorno a Tor di Quinto quando fra lo stupore dei presenti, scese dall'autobus con la borsa ed entrò a piedi verso il campo d'allenamento salutando cordialmente tutti i tifosi presenti e all'uscita chiedere se qualcuno poteva dargli un passaggio in macchina. Oggi si sente spesso (a volte a sproposito) che un tal giocatore è "uno di noi", nel caso di Enrico Vella questo si può certamente dire, anche se solo per una stagione è stato davvero "uno di noi" e quel giorno a Perugia è stato tutti noi.

Candido e Giancarlo De Sanctis

Il Giardino

La speranza nella casa-famiglia

È sempre la mattina del 7 marzo quando il “Lazio Club Quirinale” decide di dar seguito all’iniziativa della ludoteca del Bambino Gesù recandosi alla casa-famiglia “Il Giardino”, a cui consegnerà pannolini, giocattoli e materiale didattico utili per le loro attività.

Siamo nella periferia sud della città e il rombo degli aerei proveniente dall’aeroporto di Ciampino ci accompagna lungo la via Appia. La scia di un velivolo in decollo delimita il confine dello scalo aeroportuale separando l’omonimo comune dall’agglomerato urbano di Santa Maria delle Mole. Un piccolo centro nato negli anni del boom economico sull’onda di uno scriteriato allargamento urbanistico dell’area metropolitana di Roma. Le case si susseguono una dopo l’altra, affogate in uno spazio sempre più ridotto. Anche il navigatore satellitare tarda a dare un segnale e la ricerca dell’indirizzo risulta più difficile del previsto.

La delegazione presente al Bambino Gesù si arricchisce di altri componenti, giunti per l’occasione dalla lontana Civitanova Marche. Il filo sottile della solidarietà ci unisce. È come se la distanza fosse solo apparente e il vociare armonico dei bambini giungesse con il teletrasporto anche in luoghi lontani senza essere attenuato.

All’ingresso siamo ricevuti dalla dott.sa Temperini, responsabile della struttura. Ci spiega come all’interno siano ospitati undici bambini in attesa di adozione. L’obiettivo della casa-famiglia “Il Giardino” è gestire la fase di transizione che va dall’affidamento del giudice minorile all’ingresso nella nuova famiglia affidataria. È una fase cruciale che determina la riuscita della futura adozione. Per tale motivo, al fine di ricreare intorno al bambino un clima di serenità e di fiducia nelle persone adulte, presso la struttura lavorano solo operatori socio-pedagocici a tempo pieno, garantendo cosi’ ai bambini la necessaria continuità educativa. L’abitudine di vedere sempre le stesse persone rafforza nel bambino la sicurezza nell’ambiente che lo circonda e lo prepara al meglio in questa fase transitoria. Il sistema educativo adottato si basa sull’insegnamento della dott.sa Maria Montessori, in cui il bambino non è il mero destinatario di un’azione caritatevole altrui, ma è un soggetto attivo, partecipe delle scelte che lo riguardano. In tal senso l’adozione è vista non come un risarcimento riparatorio ma un’opportunità concreta per il suo sviluppo. Anche la casa è mobiliata secondo il criterio del metodo Montessori. Ogni oggetto è a portata di bambino che in piena autonomia sceglie e gestisce le cose di cui ha bisogno: dal lettino posizionato ad un’altezza molto ridotta e non dotato di sbarre, ai sanitari del bagno di dimensioni ridotte per facilitarne l’uso.

Nella breve visita della casa siamo travolti da emozioni difficilmente descrivibili. Il sottile senso di colpa che sopraggiunge ogni volta che avvertiamo il disagio di non aver fatto il possibile, di non aver, nella nostra responsabilità generazionale, costruito una società migliore per le generazioni future si mescola all’orgoglio per aver posto un ulteriore tassello nel nostro mosaico di solidarietà. Ma l’idea di risolvere i problemi globali è pura utopia, e seguirla oltre ogni ragionevole congettura sarebbe stupido. Ciò che più conta è non aver messo da parte l’immaginazione e l’umano senso di pietas contro il dilagante menefreghismo che ci circonda. Non avremo mai fatto abbastanza, ma almeno oggi ci abbiamo provato. E quel raggio di sole che rifletteva la rugiada del Gianicolo e che ci ha guidato fino alla casa-famiglia “Il Giardino” ce lo teniamo stretto, e ci scalderà l’anima ogni volta che vedremo un bambino giocare, o chissà leggere i suoi appunti scritti con una penna e un foglio da noi regalati.

 

Matteo Mastrella

Bambin Gesù

Dal Quirinale alla ludoteca del Bambin Gesù

La nebbia della mattina dirada non appena la strada sale sul declivio del Gianicolo. A marzo il giorno comincia a rimontare la notte e i raggi del sole scaldano flebilmente i corpi intorpiditi dal lungo inverno. Il calore che ci pervade ha però oggi una natura differente. Proviene direttamente dal cuore che scalda e muove la mente per condurci alla ludoteca dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù.
E’ sul colle del Gianicolo che ha inizio il percorso di solidarietà del “Lazio Club Quirinale”. Andiamo a far visita ai bambini degenti in questo famoso nosocomio romano per regalare e regalarci un sorriso. Il nostro è solo un piccolo gesto, un raggio di sole che riverbera la rugiada del mattino e si perde nella città ancora addormentata ai nostri piedi. Il panorama è da togliere il fiato e in lontananza il profilo del Palazzo del Quirinale riflette l’eco di tutti i soci che hanno contribuito alla raccolta del giocattolo e del materiale didattico da destinare alla ludoteca.
ludotecabambingesu'1Entriamo all’interno della struttura con il cuore gonfio d’orgoglio per aver portato a termine un’iniziativa benefica fortemente voluta. In ogni gesto c’è la consapevolezza di aver dato consistenza ai principi di solidarietà ispiratori del nostro club. I responsabili della ludoteca ci rendono subito partecipi dell’attività didattica che si svolge all’interno. Uno spazio di svago in cui i bambini si distraggono da ciò che è loro intorno, ricreando un ambiente più idoneo alla loro tenera età. Un luogo per sognare o più semplicemente “familiare” che sfugge alla loro condizione di piccoli pazienti. Un momento per ritrovare il sorriso e affrontare il disagio con l’innocenza e l’inconsapevolezza che rende inerme il mondo dei grandi. La speranza che ci accomuna è che la ludoteca, nel volgere di breve tempo, possa essere per loro solo un ricordo sbiadito, cadere nel dimenticatoio di una vita “normale” di bambini divenuti uomini.

E nell’antico gioco di sentirsi adulti, persi nel loro “west” tra indiani e cowboys, scoprirsi ancora piccoli dove tutto è fantastico e dove i nani sognano di essere giganti.
Abbiamo cercato, noi che eravamo li’, di portare tutto il vostro affetto che ha riempito non solo i cartoni contenenti il materiale raccolto ma l’intera giornata. Di colpo il sole splende alto nel cielo, della rugiada non c’è più traccia e sull’erba bassa spira ora solo un vento di speranza.
Questa è la prima tappa di un viaggio, un inizio materiale e immateriale che, come nelle credenze pagane nel dio Giano, da cui il Gianicolo trae il nome, volge lo sguardo al futuro lungo una linea retta immaginaria che ha origine nelle cose passate. La testa bicefala con cui è raffigurato il dio segna il percorso nelle due direzioni opposte che dall’omonimo colle del Gianicolo ci condurrà oggi stesso alla casa-famiglia il “Giardino” per la seconda iniziativa di solidarietà del “Lazio Club Quirinale”.

Matteo Mastrella


Lettera di ringraziamento

                                                                                              Gentile Dottor Flavio Salvadori

Vice Segretario Generale Amm.vo

Presidenza della Repubblica

Palazzo del Quirinale

00187 Roma

Roma, 18 aprile 2016
Gentile Dottor Salvadori,

ringrazio Lei e tutti i Suoi collaboratori per aver inteso sostenere la Fondazione Bambino Gesù, con una donazione di materiale ludico a vantaggio delle attività di laboratorio dei piccoli pazienti ospedalizzati.

Un atto di amore il Vostro, che sarà di grande sostegno per i tanti bambini che sono costretti da lunghi percorsi di malattia a trascorrere molti mesi in Ospedale.

Come potrete immaginare, il Vostro gesto di generosità, assume un valore ancora più grande perché ci consente di proseguire con forza e determinazione l’impegno quotidiano a vantaggio di tanti bambini e delle

loro famiglie.

 

Cordiali Saluti e grazie di cuore

 

Cynthia Russo

Responsabile

Fund Raising e Comunicazione Sociale

Fondazione Bambino Gesù


 

AURONZO DI CADORE

Il Lazio Club Quirinale al ritiro estivo

INTERVISTA A FELICIANGELI ALESSANDRA DI ELEONORA POGGI

 

Una vacanza diversa dalle altre. E’ il 13 luglio quando per alcuni tifosi inizia questo ritiro a fianco della Lazio. Le giornate si alternano dal campo di allenamento al divertimento al di fuori di esso con “pressing alto” ai calciatori per riuscire a farsi una foto con loro. Intervistando diversi fedelissimi laziali, possiamo trarre la conclusione che è stata una vacanza magnifica per tutti.

 

Ciao Alessandra come hai vissuto questa esperienza?

Per me rispondere a questa domanda non è facile come puoi aspettarti, come sai bene il ruolo di Vice Presidente di tuo padre coinvolge tutta la nostra famiglia. Io che da sempre sono laziale, vivo ogni giorno questo club, aiutando, consigliando e partecipando attivamente. Questa esperienza ad Auronzo l’ho vissuta già prima del nostro arrivo: dall’idea di provare a chiamare l’hotel, alla probabile risposta negativa, al successo inaspettato di ottenere quattro stanze nello stesso albergo dove alloggiava la nostra amata Lazio. Oltre a questo ritiro, insieme a mio marito Gianluca, ero stata in Austria nel ritiro di Seefeld, nell’anno in cui arrivarono campioni come Beppe Signori e il mitico (ma sfortunato nella vita) Paul “Gazza” Gascoigne. Fu un’esperienza indimenticabile, ma questo di Auronzo è stato un ritiro speciale proprio perché è stato il frutto e il successo di tanti sforzi, che oltre al Consiglio Direttivo del Lazio Club Quirinale, ha coinvolto tutti noi, ognuno con le sue idee e suggerimenti. Ritiro indimenticabile, vissuto quasi sempre con la nostra Lazio, insieme ad amici più che colleghi; niente di paragonabile al ritiro di tre anni fa in cui andammo solo noi quattro e durante il quale dovevamo rincorrere solo i nostri idoli.

 

Come passavi le giornate?

Il ritiro lo abbiamo vissuto come una vacanza. Abbiamo avuto la possibilità di vedere la squadra direttamente in albergo, per foto, video e autografi, dove tuo fratello è stato il vero protagonista. Quindi abbiamo fatto i turisti tra quelle bellissime montagne, pranzando nei rifugi o nei ristorantini tipici e rilassandoci dopo il pranzo tutti insieme; eravamo la nostra famiglia, la famiglia Lenza, la famiglia Innocenzi, la famiglia Michelini e la famiglia Norberti. Nel pomeriggio assistevamo agli allenamenti della squadra e tornavamo in albergo per la cena, concludendo ogni serata con i canti del popolo laziale sotto l’albergo e con le chiacchierate con quelli che poi sarebbero diventati nostri amici: Manzini, Juan e alcuni ragazzi dello Staff.

 

Che sensazioni si hanno a seguire la Lazio anche durante il ritiro?

Le sensazioni in questo caso sono state diverse dagli altri ritiri in cui sono stata. Qui, per quanto mi riguarda, eravamo quasi parte della squadra, mancava solo che mio figlio Giovanni scendesse in campo anche durante gli allenamenti a fare foto e video al “santo” Felipe Anderson che, quando lo vedeva, si metteva gia’ in posa!! Vivi in pieno la squadra e riesci a capire il lato caratteriale di ogni singolo giocatore. Infatti nel vedere un mito del calibro di Miroslav Klose dileguarsi per non fare foto o autografi si intuiva che tipo di persona fosse, schiva e solitaria. Riuscire comunque a bloccarlo con tranelli e appostamenti è stato semplicemente fantastico!!

 

Qual è stato il momento più bello di questa vacanza?

Beh, per chi ha letto sul nostro gruppo facebook e per chi e’ stato testimone del mio racconto, non posso che confermare che la compagnia di Socrate Lenza abbia superato il piacere di essere stati a contatto con la Lazio per lunghi quattro giorni. Un grande amico già da prima del ritiro, lo conosco da tanti anni come collega, speciale per la sua gentilezza, signorilità e lazialità ai limiti della pazzia, il tutto condito da grande grande allegria. Ripeterò che le emozioni che mi ha fatto provare lui a 15 metri di altezza, tra gli alberi bellissimi del parco avventura di Auronzo, credo che possano essere messe nella classifica delle prime dieci della mia vita, naturalmente dopo la nascita dei miei due figli e dopo i miei lunghi 30 anni con tuo padre. Vederlo li appeso, in posizioni totalmente innaturali, solo chi l’ha visto dal vivo come te può capirlo. Credevo di morire dal ridere li, sugli alberi, perché solo vederlo mi toglieva il fiato, non riuscivo a respirare e a ridere allo stesso tempo! Veramente ad un certo punto pensavo di morire soffocata.

 

Da come hai visto al ritiro, che ne pensi di questa Lazio?

La prima cosa che mi ha colpito è stato il volto del nostro mister Pioli; una persona a mio parere buona, calma, capace di far gruppo tra giocatori più o meno di qualità e un uomo molto determinato. Anche i giocatori mi hanno fatto una buona impressione, qualità del singolo a parte. Sono affiatati tra loro, anche se c’è molta differenza, specialmente di età tra molti di loro. Quindi in conclusione mi auguro che non deludano le aspettative di tutti i laziali, che facciano un buon campionato all’altezza delle altre grandi squadre italiane.

In conclusione un saluto a tutti e grazie Eleonora per questa intervista, la prima della tua vita, spero che questa sia la prima di una lunga carriera da giornalista sportiva. Che ne sai, magari un giorno, partendo da qui, ti vedrò in tv ad intervistare i giocatori della nostra Lazio!

 

Eleonora Poggi

 

LA LAZIO DEL ’74: la banda Maestrelli

La squadra dei nostri padri…la fede immortal!

 

 

2015-03-28 LAZIO’74N.2

Si è detto e scritto tutto sulla Lazio del ’74, ma ciò nonostante non ci annoia mai ricordare quella squadra.

La giornata che si è svolta a Mazzano Romano, alla presenza di più di 100 persone, ha visto rendere omaggio ad una rappresentanza di quella che venne definita dalla stampa dell’epoca “banda Maestrelli”. Siamo nel pieno degli anni ’70 e il linguaggio giornalistico sportivo era intriso della dialettica di quegli anni. Non meraviglia quindi l’appellativo di banda riferito ad una squadra di calcio. A dire il vero i giocatori fecero di tutto per meritarlo. Dagli atteggiamenti rissosi in campo alla moda spocchiosa e irriverente della detenzione di armi. E’ un proliferare di atteggiamenti sbagliati che trovano il triste epilogo una fredda sera di gennaio con la morte di Luciano Re Cecconi. “Non scherzo”, sottotitolo virtuale del cortometraggio censurato dell’archivio Rai mai andato in onda, racconta di quell’ omicidio, frutto della fatalità e del clima da anni di piombo, e con esso la fine di una squadra entrata di diritto nell’immaginario collettivo. Una tragedia che trova la sua matrice nel binomio “pistole e palloni” così come definito dal giornalista Guy Chiappaventi. Una squadra vittima della sua stessa essenza e per questo incredibilmente vera.

Il clima al ristorante “Valle del Treja” è conviviale con la presenza di bambini e ragazzi festanti e la loro giovane età sembra stridere fortemente con quella di chi ha vestito i panni dell’eroe ormai quattro lustri fa. Anche chi scrive, nato proprio nel 1974, non li ha visti giocare ma li ha vissuti attraverso i racconti del proprio padre. Ma intorno a quella squadra hanno tutti qualcosa da dire, come il prof. Giulio Napolitano, nostro socio onorario. Racconta della sua lazialità, nata sui banchi di scuola, sull’onda lunga del primo storico scudetto e mai ammainata neanche davanti ai successi sportivi della seconda squadra di Roma. Il suo racconto, vivo e spontaneo, supera il pensiero della martellante filastrocca Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D’Amico, entrata di recente anche nel mondo cinematografico. Una squadra che ha saputo ridestare lo spirito sportivo del tifoso laziale, di condurlo all’esaltazione collettiva nel giorno di Lazio-Foggia il 12 maggio 1974, stesso giorno in cui il popolo italiano veniva chiamato a esprimere il voto sul divorzio. Scopriva l’importanza del primo storico referendum della Repubblica Italiana accogliendo un’affluenza record dell’87,7 %, ancora oggi mai superata. Ciò testimoniava l’interesse degli italiani per i temi etici e più in generale per un coinvolgimento attivo nelle dinamiche della società civile. Questo senso di partecipazione si rifletteva anche nello sport e per i tifosi laziali si tramutava in un rapporto simbiotico e viscerale con la squadra con i colori del cielo. Il bianco e celeste dominano nella sala del ristorante e sulle uova di cioccolata confezionate per la Pasqua ormai imminente. Una riffa improvvisata e goliardica determina i fortunati vincitori e rinsalda lo spirito associativo del nostro club. La giornata è piacevole, tra i tavoli i ricordi si liberano nella mente come il profumo e le bollicine del vino frizzantino servito per il taglio della torta. Un’aquila celeste su un mare bianco di panna, metafora esatta di un volo di libertà lungo più di 100 anni. Un brindisi alla Lazio del ’74 e ai suoi rappresentanti, oggi nostri graditi ospiti.

A proposito, non vi ho detto chi erano (n.d.r. Wilson, Pulici, Oddi) perché semplicemente c’erano tutti. Perché oggi a festeggiare con noi c’era tutta la banda Maestrelli, nessuno escluso, anche coloro che purtroppo già ci hanno lasciato e stanno lassù dove “c’è er Maestro che ce stà a guardà”!

La squadra del primo scudetto, “la squadra dei nostri padri … la fede immortal”!

“banda ’74: pazzi, rissosi, indomabili … laziali”! La chiosa finale che riecheggia nella serata “Di padre in figlio” del 12 maggio 2014.

Omaggio a loro che ci sono venuti a trovare e chissà, forse, torneranno anche un’altra volta!

 

Matteo Mastrella

IL LAZIO CLUB QUIRINALE AL CIRCOLO DUE PONTI

Il giorno 27 novembre 2014, nella efficiente struttura del Circolo Sportivo “Due Ponti”, è stata celebrata l’inaugurazione ufficiale del Lazio Club Quirinale.

Si è trattato di un evento che corona l’impegno encomiabile di una rappresentanza del personale della Presidenza della Repubblica, guidata con autentica passione dal Presidente Raffaele Bracci e prodigatasi infaticabilmente in un meraviglioso lavoro di preparazione e di realizzazione del sogno biancoceleste all’interno della prima Istituzione della Repubblica.

Nei mesi precedenti, infatti, l’idea si è andata pian piano materializzando favorita da un clima di ampio consenso e consapevole entusiasmo da parte dei supporter laziali, che in breve tempo hanno raggiunto e superato quota 100 nelle iscrizioni al sodalizio.

Ciò ha consentito la rapida costituzione degli Organi sociali e l’avvio della concreta attività, da subito incentrata su qualificate iniziative mirate al pieno coinvolgimento di tutti i soci.

E’ questa la caratteristica distintiva del Lazio Club Quirinale: non solo e non tanto un circolo di semplice testimonianza di forte attaccamento ai colori sociali ma una fucina di idee e di progetti caratterizzati da grande dinamismo e particolare propensione alle iniziative benefiche a sfondo sociale.

In tal senso si segnalano i settimanali appuntamenti con la schedina, l’offerta di biglietti per le partite casalinghe, gli incontri periodici conviviali, la possibilità di vivere il ritiro pre-campionato fianco a fianco con i giocatori, le attività di sensibilizzazione per la donazione di sangue e la raccolta di fondi da destinare a sollievo di situazioni particolarmente svantaggiate, solo per citare alcune delle principali iniziative poste in essere in appena un anno di impegno.

La serata del 27 novembre ha visto differenti oratori chiamati a illustrare il senso complessivo e più profondo delle finalità sociali come sopra accennato in un clima davvero gioioso e di intensa partecipazione da parte di oltre ottanta iscritti e ospiti di riguardo.

Tra questi ha destato grande entusiasmo la “stella” della Lazio calcio a cinque femminile Lucileia Renner Minuzzo nonché la presenza del redattore del sito on-line “Cittaceleste” signor Stefano Benedetti.

Alla fine il consueto brindisi tra cori festanti ha concluso la cerimonia tra tanta speranza e favorevoli auspici per le sorti della squadra, con la consapevolezza che a prescindere dai risultati sportivi mai debba venir meno il sentimento di amore e di sostegno alla “biancoceleste” così fortemente radicato nella passione di tanti sostenitori.

Dott. Salvadori Flavio

UN SOGNO DIVENTATO REALTA’

OTTOBRE 2014: “OTTANTA”

Questo era il numero dei soci che nel 2014 facevano parte del nostro club. Ora, a Marzo 2016, a distanza di due anni ricordo sensazioni ed emozioni che racconto

volentieri. Con enorme diffidenza, io e il Presidente Raffaele eravamo riusciti a creare il Club in pochi mesi, a portarlo ad un numero di soci abbastanza cospicuo, lavoravamo solo in due, il Consiglio Direttivo era costituito solo sulla carta, non ci aiutava nessuno!!!!

Nonostante tutto ciò e con l’inaugurazione ufficiale alle porte decidemmo di organizzare il primo evento del nostro club: UN PRANZO.

Le domande che ci facevamo erano diverse: dove organizzeremo l’evento? Parteciperà qualcuno o sarà un pranzo tra le nostre due famiglie? Cosa inventeremo per coinvolgere quante più persone possibili? Ero dubbioso, ma il Presidente mi tranquillizzava ogni volta che ci sentivamo: “ Non ti preoccupare i soci parteciperanno!”, mi ripeteva, ma ero dubbioso sempre di più. Tuttavia pensai che

forse Raffaele aveva ragione. Noi facevamo del nostro meglio, se i soci avessero risposto all’ iniziativa bene, altrimenti pazienza! Trovammo la location: era un casale ai “Castelli” di proprietà di un amico, che si occupava di catering, stabilimmo la data e il prezzo del menù, poi realizzammo la brochure di invito all’evento. Per convincere gli scettici a partecipare, ci inventammo una specie di riffa con tre premi ad estrazione tra tutti i partecipanti.

Pensate nemmeno a farlo apposta, due dei tre premi (una felpa e una sciarpa della Lazio) li vinsero i miei figli!! Seguì una valanga di commenti scherzosi sulla vicenda che ancora mi porto nel cuore.. Comunque alla resa dei conti i soci partecipanti erano circa una sessantina. Niente male come prima volta, pensai.

Quel giorno la Lazio giocava in trasferta ad Empoli quindi organizzammo anche il dopo pranzo: la partita da vedere tutti insieme sullo schermo come se fossimo allo stadio. Come non detto: a noi laziali manca sempre il centesimo per fare una lira! La Lazio perse 2 a 1 e il nostro club ebbe inizio tra il pensiero generale “di portare iella”.

Baci e abbracci e tutti a casa affranti meno il sottoscritto. Forse è stata l’unica volta nella mia vita che la sconfitta della mia squadra del cuore non mi ha lasciato tristezza e malinconia. In macchina durante il tragitto verso casa riflettevo su come era andata la prima volta. Ero contento per quello che eravamo riusciti ad organizzare e per l’allegria dimostrata dai soci (prima della partita). Non potevo di certo immaginare quello che sarebbe accaduto per il Club nel giro di qualche mese! Più di duecento iscritti, una struttura associativa ormai consolidata, l’organizzazione di eventi meravigliosi con ospiti importanti, la vendita di gadgets personalizzati e soprattutto una grande e costante partecipazione dei soci ad ogni iniziativa.

Volete sapere qual è l’unico neo? Per tutto il Consiglio Direttivo è diventato un secondolavoro!!! Ma va bene così.

SEMPRE FORZA LAZIO.

Gianluca Poggi