Matteo Mastrella
Tuttosport
Il LCQ IN FAVORE DELLA SO.SPE. DI SUOR PAOLA
Domenica 26 Novembre 2017 una delegazione del Lazio Club Quirinale 1900 ha partecipato all’iniziativa di solidarietà a favore della SO.SPE. Solidarietà e Speranza, onlus di riferimento della casa famiglia di Suor Paola.
IL DOTT. FLAVIO SALVADORI NUOVO PRESIDENTE ONORARIO DEL LCQ
Ieri 20 novembre 2017, presso il Circolo Ufficiali dell’Esercito in zona Castro Pretorio, si è riunito il Consiglio Direttivo del Lazio Club Quirinale 1900.
A margine del sopralluogo della location, presso la quale si intende inoltrare invito ufficiale alla S.S. Lazio per il rituale evento conviviale da tenersi nel primo scorcio del nuovo anno, si è svolta la cerimonia per la nomina a Presidente Onorario del Lazio Club Quirinale 1900 del dott. Flavio Salvadori, già Vice Segretario Generale della Presidenza della Repubblica.
Il dott. Salvadori, visibilmente emozionato e grato del pensiero che tutto il Consiglio Direttivo gli ha rivolto attraverso l’investitura ufficiale a massimo organo di rappresentanza del Lazio Club Quirinale, carica peraltro mai prima d’ora ricoperta, ha rivolto a tutti i soci i più fervidi ringraziamenti.
Siamo certi che il dottor Salvadori sia la figura più idonea a ricoprire tale ruolo e che possa mettere al servizio del nostro club l’esperienza e le capacità che lo hanno contraddistinto nel ben più gravoso compito di guida della complessa macchina amministrativa della Presidenza della Repubblica.
Un altro tassello, necessario a strutturare il nostro club con un organigramma di prestigio, per essere sempre all’altezza delle sfide e delle nuove iniziative che porremo in essere.
Con sincera lazialità
il Consiglio Direttivo
RICOMINCIAMO!!!
IL DOPO-DERBY
“… e lasciami gridaareee!”, rocheggiava tanti anni fa Adriano PAPPALARDO nell’incipit della canzone “Ricominciamo”.
E questo io grido stasera dalla tastiera del mio notebook: “Ricominciamo!”. Smaltiamo nel minor tempo possibile la delusione per questa sconfitta, che brucia tanto più perché è seguita al reboante 3-1 che infliggemmo alla Tragica nell’ultimo derby di campionato. Sinceramente, speravamo che la Nostra Magica si ripetesse a stretto giro di posta, e forgiasse il primo anello di una catena di vittorie stracittadine come – purtroppo – riuscirono a fare i cugini, riemergendo dalla fossa oceanica della Finale di Coppa Italia persa il 26 maggio 2013.
Invece, la Roma si è rimessa subito in sella, e stasera inneggia al suo mister Di Francesco come novello Luis Garcia (accento sulla “a” finale, mi raccomando), quello di “Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio!”. E, scusate il francesismo – del tutto in tema, poiché ho nominato un allenatore francese – ma a me, per aver perso il derby di stasera, rode tremendamente il si è ben capito che cosa!
Io ho seguito la partita alla radio, e posso giudicare parzialmente rispetto ai confratelli aquilotti che sono stati allo stadio o hanno assistito davanti alla TV; ma credo che la radiocronaca mi abbia fornito ugualmente validi elementi di giudizio sull’odierno derby.
Cominciamo dall’operato dei direttori di gara (e delle VAR). L’arbitro Gianluca ROCCHI di Firenze – a proposito, domenica c’è pure LAZIO-FIORENTINA! – ci ha messo del suo, non concedendoci subito l’evidente rigore per fallo di mano, e sanzionando tempestivamente i nostri giocatori per i falli da loro commessi senza d’altronde comportarsi altrettanto severamente con i giocatori giallorossi, ma ritengo che non sia stato determinante nell’esito dell’incontro.
La vera differenza l’ha apportata il diverso approccio alla partita delle due squadre. Stavolta, a differenza dell’andata di Coppa Italia e del ritorno di campionato disputati nella scorsa stagione, i romanisti sono stati agonisticamente più presenti di noi, e per lungo tempo sono stati anche più concentrati, tranne (clamorosa eccezione!) nell’occasione del fallo da rigore di Manolas, senza il quale molto probabilmente non saremmo rientrati in partita. Dalla metà del primo tempo, la Roma ha pigiato l’acceleratore, ci ha messi in difficoltà e ha conseguito meritatamente il vantaggio. Quando ha acciuffato il raddoppio con un tiraccio del Ninja Nainggolan (peraltro non nuovo a questi exploit!) ho seriamente temuto che ci avrebbero inferto una goleada!
Qui si è certificato il valore di Simone INZAGHI, che ha indovinato i cambi surrogando Leiva e Lulic (entrambi sottotono) con Lukaku e Nani, i quali hanno riassestato e tonificato la Lazio, restituendole campo. Ma, ribadisco, molto probabilmente senza il fallo di Mano-las e il susseguente rigore trasformato da Ciro Immobile – sempre più capocannoniere! – noi non saremmo rientrati in partita. E, purtroppo, il forcing finale non è bastato!
La Lazio ha giocato da Lazio nei dieci minuti iniziali e nel quarto d’ora finale. Sarebbe stato troppo poco contro qualsiasi altra squadra, figurarsi contro la Tragica, che ha una rosa giocatori più cospicua della nostra. Soprattutto nel reparto offensivo. La Roma dispone di tre attaccanti – Lucertolone Dzeko, Defrel e Schick – e di due mezzepunte che vedono bene la porta – Perotti, soprattutto! ed El Shaarawy – mentre la Lazio, di fatto, ha solo Ciro Immobile, che oggi non stava per niente bene, pur non lesinando impegno e segnando il quindicesimo gol in campionato (oltre al gol, purtroppo giustamente, annullato).
E quando Ciro manca, o non sta bene come è successo oggi, stentiamo tremendamente là davanti. Caicedo deve formarsi, e quell’accidente di Felipe Anderson è sparito dai radar. Nani deve ancora carburare, ma mi sembra più uomo di manovra che di punta. Non sarebbe valsa la pena di spendere qualche soldo per Falcinelli, che non è un campione ed è totalmente privo di esperienza internazionale, ma è un bravo attaccante italiano e avrebbe fatto benissimo da spalla a Immobile?
Luis Alberto ha giocato male, ma ci può stare. La prestazione negativa non incide assolutamente sulla valutazione del suo scorcio di stagione. Lo spagnolo ha piacevolmente sorpreso tutti noi. Mi permetto un piccolo consiglio a Simone Inzaghi: lo addestri maggiormente sui tiri dalla distanza. Quanto ci mancano le bombe di Sinisa!
La difesa poggia quasi esclusivamente su Strakosha (ottimo riflesso sul Lucertolone nel primo tempo) e su De Vrij. Radu comincia a sentire il peso degli anni; Basta, anche lui non proprio ragazzino, si infortuna spesso; Bastos è incappato in una giornata negativa; Edgar Wallace forse non vale gli otto milioni che lo abbiamo pagato. Meno male che l’irruenza e la poca prevedibilità di Lukaku sopperiscono sempre più alle manchevolezze di Senad Lulic, altro ultratrentenne. Il montenegrino Marusic è ottimo contraltare del belga sulla fascia opposta del campo, ma è consigliabile addestrare maggiormente entrambi anche alla fase difensiva.
Passiamo al centrocampo. E’ stata una giornataccia per Lucas Leiva, ma si può accettare. Ricordiamoci sempre che lui non è un facitore di gioco. L’organizzazione e anche l’uso della fantasia competono maggiormente a Milinkovic-Savic (oggi insufficiente, ma deve acquisire continuità). Parolo è il tuttofare, ma nemmeno lui è un organizzatore, e cominciano a scarseggiare le sue conclusioni da lontano. Si insista da subito su Murgia, si valuti l’inserimento di un altro giovane, e si pensi a cospicui rinforzi per questo reparto, se si vuole far crescere la Lazio.
E la Lazio deve crescere ancora. Molto. E bene. Anche oggi lo si è visto.
Ma tutte queste riflessioni le ho messe su carta solo perché avevo bisogno di smaltire la delusione del derby perso. Finora, stiamo comportandoci bene!
Solo, non perdiamo di vista i nostri limiti, che sono ancora tanti.
E già da giovedì, quantunque abbiamo vinto il nostro girone di Europa League, RICOMINCIAMO!
E domenica, contro la Fiorentina, RICOMINCIAMO!
FORZA LAZIO!
18 NOVEMBRE 2017.
MARCO BINDI
LA FINE DI UN INCUBO
IL LAZIO CLUB QUIRINALE SPOSA IL PROGETTO MIRIAM
PROGETTO MIRIAM UGANDA 2016
In Uganda moltissimi bambini, di età compresa tra i 4 e i 17 anni, vivono in completo stato di abbandono ed emarginazione sociale, patendo ogni giorno vessazioni e violenze.
Le motivazioni per cui sono costretti a vivere in strada sono molteplici.
Molti sono orfani, molti sono stati abbandonati dai familiari, alcuni fuggono dagli abusi che subiscono nella loro casa.
L’AICO dal 2013 monitora la situazione nella città di Kabale (Uganda), offrendo quando possibile, assistenza sanitaria e alimentare ai bambini.
Nel 2014 AICO ha inoltrato richiesta alle autorità locali, al fine di cooperare per la costruzione di una centro accoglienza.
Nel giugno 2016 AICO ha avviato il progetto “Miriam” con il quale collaborerà in cooperazione con la Missione Francescana di Rushooka (Kabale) e i missionari laici Giorgio Scarpioni e Marta Novati, alla costruzione di una casa-accoglienza dove i piccoli ospiti saranno amati e accuditi.
Individuato il terreno nel villaggio di Rwentobo, a pochi chilometri da Rushooka, nel mese di settembre 2016 iniziano i lavori jdel Centro accoglienza che prenderà il nome di “Father Wembabazi” (Padre Misericordioso) che sarà sostenuto dal progetto “Miriam Uganda” di AICO.
Il 23 settembre 2016 i volontari AICO hanno posato la prima pietra.
Ad ottobre 2016, grazie ai fondi resi immediatamente disponibili dai partner di progetto, la struttura era già quasi ultimata.
Il 13 maggio 2017 i volontari AICO si sono recati a Rwentobo per inaugurare il Centro Miriam.
Il 9 giugno 2017, è stata avviata l’accoglienza e nel primo giorno sono state accolte quattro bambine dai 5 ai 9 anni.
Il 13 giugno 2017 è stato sottoscritto un accordo di collaborazione con l’Associazione “Salvagente” Italia di Monza, al fine di cooperare per ultimare gli ultimi lavori e per finanziare totalmente le spese di gestione.
Il 1° agosto 2017, abbiamo ufficialmente avviato la scuola all’interno del Centro Miriam. Sono state formate due classi, una seguita dalla neo assunta maestra e la seconda da Suor Marta (della congregazione della Divina carità) la quale ha espresso la volontà di collaborare con noi per istruire le bambine e soprattutto creare momenti di incontro con le famiglie di provenienza.
Oggi nel Centro Father Wembabasi vivono 20 bambine in assistenza totale per 24 ore al giorno.
La costruzione del Centro “Father Wembabazi” è stato finanziato per 2/3 dalla Missione Francescana di Rushooka, che ne è proprietaria e responsabile, e per 1/3 dalla nostra Associazione grazie al “Progetto Miriam Uganda”.
…to be cotinued!!
Associazione “Il Caprifoglio Onlus”
Roma, Palazzo del Quirinale 21/12/2017
Giornata davvero importante per AICO e il progetto Miriam Uganda.
Nel pomeriggio, una delegazione formata dal Presidente Mauro Tripodi, la segretaria Tiziana Cipelli i sostenitori Ugo Melandri (marito di Miriam Ghironi, alla quale é stato dedicato il progetto Miriam Uganda), Danilo e Diego Melandri, Elvira Nigro e Cesare Camilli, ha partecipato all’incontro istituzionale degli auguri di Natale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella splendida cornice offerta dal Salone delle Feste del Quirinale.
Durante i saluti Ugo Melandri ha avuto l’occasione di omaggiare il Presidente della Repubblica con il libro fotografico prodotto per sostenere il progetto Miriam “sguardi d’Africa – Uganda”, il quale dopo averlo sfogliato ha ringraziato sentitamente per il pensiero.
Un bellissimo pomeriggio reso possibile grazie all’amico Cesare Camilli che ringraziamo di cuore per l’impegno.
Il Presidente Raffaele Bracci negli studi di Radio Radio lo Sport
30/06/2017 Il Presidente del Lazio Club Quirinale1900 Raffaele Bracci ospite a Radio Radio lo Sport.
BIGLIETTI VINCENTI LOTTERIA 2017 LAZIO CLUB QUIRINALE
Il giorno sei maggio 2017, presso il ristorante “Scuderie San Carlo” in Via Portuense 959, 00148 Roma, si è svolta l’estrazione dei biglietti vincenti della lotteria organizzata dal Lazio Club Quirinale 1900
Sono stati estratti i seguenti numeri ai quali sono stati abbinati i premi a fianco indicati:
1° premio CROCIERA MSC – una settimana per due persone biglietto n. 1199
2° premio TV SAMSUNG 49” 4K ULTRAHD SMART TV WI-FI biglietto n.0721
3° premio BATTERIA PENTOLE “KUOKA” offerte da “NEW OLD &CO” biglietto n. 2356
4° premio CINTA UOMO “FENDI” biglietto n. 2886
5° premio SMART BOX “DUE NOTTI D’INCANTO” per due persone biglietto n. 2589
6° premio SOUNDBAR altoparlante LG LAS454B biglietto n.4804
7° premio OROLOGIO “CHRONOTECH” offerto GIOIELLERIA VANNOZZI biglietto n. 0545
8° premio GIFT CARD negozio “TUTTOSPORT” (VALORE € 150,00) biglietto n. 2056
9° premio TOM TOM START 52 offerto da “ELIANTO” biglietto n. 4710
10° premio BUONO offerto da “PRENESTINA GOMME” (VALORE € 150,00) biglietto n. 3149
11° premio FOTOCAMERA SUBACQUEA NIKON COOLPIX A10 BLACK biglietto n. 4637
12° premio BUONO “GIOIELLERIA TAFFERA” (VALORE € 150,00) biglietto n. 4174
13° premio FESTA PER BAMBINI “OASI PARK” biglietto n. 2610
14° premio BUONO SPESA NEGOZIO “BRITISH OLD” (VALORE € 100,00) biglietto n. 1774
15° premio BUONI BENZINA (VALORE € 100,00) DA “TO.MAS” biglietto n. 2461
16° premio CASSETTA VINO (BARONE DI BERNAJ) da “VINI SFUSI GALLO” biglietto n. 3094
17° premio PRANZO per 2 persone c/o “HOSTARIA ROMANA” biglietto n. 0624
18° premio MACCHINA DEL CAFFE’ “NESPRESSO INISSIA” biglietto n. 1207
19° premio PIZZA per quattro persone PRESSO “RISTORANTE SCIARRA” biglietto n. 2719
20° premio STAMPANTE HP ENVY 4520 biglietto n. 3217
Chiunque fosse in possesso dei biglietti dichiarati vincenti è pregato di contattare l’organizzatore della lotteria agli indirizzi di posta elettronica lotteria@lazioclubquirinale1900.it oppure segreteria@lazioclubquirinale1900.it entro e non oltre i 30 giorni dalla data di pubblicazione su questo sito. Si fa presente che per la riscossione dei premi è necessario esibire in originale il biglietto dichiarato vincente.
PREMIO LAZIO CLUB QUIRINALE EDIZIONE 2017: GIULIANO FIORINI
EVENTO DI SABATO 6 MAGGIO 2017
ANTIPASTO
“Scusate, ma io del derby… ancora vi voglio parlare… quando la Roma fu travolta dalle onde… del biancoceleste mare!”. Era tempo! Avevamo la sgradevole sensazione, durante gli incontri formali e no, ma soprattutto nello svolgimento degli “Eventi”, che qualcosa disturbasse il fluire degli accadimenti; che lo spirito di iniziativa dei Soci più intraprendenti – sebbene si realizzasse in splendidi momenti di condivisione solidale e rafforzamento della nostra lazialità – ci avesse ugualmente lasciati indietro di un passo importante.
Il 26 maggio 2013, sommità della storia sportiva della Lazio, si era allontanato; poco era importato a noi laziali che, nel frattempo, la squadra avesse disputato un’altra Finale di Coppa Italia e – stavolta a Shangai anziché a Pechino – un’altra Supercoppa Italiana, mentre i cugini erano rimasti a bocca asciutta. Contro di noi, però, il bilancio dei giallorossi si stava pesantemente arricchendo (cinque vittorie e due pareggi). Davvero un brutto rospo in gola!
Ma le nostre due belle vittorie del 1° marzo e del 30 aprile (intervallate dall’ininfluente sconfitta del 4 aprile) ci hanno finalmente ridato il sorriso! Il vento ha spazzato via quelle grevi nuvole giallorosse!
E’ tornato il sapore, il profumo di Lazio ci inebria quando ci riuniamo, negli incontri, negli Eventi, allo stadio!
SABATO 6 MAGGIO
L’Evento odierno si è celebrato nella location romana “Scuderie San Carlo”. Non è stato il pranzo di arrivederci alla prossima stagione, dal momento che dobbiamo giocare due Finali, e sognare non è vietato. Hanno partecipato all’evento i Soci del Lazio Club di Milano (presieduto dal romano Claudio SCIPIONI) e, soprattutto, la madre e le figliole dell’indimenticato Giuliano FIORINI.
Il Lazio Club di Milano – invitato grazie all’intraprendenza del Consigliere Mario MICHELINI – fu fondato negli Anni 60 da Alberto COSTA, allora giovane studente, oggi giornalista del Corriere della Sera. “Sempre in trasferta”, recita il detto sotto l’intestazione del Club, nel cui sito è riportato che i Soci sono molto innamorati della Lazio, nonostante la lontananza geografica e, per molti di loro anche anagrafica, da Roma.
La partecipazione del Lazio Club Milano è stata anche per questo una piacevole sorpresa: è già difficile professare la propria fede calcistica in un ambiente distante da quello della squadra del cuore; figurarsi cosa significa tifare per una squadra che poche volte, rispetto ad altre squadre, è ascesa alle vette del panorama calcistico italiano. Se questo non è amore, quale altra parola potrebbe definirlo?
Giuliano FIORINI. Una lunga malattia lo ha privato all’affetto dei suoi cari a soli quarantasette anni, nel 2005. Ma quante battaglie ha dovuto combattere, e quante ne ha vinte, a prezzo di inani sacrifici!
LAZIO-VICENZA. Era il 21 giugno del 1987, primo giorno d’estate, ma nei cuori laziali turbinava l’inverno. Se non avessimo vinto quella partita, saremmo precipitati nel baratro della Serie C1! Nello Stadio Olimpico non ci sarebbe stato posto nemmeno per un moscerino!
Cominciammo all’attacco, ma il pallone non voleva entrare. Contribuì parecchio all’acre nostra sofferenza il giovane portiere vicentino DAL BIANCO, che parò pure l’anima de… I biancorossi subirono anche l’espulsione di MONTANI, ma non cedettero… Finché, a otto minuti dalla sciagura, furono la lesta torsione e il subitaneo destro di Giuliano a scaraventare in rete un pallone divenuto plumbeo. L’urlo della nostra gente lacerò il muro del suono!
Giuliano FIORINI fu la nostra scialuppa di salvataggio, il martello pneumatico che sgretolò l’ultimo muro (di cemento) fra la speranza e la rovina, lasciatoci in eredità dalla partenza ad handicap (MENO NOVE!).
Il salone delle “Scuderie San Carlo”, inoltre, era stato “apparecchiato” con i gagliardetti che ricordavano le vittorie di Coppa Italia contro Milan, Inter e – soprattutto! – Roma, e con maglie storiche indossate da calciatori che in un recente passato militarono nella Lazio. La ricerca, e la conservazione di queste maglie sono il risultato del paziente lavoro di Agostino – titolare del sito “Maglie Lazio.it” (IL MUSEO) lavoro che lo stesso Agostino ha spiegato agli intervenuti allorché è stato presentato dal Vice Presidente del Club, Gianluca POGGI.
Sopraggiunti tutti gli invitati, il Presidente del Club Raffaele BRACCI e il Vice Presidente del Club Gianluca POGGI – scambiandosi perfettamente ruoli e tempi di intervento nella presentazione, come se fossero stati KEITA e IMMOBILE sul prato dell’Olimpico – hanno aperto l’Evento, illustrando le finalità del nostro Club e i punti centrali dell’evento stesso. E’ intervenuto il Dottor Flavio SALVADORI – Vice Segretario Generale Amministrativo S.G.P.R. – che ha sottolineato come il Club non sia solo espressione di aggregazione sportiva, ma anche espressione di lodevoli iniziative di solidarietà, una delle quali tra l’altro – come vedremo – era collegata alla Lotteria.
Sono stati invitati a parlare i rappresentanti del Lazio Club Milano. Il Socio Sergio BERNARDINI, illustrando le attività del Club stesso, ha anche raccontato, tra l’altro, di aver presieduto un Club nella capitale dello stato africano della Liberia! Retoricamente, si avrebbe l’istinto di esclamare: ”Lazio senza frontiere!”, anche considerando la presenza di Lazio Club a New York e a Bruxelles. Ma siamo perfettamente in linea con gli intendimenti dei Padri Fondatori della Lazio, che scelsero per i nostri colori la bandiera della Grecia, nazione archetipo dello sport che affratella i popoli. Subito dopo l’intervento di Sergio BERNARDINI, il Lazio Club Milano è stato premiato.
Il secondo premiato è stato Marco BINDI, Tesoriere del Lazio Club Quirinale 1900, per “l’affetto e la generosità sempre dimostrati”, recita la “motivazione” incisa sulla Targa. Un po’ in rima e un po’ in prosa, Marco ha affermato che i veri meriti sono del nostro Club, sempre tempestivamente sensibile ai disagi dei meno fortunati; successivamente, ha rivolto un saluto al Lazio Club Milano che, “come da Laziale tradizione, ha gemellato il Duomo col Cupolone”, e ha declamato un ricordo per Giuliano FIORINI, “piccolo grande uomo, perché c’è poco da scrìve, è anche grazie a lui se oggi la Lazio vive”.
Quando la madre e le figliole di Giuliano FIORINI sono state chiamate alla premiazione, il sentimento commotivo che già permeava l’Evento ha raggiunto il culmine. Non solo le tre donne, ma molti di noi non sempre sono riusciti a trattenere le lacrime.
Le sue care, e non solo per le somiglianze fisiche, hanno ritratto Giuliano nella sua semplicità e nella sua generosità. Soltanto lui, però, poteva rappresentare le sue intemperanze (era un accanito fumatore…) e, forse, qualche piccolo atto di indisciplina, soprattutto verso i tecnici, ma mai aveva inveito contro nessun compagno di squadra.
Giuliano FIORINI è della Lazio, e la Lazio è di Giuliano FIORINI!
La torta che ha chiuso il pranzo è una vivida testimonianza di questa reciproca appartenenza. “Eternamente grati”, recita il popolo biancoceleste attorno al Piccolo Grande Uomo.
Concluso il pranzo, il Presidente e il Vice Presidente del Club hanno chiamato i due Rappresentanti dell’Associazione “Il Caprifoglionlus”, con i quali il Club ha collaborato al sostegno del “Progetto Miriam”, destinatario di parte dei proventi della Lotteria. I Rappresentanti dell’Associazione, dopo aver rivolto un ringraziamento particolare al nostro Socio Cesare CAMILLI – che ha stabilito i contatti fra Associazione stessa e Lazio Club – hanno informato che nella prossima settimana si recheranno in Africa a sovrintendere la messa in opera di un intervento di solidarietà.
L’evento ha avuto termine con l’estrazione dei biglietti della Lotteria, cui hanno proceduto i Soci Socrate LENZA, Eleonora POGGI e Matteo MASTRELLA (da poco diventato babbo della piccola Sveva). L’elenco dei biglietti quelli vincenti sarà presto consultabile sul Sito del nostro Club.
Da rammentare, inoltre, la consueta gestione tecnica degli apparati audio-video – in particolare i microfoni per le interviste, e l’impianto per l’esecuzione dei brani musicali riferenti alla Lazio – eseguita solertemente dal Socio Gabriele Spaziani, coadiuvato nell’occasione dal Socio e collega Sandro DELL’ERBA.
E, con sentimento di gioia frammisto alla commozione, che ha pervaso tutti noi partecipanti all’Evento, chiudo il mio semplice scritto con il nostro consueto saluto:
F O R Z A L A Z I O!
Marco Bindi
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GIULIANO FIORINI, ANCHE TU NEL PARADISO DEGLI EROI
E’ il 21 giugno 1987, il primo giorno d’estate, quando un’anziana Signora di 87 anni si sporge in modo innaturale dal pontile che separa la terra ferma dalle onde di risacca del mare. E’ da una settimana che vive sull’orlo del precipizio, quando Pisa ha piegato le sue resistenze. Dal giro più alto della torre ha visto per tre volte la morte in faccia. Ha cercato salvezza nell’antica “Città Marinara” ma ha visto cosparse di sale irritante le sue ferite ancora sanguinanti. Un’agonia che si trascina ormai da un anno quando la Corte di Giustizia Federale la condannò con nove colpi mortali. Nove coltelli piantati nella schiena, tolti uno ad uno solo dopo otto interventi.
Le onde si rifrangono sugli scogli e su quella costruzione posticcia da dove l’anziana Signora fissa il mare. La schiuma bianca delle onde monta e poi scompare nella battigia dove rimangono le conchiglie, i ciottoli di forma arrotondata e una folla impressionante accorsa al suo capezzale. Inerme trattiene il respiro e segue con lo sguardo ogni piccolo suo gesto sperando che non sia fatale. Assiepa il tratto di arenile circostante tentando di darle quel sostegno salvifico che, a dire il vero, non è mai mancato durante tutto l’anno. Ogni maledetta domenica persone di tutte le età le hanno tributato una visita con lo stesso amore della prima volta a Gubbio quando fu ricoverata all’indomani della sentenza di condanna del tribunale. Ora nella sua testa, come un mantra, riecheggiano le parole del dottor Eugenio che durante la compilazione della base di ricovero, con fare risoluto, le domandò se aveva la forza per rimanere nell’arduo percorso di resurrezione, intimandole, in caso contrario, di andar via per sempre. Quelle poche parole sono state la panacea che l’ha tenuta in vita e che ora, seppur in un equilibrio precario, la tengono ancora sospesa sul pontile. A quasi un anno di distanza rappresentano la via d’uscita da quel malessere fisico e mentale che ne ha fiaccato le speranze di salvezza.
Poco distante da quel tratto di spiaggia dove si sta consumando un dramma umano il cui epilogo per fortuna deve ancora essere scritto, è un brulicare continuo di automobili che percorrono le consolari che portano al mare. A Roma fa caldo già da diverse settimane ma oggi, con l’ingresso ufficiale della stagione estiva, sembra esserlo ancora di più. La gente cerca così refrigerio sul litorale romano fuggendo dall’asfissiante afa della città. I ragazzi in un vociare continuo fanno i bagni a mare mentre i bambini giocano erigendo castelli di sabbia, esposti e precari come l’anziana donna sul pontile.
Intanto in lontananza appare un veliero che, solo in mare aperto, domina le onde increspate da un vento di grecale e dalle forze oscure di un dio Nettuno con le sembianze di Dal Bianco, estremo baluardo vicentino prestato agli abissi marini. La vela bianca del vascello si fonde con il celeste del cielo illuminata dal sole alto del solstizio d’estate. Il suo movimento sinuoso sembra generato dal vibrare di un tamburo battente e da “un amore così grande” di una lirica che si libera nell’aria. Come d’incanto la folla trepidante sulla battigia bisbiglia all’unisono quelle stesse note d’amore che trovano il pertugio giusto tra le labbra serrate dalla paura. Il veliero, cullato dal corale dolce sentire, cambia ora direzione e si dirige verso il pontile. A poco a poco, i muscoli facciali della gente in attesa si distendono e quella musica appena sussurrata si trasforma nel più ammaliante canto delle sirene. Il vascello ora naviga spedito guidato dalle sue 70.000 muse. Corre veloce verso l’anziana donna il cui destino sembra legato indissolubilmente a quello della folla trepidante. Un’empatia fondata su un sentimento profondo che tocca le corde del cuore. Anche il vento ha cambiato direzione e soffia ora da ponente. Accarezza la faccia dell’anziana Signora e le scalza i capelli lunghi che le coprivano il volto. Per la prima volta appare in tutta la sua disarmante bellezza, un fascino etereo che resiste all’incedere del tempo. Le labbra si inarcano leggermente in un concentrato di fatalismo e dignità e offrono un sorriso appena accennato a chi ormai empaticamente è divenuta la sua gente. Nel seguente gioco di sguardi c’è il sigillo dell’amore protettivo di Venere per il suo Adone. Alza lo sguardo verso il cielo e fissa, come l’aquila cara a Giove, il sole ancora alto senza esserne accecata. Allarga di colpo le braccia e il vento disegna sulle sue vesti biancocelesti l’impronta della vela del vascello in avvicinamento. E’ l’incastro perfetto, è il volere delle stelle. Il destino di salvezza sembra ormai scritto!!
La distanza che la separa dal veliero è ormai ridotta e basterebbe un ultimo sforzo della ciurma a bordo per portarla in salvo. Dalla riva la folla urla a gran voce i loro nomi, ora così distintamente riconoscibili. Al timone c’è Mimmo da Eboli che infonde negli altri la saggezza e lo spirito di quel Cristo che si è fermato troppo a lungo su altri lidi, dimenticando quello più caro ad Enea e a chi, come Ernesto, Mario e Massimo, romani di nascita, lo conosce fin da bambino. Antonio Elia detto “King Kong” che con muscoli e polmoni d’acciaio tiene la barra dritta dell’imbarcazione senza disperdere fiato in inutili e fuorvianti discorsi. Gli basta un cenno d’intesa per sincronizzare la pala del suo remo con quella degli altri vogatori Vincenzo, Gabriele, Giorgio e Giancarlo. A Raimondo da Messina e Angelo Adamo da San Giorgio Ionico spetta il compito di dissuadere ogni maga avventrice e difendere il veliero dagli attacchi nemici con l’aiuto degli altri mozzi di bordo Giuliano, Luca e Daniele. Paolo e Fabio rappresentano i primi avamposti e dalla prua indicano la rotta da seguire.
La distanza si è ridotta ulteriormente così come l’arco del sole disegnato nel cielo, pronto ad essere sotteso da un tramonto ormai prossimo. Nel volgere di poco tempo quella palla rossa sarà inghiottita dal mare e scomparirà forse per sempre all’orizzonte. Non c’è più tempo da perdere, l’anziana Signora è sul punto di capitolare e con lei all’unisono le 70.000 anime dannate sull’arenile. La ciurma si affanna negli ultimi spasmodici tentativi, ma la stanchezza e la lucidità, venute meno dopo così tanta fatica, prendono il sopravvento. La realtà si dissolve e degrada in un’alterazione della percezione sensoriale, dove forze arcane respingono ogni tentativo di attracco e, in un’allucinazione collettiva, fanno apparire le acque del mare tinte di biancorosso. Lo spirito di Dal Bianco aleggia ovunque e argina ogni velleità del veliero che tenta di salpare. Tra otto minuti il sole tramonterà e con esso la speranza di salvare la vita all’anziana donna. Manca ormai pochissimo quando Vincenzo passa la corda a Gabriele da Brescia che dal lato destro tenta un lancio della corda verso il pontile in modo sbilenco, forse un tiro della disperazione che come i precedenti va a vuoto. Ma proprio in quel momento un lampo improvviso segna il profetico vaticinio delle stelle, scegliendo Giuliano, così caro agli dei, per compiere il volere del cielo. La corda lanciata da Gabriele sembra persa inesorabilmente, sta per cadere in acqua quando Giuliano, voltato di spalle, la afferra in modo rocambolesco. Giuliano come tutti i suoi compagni è allo stremo delle forze, deve far affidamento al suo immenso cuore e al suo istinto. Si volta d’improvviso facendo scorrere la corda davanti a sé quando il dondolio del vascello aumenta d’intensità. Sta per cadere e vede la corda allontanarsi di quel tanto da sembrare inafferrabile. Ma Giuliano non è tipo da arrendersi facilmente, è un combattente per natura e chiede al suo cuore un ultimo sforzo. Fa un movimento in avanti, una spaccata e aggancia la corda al pontile nell’unico spiraglio che Dal Bianco può concedere. La folla sulla battigia guarda esterrefatta, trattiene il respiro e deglutisce nell’istante successivo. Giuliano protende le braccia in avanti quasi a toccare l’anziana Signora che aspetta solo che il destino sia compiuto. Guarda fiera uno dei suoi figli, forse uno dei prediletti, rappresentare al meglio l’amore viscerale che lega una madre alla sua discendenza naturale. In fondo è solo quello che vuole, avere la certezza che lo stesso sentimento provato per lei nutra l’amore che un padre tramanda al proprio figlio nella continuità della sua grande famiglia. Giuliano è ormai al suo cospetto e guardandola negli occhi rimane abbagliato dalla luce abbacinante che emana. L’anziana Signora è ormai virtualmente salva e con lei tutte quelle persone che hanno vissuto lo stesso dramma. Giuliano fa un cenno d’intesa e si abbandona in un tentativo di abbraccio certo di riceverlo in cambio. Ma tutto diventa effimero quando si accorge che l’anziana Signora è impalpabile, eterea. E’ volata via come un’aquila tra le stelle e forse non è mai stata sul pontile. E’ più di una semplice rappresentazione umana, è un’idea che esiste a prescindere, è la S.S. Lazio 1900…la prima squadra della capitale…
Matteo Mastrella
EVENTO DI SABATO 6 MAGGIO 2017 – SIAMO PRONTI!
EVENTO DI SABATO 6 MAGGIO 2017 – SIAMO PRONTI!
LA STORIA SI RIPETE!
Otto giorni prima dell’evento celebrato il 9 marzo u.s. presso “La Casa dell’Aviatore”, la nostra Lazio aveva inferto alla Roma la pesantissima sconfitta in semifinale di andata di Coppa Italia. Oggi, a sei giorni di distanza dall’evento di sabato 6 (“Scuderie San Carlo”), abbiamo ridato la paga ai cugini. Si potrebbe pensare di aver trovato la formula magica per vincere il Derby: organizzare un Evento entro i dieci giorni successivi alla partita!
La vittoria è stata prestigiosa, altroché! La “settimana di attesa” era trascorsa (troppo?) tranquillamente, sia considerando l’orario di inizio della partita – dodici e trenta – sia per i diversi stati d’animo dei tifosi: noi avevamo fiducia nella nostra Lazio, ma ci aspettavamo una Roma ben diversa, più “cattiva”; forse, siamo stati più “ottimisti” dei romanisti…
In realtà, la partita aveva la sua importanza!
Per noi che – pur estromettendo i cugini dalla Coppa Italia -dovevamo assolutamente riequilibrare i risultati di Campionato, “azzerando” la sconfitta sofferta all’andata; così si comportano le squadre che sono o che vogliono diventare grandi. Inoltre, nella corsa all’Europa League, avremmo distanziato l’Atalanta, che aveva pareggiato in casa contro la Juventus.
Per la Roma che, vincendo, oltre a puntellare una supposta supremazia cittadina stagionale, si sarebbe notevolmente avvicinata alla stessa Juventus, e magari avrebbe ancora potuto dire la sua nella lotta per lo scudetto.
Sta di fatto che – estremo atto di scaramanzia – io ho acceso la radiolina solo dopo aver ricevuto il Whats app dall’amico e consocio Gianni Blandini che mi informava del gol di Keita. “Mamma mia!” ho pensato, “e che succede?”. Ovviamente, avrei voluto che l’arbitro fischiasse la fine di lì a poco. Troppe volte la Roma, quest’anno, sembrava spacciata, e invece s’era sempre ripresa. In più, avendo appreso l’assenza di Cirogòl Immobile, e – sinceramente! – non nutrendo soverchia fiducia nella nostra difesa, pensavo che, se la Tragica avesse ribaltato il risultato, non ce l’avremmo più fatta a riprenderla.
Ascoltando la cronaca della partita, invece, pur ansiando come sempre avviene quando giocano gli Aquilotti, apprendevo che il portiere giallorosso Szczęsny – mica so scriverlo questo nome, l’ho copiato e incollato da Internet! – aveva salvato i suoi Lupacchiotti con due parate fenomenali (su Parolo e Keita, mi sembra). Avevo perso il racconto della mancata concessione del rigore per fallo su Lukaku (che, forse, avrebbe anche portato all’espulsione di Fazio); ma, nel complesso, stava andando assai bene per noi. Un piccolo tremito l’ho provato quando il radiocronista ha riferito di una trattenuta operata nella nostra area da Bastos ai danni del Lucertolone (Dzeko) che forse avrebbe potuto essere sanzionata…Vabbè, chi se ne interessa! A loro, quest’anno, hanno dato più rigori che palloni (e non è ancora finita!)
Ma, proprio sullo sfiorire del primo tempo, eccolo là, il tanto temuto “rigore per la Roma!”, fischiato dal Signor Orsato di Schi(f)o. E, sul pallone, ecco andare “Capitan Futuro” De Rossi, che tira una mozzarella, purtroppo sufficiente a insaccare il pallone alla destra del nostro Strakosha (e sembrerebbe che lo stesso D.D.R. abbia poi preso in giro la panchina della Lazio, dopo la trasformazione. Se è davvero accaduto, è stato un preclaro esempio di sportività).
Si va al riposo. La paura di perdere, certo, c’è: sulla carta, loro sono più forti. Se alzano i ritmi, e magari aggiustano la formazione… Poi sta giocando benissimo Salah Perché Ti Amo… Però… però…
Vi elenco i fatti finora accaduti nel Derby, solo per puntualizzare, e non già per “lacrimare”, come ben altri sono abituati:
- Immobile “s’infortuna” prima di scendere in campo, e resta fuori. Di fatto, giochiamo senza attaccanti;
- ci hanno negato un rigore (e la probabile espulsione di un avversario – Fazio, n.d.m.) sull’1-0;
- Lukaku, fino a quel momento fra i migliori, deve uscire per infortunio (sinceramente, al posto di Inzaghi, non lo avrei sostituito con Felipe Anderson…);
- Hanno concesso un rigore inesistente alla Roma, che lo ha trasformato, e ha così raggiunto il pareggio.
“Dopo ‘sti fatti”, per la Tragica, vincere il Derby dovrebbe essere poco meno che una formalità… Ma, troppe circostanze favorevoli per una sola squadra! Non sappiamo mica se le basteranno per fare risultato (e infatti..!).
Si ricomincia. Bruno Peres piglia il posto, nella Roma, di El Shaarawy. E, dopo tre minuti, mannaggia la difesa! la Roma ha la Grande Occasione; ma il Lucertolone Dzeko (capocannoniere del campionato!) compie il trentottesimo errore stagionale sotto porta (nella circostanza, è anche molto bravo il nostro Strakosha, che devia in angolo).
Giocatori e tifosi giallorossi non hanno nemmeno il tempo di imbufalirsi per l’ennesimo errore del bosniaco che, in fondo a un mortifero contropiede, Dušan Basta ci riporta in vantaggio (con un po’ di fortuna, essendo il pallone sbattuto sulla schiena di Fazio prima di entrare in porta).
Guardate un po’, che scherzi gioca la sorte. Fazio, scampando rigore contro ed espulsione, resta in campo e involontariamente danneggia la Roma. Sintomatico il fatto che il 2-1 sia stato segnato da Basta (appunto: “la partita finisce qui! Basta!”).
Ma si deve ancora soffrire, sia perché “si rompe” De Vrij (bella tegola per la difesa!) e, soprattutto, si soffre “per merito” di Felipe Anderson, che spreca due contropiedi sensazionali, rischiando di far tornare in partita la Roma. Spalletti, dal canto suo, ha sbilanciato in avanti la sua squadra inserendo Perotti e, soprattutto, Francesco Totti (scusate il turpiloquio…). Tutta legna per il fuoco laziale. E, in quel fuoco, Keita estingue la Roma, concludendo col gol del 3-1 un ennesimo, mortifero contropiede!
Tre minuti di recupero, a ben vedere, sono pochi. Ma bastano a Totti per compiere un fallo di frustrazione e, soprattutto, a Rudiger per farsi cacciare dopo un fallaccio su Djordjevic. Nel mezzo, ci sarebbe un altro gol sfiorato da Milinkovic-Savic (e non avrebbe guastato!).
La partita finisce come forse non credevamo, ma come sicuramente volevamo: 3-1 per la Lazio!
Lo volevamo, perché fa sempre piacere vincere il Derby.
Lo volevamo, perché siamo stati davvero più forti delle contrarietà (Immobile, Lukaku, De Vrij, l’indolenza di Felipe Anderson…) e delle stupidaggini commesse dall’arbitro Orsato (rigore negato a noi, rigore regalato a loro). Così, è molto più bello vincere!
Lo volevamo perché, adesso, festeggeremo allegramente e compostamente. Domani è il Primo Maggio, e la nostra esultanza scorrerà lieve come un ruscello montano, senza confondersi nel fiume solenne della Ricorrenza.
Lo volevamo, perché come il solito, preponderanti per numero e fervidi per fantasia, i tifosi della Roma esondano! Stavolta, la siccità di questo Derby perso li inaridisce. Anche se avessero a disposizione i vocabolari di tutte le lingue, non troverebbero parole! E forse, non vorrebbero nemmeno cercarle, se non contro la loro squadra.
Certo, il difficile viene ora. Siamo saldamente al quarto posto, con l’Atalanta a tre punti. Abbiamo quattro partite non proprio abbordabili (Sampdoria e Inter in casa, Fiorentina e Crotone in trasferta), sebbene non siano nemmeno troppo complicate. La realtà è che molte squadre trovano contro di noi motivazioni insospettate. Ma la Lazio dovrà mantenere la concentrazione espressa contro la Roma, perché il nostro vero obiettivo è il ritorno in Europa! Lasciamo da parte le due Finali raggiunte (Coppa Italia e Supercoppa Italiana), anche se queste ci conferiranno maggiore tranquillità sul campo.
Per ora, sia festa! E che la festa continui sabato prossimo, quando ci incontreremo nell’Evento!
F O R Z A L A Z I O!
Marco Bindi