Matteo Mastrella
Il Lazio Club Quirinale accoglie ancora la Lazio
Dopo 3 anni..Olimpia torna a volare sul Quirinale!
Diceva il famoso poeta libanese Khalil Gibran che “nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c’è un’ alba che ci aspetta.” Non ci speravamo più, ricordavamo con nostalgia tutti gli eventi che il Lazio Club Quirinale ha organizzato con successo dalla sua fondazione; gli abbracci, i cori tutti insieme, gli occhi emozionati dei bambini davanti ai loro Campioni..e finalmente, il 28 febbraio, la magia è tornata a La Casa dell’Aviatore. Una splendida serata, piena di sorprese e di ospiti speciali: apre le danze il grande Guido De Angelis, che ringraziamo di cuore per aver partecipato e per aver menzionato il Club durante la sua diretta. La cena viene accompagnata dalla splendida voce di Toni Malco, cantante e grande tifoso biancoazzurro e dall’umorismo del cabarettista laziale Marco Tana. Presente anche il Direttivo della S.S. Lazio, tra cui il Presidente Lotito, il Team Manager Manzini, il Dott. Roberto Rao, Responsabile della comunicazione per la nostra amata squadra, per la cui presenza non possiamo esimerci dal ringraziare il Dott. Mario Michelini, che da anni ormai si spende per il Club senza mai risparmiarsi, curando i rapporti con la Società come nessuno meglio di lui saprebbe fare. Accoglienza esultante e clamorosa quando entra in sala una rappresentanza dei calciatori della nostra amata Lazio: Provedel, Lazzari, Casale e Anderson, ormai habitué delle nostre serate, seguiti da Juan Bernabè, falconiere e addestratore di Olimpia. Ci ha onorati della Sua presenza anche Massimo Maestrelli (solitamente un pò restio agli eventi mondani), figlio dello storico Tommaso, Maestro di calcio e di vita; “La Lazio di papà rimane nell’eternità”, queste le Sue parole. “Non sono nato laziale, ho scelto di esserlo, e come me i miei figli ed i miei nipoti”. Il Lazio Club Quirinale per ringraziarLo Lo omaggia di un libro sul Palazzo e di una statua raffigurante un’aquila, doni che verranno consegnati anche all’allenatore Sarri a Formello, non appena si presenterà l’occasione. Scorrono le portate ma le sorprese non sono ancora finite, per la gioia dei bambini (diciamolo, anche degli adulti!) viene annunciata un’estrazione a premi, il piccolo socio Damiano, nel giorno del suo compleanno, vince un pallone autografato da tutta la squadra e Paolo, uno dei tre ragazzi del 31° stormo dell’AM, una maglia ufficiale (a proposito, se li incontrate insieme allo stadio, sappiate che la vittoria è assicurata…portano fortuna!). La serata è stata piacevolissima come sempre, forse più di sempre, tanta era la voglia di festeggiare ancora la nostra passione per la Lazio. Mi hanno commosso le parole di Flavio al papà: “Grazie papà, ti voglio bene…è stata la giornata più bella della mia vita”. Sai, piccolo Flavio, la Lazio non è solo una squadra da tifare; è una mentalità, uno stile di vita. Abbracciala, esulta quando ti regalerà gioie ma amala ancora di più quando ti farà disperare e lo farà, stanne certo, ma sappi che nessuna ti emozionerà come lei e ti farà sentire parte della grande famiglia che è la S.S. Lazio. Dunque un ringraziamento speciale al Presidente Bracci, al Vice Presidente Poggi ed a tutto il Direttivo del Lazio Club Quirinale per averci regalato l’ennesima magnifica esperienza di passare una serata con la nostra seconda famiglia.
Arianna Tirico
Il Colle bianco e celeste
La pioggia viene comunemente associata alla malinconia o al senso di rinnovamento, ma per i membri del Lazio Club Quirinale fa a volte rima con Lazialità. Esattamente come nell’ultima occasione, era proprio la pioggia a vestire da sera il 28 febbraio scorso, quando è andato in scena un evento dal sapore romantico e dalle tinte bianco e celesti. Ore 19:45, ero come al solito in ritardo. Mentre mi vestivo con la stessa velocità di Lazzari che corre sulla fascia, mio padre aspettava alla porta. Lui era tutto in tiro, elegantissimo, si aggiustava qualcosa sulla giaccia. Era una spilla della Lazio che richiamava gli anni ’70, una Lazio povera, ma dall’animo ricchissimo. Papà aveva dieci anni quando s’innamorò di quella “banda Maestrelli” fatta di valori, uomini veri e di un solo grido di battaglia. Grazie ai suoi racconti, anch’io mi sono ammalato inguaribilmente di Lazio, come disse una volta Giorgio Chinaglia. Riparati sotto l’ombrello, siamo saliti in macchina parlando solo di un argomento, sembrava il solito tragitto da casa allo stadio prima delle partite. Giunti al ristorante, abbiamo subito incontrato tanti amici e familiari; sì, la mia famiglia è tutta della Lazio. Tra questi anche mia nonna, una donna tenace che vive con la Lazio nel cuore. Genitori, nonni e figli tutti uniti dai colori del cielo. Penso che non ci sia nulla di più bello in questo mondo, dove valori e amore scarseggiano sempre più. La serata prometteva già bene e come per magia del destino da Cremona è arrivata la notizia più incredibile. Tanto per fare una premessa, oggi non ci sono più le radioline come un pò d’anni fa, quando 65 mila laziali ascoltarono dentro l’Olimpico che la Lazio era campione d’Italia. Tuttavia, la scena è stata molto simile. Tutti i commensali erano con gli smartphone sintonizzati con Cremona, dove “quegli altri” sono caduti sotto i colpi della squadra allenata da Ballardini: grazie ancora una volta mister! Passano pochi istanti, tra brindisi e risate ecco che fanno il loro ingresso alcuni dei personaggi più significativi della storia biancoceleste. A rubare un pò la scena è stato Tony Malco che in soli cinque minuti ha racchiuso i suoi pezzi più noti dedicati alla nostra amata Lazio, facendo alzare tutti dalle sedie per cantare. Un momento da pelle d’oca che non dimenticherò. Impossibile non citare Guido de Angelis, il mio mentore. Più che un giornalista è un uomo che ha dedicato anima e corpo alla Lazio e che da decenni tiene compagnia a migliaia di tifosi con la sua voce alla radio. Non esiste mattina che non ascolto Guido mentre mi reco in macchina all’università. Proprio per questo studio per diventare come lui. In una serata splendida come quella, ho avuto anche l’onore di scambiare due chiacchiere amichevoli con Massimo Maestrelli. Mi ha parlato del suo amato babbo con gli occhi lucidi, fiero ed orgoglioso di lui. Gli ha trasmesso la Lazialità di padre in figlio così come è successo a me. Insomma tre personaggi fantastici. Ora però, voglio spostare i riflettori sugli attuali interpreti della S.S. Lazio presenti alla cena. Al tavolo vicino al mio sedevano niente meno che Ivan Provedel, Nicolò Casale, Manuel Lazzari e Felipe Anderson. Non parlo solo di quattro bravissimi calciatori, ma soprattutto di quattro ragazzi colmi di semplicità che si sono guadagnati l’affetto dei tifosi con il loro spirito. Al momento dell’estrazione per vincere le loro maglie autografate è stato davvero emozionante vedere molti bambini felici nel sentirsi chiamare. Simboli, sogni e speranze, questo è quello che i calciatori rappresentano. Tra tutte quelle stelle ce ne era una che di solito non ama mettersi in mostra, ma non per questo meno luminosa, una stella che rappresenta la storia della Lazio: Maurizio Manzini. L’intera esistenza di quest’uomo è stata caratterizzata dai colori biancocelesti, o forse potrei dire il contrario. Quando un tifoso della Lazio ha la presunzione di sentirsi il più tifoso ha sempre l’obbligo di ricordarsi che c’è Maurizio Manzini. Nessuno, compreso me, sarà mai alla sua altezza. Infine, tra un telefonino a chiocciola ed un altro, e forse un altro ancora, c’era il presidente Claudio Lotito, che spero stesse parlando per un viceImmobile. Battute a parte, il numero uno della società si è cimentato in uno dei suoi solenni discorsi per esaltare l’amore dei presenti nei confronti dei nostri colori e soprattutto l’egregio lavoro svolto da tutta la squadra in questa stagione finora. Di sicuro, tutti hanno notato quanto un uomo bramoso di risultati come lui abbia lavorato sodo per portare successi alla squadra e cambiare il modo di porsi. Personalmente ammiro non poco la capacità del presidente di raggiungere qualunque obiettivo egli si ponga, in maniera diretta e senza scorciatoie. Immerso del tutto in un’atmosfera meravigliosa, mi sono sentito felice come un bimbo a Natale ed è proprio per questo che intendo dire grazie al presidente del Lazio club Quirinale Raffaele Bracci, al conduttore della serata Gianluca Poggi, il cui secondo nome credo sia Amadeus, alla firma biancoceleste Matteo Mastrella ed infine a Mario Michelini che come Manzini è l’anima silenziosa e fondamentale del club. Grazie anche ai partecipanti che hanno espresso in tutto e per tutto il nostro stile largamente invidiato. Come dico sempre io: “laziali bella gente”. Dopo la torta, la serata era ormai giunta al termine. Fuori era notte e batteva ancora forte la pioggia, ma per me era come se ci fosse stato il sole. Una volta nel mio letto ho rivisto per almeno un’ora tutte le foto e i selfie che avevo scattato e mi sono addormento pensando a “quant’è bello esse laziali”.
Edoardo Innocenzi
Pensiero della buonanotte
Vado a dare il bacio della buonanotte a Flavio …
Ha gli occhi chiusi, ma sorride …
“Grazie papà, è stata la serata più bella della mia vita”
grazie Gianluca, grazie!
Ezio Di Stefano
Il Maestro e il Comandante
Genesio accapanna le persiane della finestra vicino al bancone quando il vetro del frigo bar già trasuda la condensa della spuma e della menta Fabbri messe a raffreddare dalla mattina. Il ventilatore smuove la poca aria che circola all’interno del bar quando si scorge oltre la variopinta tendina di plastica affusolata della porta che dà sul retro il tavolo tondo d’alluminio dove Tommaso e i suoi amici giocano a carte. Alle 2 del pomeriggio il sole ha già virato da un pò verso le colline fiorentine e le mura rossicce del bar centrale sulla piazza principale di San Miniato, battute dalla luce della mattina, sono ora la naturale contrafforte ai raggi solari. L’ombra si estende per tutto l’isolato e offre il riparo agli avvezzi frequentatori del bar nella torrida estate del ‘74. La leggera brezza che spira dal basso della valle si infila tra le bianche canottiere a righe e le camicie a maniche corte totalmente sbottonate.
“Metti il carico che tengo la briscola” è l’esclamazione di Bob mentre esorta Tommaso.
“Metti! metti il carico che te lo fò vedere io” risponde Cosimo, “e che tu credi che vieni da Roma per insegnà a noi come si gioca a briscola”, “none none ‘un se pole vince contro di noi”.
Tommaso ormai conosce l’irriverenza pervasiva del suo amico d’infanzia Cosimo e e da fine analista della psicologia altrui non si fa intimorire. Ammaliato dall’attacco totale all’olandese, mutuato dalla sua Lazio, fresca campione d’Italia, rifà il verso a Cosimo:
“Cosimo a te ‘un te credo, e te briscola non ce l’hai” e cala l’asso di bastoni.
Cosimo ovviamente va liscio e Bob, da fidato secondo e dopo un cenno d’intesa con Tommaso decide di giocare all’attacco anche lui e invece della briscola mette altri punti. A quel punto Lorenzo, rivolto verso il compagno Cosimo, sbotta in un fragoroso
“Maremma bucaiola! quante volte t’ho detto di non fare il bischero”, impreca e poi riprende “e ora che fò!? Gli devo da’ anche du punti in fallo”.
A quel punto Tommaso infierisce su Cosimo “e così siamo tre a tre”. Manca un solo punto per decretare chi vincerà la partita. “Dai le carte, su! e sbrigati pure che tra un pò inizia la gara”.
La tv del bar, sintonizzata già da un pezzo su Rai2, immortala immagini in bianco nero del Mortirolo e dello Zoncolan. Oggi il giro d’Italia fa tappa in montagna con tutti i più forti scalatori ai nastri di partenza. Dalla strada principale del paese, pressochè deserta a quell’ora e stordita dal sole, una sciame di bambini in sella alle loro bici investe la già chiassosa presenza del bar. Ci sono Massimo e Maurizio, figli di Tommaso, gemelli anche sulle loro due Atala appena comprate. E poi c’è l’altro Maurizio, quello più grande della comitiva, con la sua Bianchi da corsa che papà Amerigo tira sempre a lucido.
Cosimo dà le carte per la quarta e decisiva partita con il 3 di briscola a tavola. “chi è questo cittino?” esclama Tommaso riferendosi a Maurizio. E prima ancora che gli altri avventori del bar rispondano, è lo stesso Maurizio a prendere la parola:
“So’ Maurizio, mi babbo è Amerigo dell’Italsider”.
“Che caratterino che tu c’hai” riprende Tommaso, “e che tu voi fà da grande?”
“il ciclista ‘ome babbo! Oppure l’allenatore di pallone!” risponde deciso Maurizio.
Tommaso ride di gusto “dà retta al Maestro, lascialo perde il pallone, entra in banca che s’è meglio!”
“Tommaso, Tommaso” urla scocciato Genesio da dentro al bar. “c’è uno che te vole al telefono!”.
Tommaso con tono intriso della tipica boriosità romana risponde: “Genesio te l’ho detto, sò campione d’Italia, ‘un ce sò pè nessuno”.
“Dice che l’è urgente” riprende Genesio.
“mmmh! e tu digli che ‘on ci sò …. e poi ormai sto alla penultima mano! e poi dopo c’è pure la cima Coppi che m’aspetta!” fa ancora Tommaso
“dice che chiama dall’America” con insistenza Genesio.
A quel punto Tommaso capisce, mette entrambe la mani sui braccioli della sedia arancione e si volta verso l’interno del bar a cercar parola. Genesio da bravo barista pronto ad esaudire ogni tipo di richiesta dei suoi clienti, asseta Tommaso, ormai sospeso nel limbo, “Dice che l’è Giorgio”.
Attimi di silenzio, Tommaso, tradendo la sua risolutezza dell’attimo prima, si alza e corre verso la cornetta grigia che penzola dal telefono a parete. La testa è in tumulto e prima di varcare la porta sul retro del bar si gira ed intima “Maurizio, finiscila tu la partita, prendi il mio posto!”.
Maurizio, catapultato di colpo nel mondo dei grandi, non tradisce l’imbarazzo e si siede quando il conteggio prima dell’ultima mano segna 51 punti con il 3 di briscola a tavola. Cosimo carica, Bob, senza far trasparire l’inconsistenza delle sue carte e non potendo far altro gioca 2 punti con sicurezza, anche Lorenzo carica e Maurizio, ultimo di mano, con freddezza calcolata va liscio. E non appena prende da terra il 3, beffardamente afferma “Vittoria! 4 a 3, anzi 4-3-3”.
Matteo Mastrella
Le ali dello sport – L’anno che verrà
Le ali allo sport - l'anno che verrà
Oggi nella sala Tevere all’interno della sede della Regione Lazio, in occasione del 123-simo compleanno della SS Lazio, una delegazione del Lazio Club Quirinale ha partecipato all’iniziativa “Le ali allo sport” organizzata dalla Fondazione SS Lazio 1900.
Il rinnovato quadro normativo che per la prima volta ha definito e disciplinato gli enti del terzo settore rappresenta il pilastro fondamentale su cui le associazioni non profit poggiano la loro attività. A tal fine l’Unione Europea promuove, tra le altre, anche le iniziative spotive in grado di qualificare e positivizzare i suoi valori fondativi e costitutivi. In questo contesto la Polisportiva Lazio, già alla guida dell’EMCA (European Multisport Club Association) e più direttamente attraverso la sua propagine della Fondazione Lazio, vuole farsi promotrice dei progetti di inclusione sportiva lungo il solco tracciato 123 anni fà dai suoi padri fondatori. La Presidente Gabriella Bascelli, attraverso il metalinguaggio del calendario con fumetti manga realizzato dall’artista Kiaraka, in occasione proprio del compleanno della Polisportiva, ha illustrato i desiderata che la Fondazione Lazio si prefigge di perseguire nel 2023 e le attività poste in essere per mettere a terra questi progetti che vedono coinvolte, sia nell’organizzazione sia nella pratica sportiva vera e propria, le varie sezioni che la compongono. Obiettivi ambiziosi raggiungibili solo attraverso la capacità di fare squadra e rete con le istituzioni europee e nazionali coinvolte.
Il Lazio Club Quirinale esprime il suo sentito ringraziamento alla Fondazione per l’invitato rivolto e poter contribuire a dare forza “alle ali dello sport” nel giorno delle celebrazioni della grande famiglia biancoceleste.
Matteo Mastrella
Tira la bomba Sinisa
Tira la bomba Sinisa
C’è una serranda di un negozio in mezzo ai due muri di un palazzo, un pallone e un bambino che gioca. Il bambino calcia bene il cuoio tirato a lucido e puntuale arriva il tonfo del metallo che lo respinge. Il bambino non sbaglia mai, colpisce la serranda sempre nello stesso punto, quello più angusto vicino all’intersezione dei muri. É insopprimibile il desiderio di immaginare una porta da calcio lì dove c’è una fredda lamiera. Serve più spazio al bambino ormai cresciuto, serve un campo da calcio. Più la porta è lontana, più facile è per Sinisa indirizzare il pallone all’incrocio dei pali. Sinisa fa eccezione ed è forse l’unico che non abbia mai usato il cosiddetto mestiere da footballer per accorciare meschinamente di qualche centimetro la distanza tra il pallone e la porta.
“Tira la bomba Sinisa” è il mantra che risuona dentro lo stadio e martella le tempie del malcapitato portiere che vede sbucare dal nulla la palla che si abbassa improvvisamente. Una saetta scagliata dal suo piede sinistro che finisce la sua corsa nella parte alta della rete, fosse quella dell’Olimpico, della BayArena di Leverkusen o dello Stanford Bridge di Londra.
“Mihajlovic Mihajlovic tira le punizioni a cento all’ora e fa goal” canta la Curva Nord quando vede una chioma fluente avvicinarsi al pallone e prendere la rincorsa. Per Sinisa le punizioni sono come i rigori per tutti gli altri specialisti del calcio da fermo. Non ha rivali nella disciplina. Forse solo le tre dita verdeoro di Roberto Carlos in una sfida immaginifica, evocata ma mai avvenuta si potrebbero opporre alla potenza del “brasiliano d’Europa”.
“E se tira Sinisa e se tira Sinisa è goal” canta per la terza volta lo stadio quando il blucerchiato Ferron assiste impotente all’unica tripletta su punizione diretta che il calcio ricordi.
Sinisa tira forte e tira ancora più forte contro l’ipocrisia del pensiero omologato al politically correct di chi nella vita non sceglie mai. Sinisa al contrario si schiera sempre, non ha paura di prendere posizione anche a costo di intraprendere quel sentiero solitario da aquila fiera. Sinisa si definisce orgogliasamente “zingaro” ribaltando quel paradosso da luogo comune che spinge vittimisticamente al marginalismo ogni tipo di diversità, di razza e di pensiero. Quello che per altri è offesa per Sinisa è un complimento. Idiozia e razzismo vengono combattuti con il capovolgimento valoriale che colpisce con la ritorsione funesta di un boomerang chi stoltamente crede di essere superiore. É la bomba verbale tirata da Sinisa, una punizione da contrappasso. Sinisa ci mette la faccia ancora una volta contro le bombe “invisibili” cadute su Belgrado nel 1999. “Peace, No war” è scritto sulla sua maglietta, tra tigri balcaniche e le immancabili polemiche. Sinisa, di madre croata e padre serbo, conosce la guerra e le sue contraddizioni. Ma di guerriero c’è solo il suo carattere indomito e le bombe sono solo quelle che tira con i piedi. Come sempre ridefinisce in senso positivo i significati di matrice maligna delle parole. È il suo irriverente marchio di fabbrica, la sua bomba sinistra che annichilisce l’ennesima ipocrisia.
“Tira la bomba Sinisa” è il fragore del tifoso laziale che rivede in Sinisa l’orgoglio spocchioso della generazione Chinaglia, in direzione ostinata e contraria a quella degli altri. “Tira la bomba Sinisa” è lo scudetto vinto al terzo tempo sotto un temporale primaverile, è la Lazio stellare più forte di sempre, campione d’Italia del terzo millennio, è il primo pezzo del 2000 che raggiunge nel “Paradiso degli eroi” i ragazzi del ‘74. “Tira la bomba Sinisa” è l’ospedale Sant’Orsola di Bologna e tutti i sanitari che vincono ogni giorno il loro scudetto nel vedere il sorriso dei loro pazienti, sono tutti coloro che in pellegrinaggio all’eremo di San Luca hanno pregato per te. “Tira la bomba Sinisa” è l’amore di tua moglie cementato nel dolore e nella sofferenza indicibile che hai sopportato, sono i tuoi sei figli con cui hai superato anche il tuo record balistico dei 3 goal in un giorno. “Tira la bomba Sinisa” è soprattutto la vita che vince contro la morte, perchè risplenderà sempre il sole dopo la tempesta e una nipotina venuta alla luce illuminerà il tuo universo.
Coraggio Sinisa, tira, segna, lotta e vinci ancora una volta per tutti quelli che ti hanno voluto bene!!!
Mastrella Matteo
Mauro Patrizi nominato socio onorario del Lazio Club Quirinale 1900
Mauro Patrizi nominato socio onorario del Lazio Club Quirinale 1900
Nella giornata del 10 Novembre 2022 il Lazio Club Quirinale 1900 ha nominato Mauro Patrizi, Capo dei magazzinieri della SS Lazio, suo socio onorario. Il riconoscimento, seppur consegnato nelle sole mani di Mauro, va esteso a tutti i collaboratori che a vario titolo lavorano per la SS Lazio. Il prezioso, costante e quotidiano impegno profuso dagli addetti ai servizi logistici rendono possibile lo svolgimento delle sedute di allenamento della squadra e impreziosiscono di fascino impeccabile la maglia più bella del mondo, la nostra, ogni volta che scende in campo in ogni stadio d'Italia e d'Europa! La cura, la dedizione, l'amore per i particolari con cui preparano il materiale tecnico trasformano questa semplice attività in un rituale pagano elevando la maglia della Lazio ad una sorta di reliquia, preservandone nel tempo il suo valore morale. Nelle ultime interviste rilasciate alla stampa l'allenatore Maurizio Sarri ha sottolineato più volte l'importanza di chi, da dietro le quinte e senza riflettori accesi, ogni giorno accompagna la sua professione con indefessa abnegazione fondendola a quel sentimento di lazialità che fa vibrare anche l'ultimo filo d'erba del centro sportivo di Formello. Per questo il nostro grazie va a Mauro che, come noi, coltiva e tramanda il senso di appartenenza alla prima squadra della Capitale! La tessera di socio onorario era il minimo che potevamo fare!
Perchè "la Lazio è la sua Gente", perchè Mauro è la SS Lazio 1900!!!!
Matteo Mastrella
A fianco del popolo ucraino
Domenica 13 Marzo presso la struttura dell'Oasi Park si è svolto uno spettacolo di solidarietà, organizzato tra gli altri dall'associazione del Caprifoglio Onlus, con lo scopo di raccogliere materiale sanitario, alimentare, vestiario, da destinare alla popolazione ucraina vittima della guerra scatenata dalla Federazione Russa. Il Lazio Club Quirinale ha voluto abbracciare l'ennesima esemplare iniziativa della Caprifoglio Onlus a cui rivolgiamo il nostro più sentito encomio. Ci preme ringraziare tutti i soci che hanno contribuito e reso possibile questa nuova iniziativa di solidarietà con la speranza di un cessate il fuoco immediato e l'apertura di un tavolo negoziale che abbia la pace come unico epilogo.
Matteo Mastrella
Il centenario della S.S. Lazio come Ente Morale
Centenario della Lazio eretta ad Ente Morale il 2 giugno 1921
È festa! Finalmente! È la settantacinquesima festa della Repubblica, una festa che in piena pandemia sa di rinascita e ha il sapore antico del suo primo anniversario. Il groppo in gola, la disperazione e le privazioni di una guerra mondiale svaniscono in quel bagno trionfale di persone festanti, uscite finalmente di casa stringendo il tricolore tra le mani. Donne con le gonne lunghe fin sotto al ginocchio corrono incontro ai loro mariti e, saltando quel poco per cingerne il collo, schiudono le labbra per la fuoriuscita di urla festanti e sorrisi. Sono loro le protagoniste assolute della nuova Repubblica. Per la prima volta nella storia è stato riconosciuto loro il diritto di voto. Nasce la Repubblica gentile, intrisa della sua matrice femminile, giovane ed eterea nella sua bellezza.
Trent’anni prima c’è un’altra guerra mondiale ancora più drammatica della Seconda. Una guerra lunga e snervante che getta in trincea la migliore gioventù dell’epoca. Mariti e padri muoiono in battaglia, di molti di essi si perdono le tracce e cadono nell’oblio di un numero sterminato ed indefinito di morti che cancella ogni singola identità. Mogli e madri aspettano invano. Loro malgrado devono sostituirsi ai mariti al timone della famiglia come nel mondo del lavoro. L’intero sistema sociale è in frantumi e per porvi rimedio viene fondato a livello nazionale l’istituto degli “Asili nido” con l’intento di accogliere non solo i figli dei richiamati al fronte ma anche gli orfani di guerra e i bambini delle famiglie indigenti. A tale scopo a Roma si costituisce il “Comitato di mobilitazione civile” per raccordare tutte le iniziative rivolte allo sviluppo delle case materne a cui aderiscono entusiaste le giovani donne di tutti i ceti sociali. La Società Podistica Lazio, forte della sua Sezione femminile, aderisce ferventemente a tale progetto come unica società sportiva capitolina, destinando una parte della sua sede sociale in Via Veneto alla realizzazione dell’“Asilo Lazio”. L’istituto, inaugurato il 28 giugno del 1915, accoglie i figli della nutrita truppa di atleti biancocelesti richiamati al fronte e i bambini dei quartieri Ludovisi e Pinciano. L’encomiabile servizio di assistenza civile alla popolazione prestato dalla Società Podistica Lazio non passa inosservato e la Regina Elena, a nome della Corona, elargisce un’oblazione a sostegno della nobile causa. La longeva presidenza dell’illuminato Cav. F. Ballerini, nei primi 25 anni del sodalizio biancoceleste, si distingue sin dai primi del ‘900 per le mirabili iniziative in ambito sportivo e sociale. Sotto di lui la Lazio è un caleidoscopio di sport e cultura che eleverà tutte le sue sezioni sportive, dalla ginnastica al calcio, al podismo d’avanguardia, al nuoto, in una dimensione decourbertiana dello sport per lo sport, in cui l’esercizio ginnico corrobora indissolubilmente l’educazione della mente e l’esaltazione valoriale di cui lo sport è portatore. La Lazio, più di ogni altra realtà atletica romana, è sinonimo di sport. Non c’è disciplina in cui non si cimenti o di cui perfino ne abbia introdotto per la prima volta la pratica come la pallanuoto, il calcio, il rugby. Parallelamente la sede di Via Veneto è un intreccio di iniziative culturali, conferenze ed incontri, una vera e propria école di letteratura e arte filodrammatica che porterà il premio nobel Grazia Deledda a diventarne un’assidua frequentatrice. La Lazio di Ballerini trascende il mero fatto sportivo. E’ radicata profondamente nel tessuto sociale e culturale e contribuisce giorno dopo giorno, gara dopo gara, al suo sviluppo. Nel 1915 di fronte all’avanzata della guerra e alle privazioni che da essa discendono trasforma il suo campo da gioco della Rondinella nel quartiere Flaminio in un orto di guerra contribuendo a sfamare la popolazione ormai allo stremo. Atleti di ogni disciplina e molti dei suoi dirigenti, forgiati nei valori dalla sezione dell’Istruzione Premilitare, anch’essa promanata dalla lungimiranza del presidente Ballerini, vanno a comporre il contingente italiano e con sorte avversa non faranno mai ritorno a casa. Tra le società sportive, la Lazio paga uno dei tributi più alti in termini di vite umane interrompendo per dover di patria la sua attività sportiva e lasciando incompiuta in ambito calcistico la conquista dello “scudetto negato” del 1915, all’indomani della mobilitazione generale del 23 maggio 1915. Alla fine delle ostilità belliche vengono riconosciute ai soldati biancocelesti, con regio decreto del re Vittorio Emanuele III, 22 Medaglie d’Argento, 35 Medaglie di Bronzo, 14 Croci di Guerra al valor militare, dando la misura del sacrificio e dello spirito di servizio della Società Podistica Lazio. Nell’alveo delle competenze del Ministero della Pubbica Istruzione e su proposta del suo Ministro Benedetto Croce, il 2 giugno 1921, la Lazio è eretta in Ente Morale ad imperatura memoria con Decreto Regio n. 907 a firma del Re d’Italia Vittorio Emanuele III. Le motivazioni accluse al provvedimento recitano il fine di pubblica utilità perseguito dall’istante.
Oggi, 2 giugno 2021, è festa doppia!! Si festeggia la Repubbica Italiana nel suo settatacinquesimo anniversario e il centenario dell’elevazione ad Ente Morale della Società Sportiva Lazio. Piace ricordare e sottolineare come il patrimonio sportivo, solidaristico, etico, culturale, storico abbia costituito il fondamento degli atti e dei fatti giuridicamente rilevanti per l’adozione del decreto regio, ancora oggi considerato in ambito dottrinario un unicum di difficile riproducibilità e di cui solo la Lazio può fregiarsi. È ancora più stupefacente che ancor prima della conquista dell’universalità del suffragio venne riconosciuto all’interno del sodalizio biancoceleste un ruolo premimente all’universo femminile, con la costituzione di un’intera sezione sportiva ad esso dedicata, con la conduzione diretta di un asilo per l’infanzia, della partecipazione, in condizioni di parità con il mondo maschile, alla sviluppo culturale del paese rendendo gentili sia la Lazio sia la Repubblica di cui oggi ne festeggiamo la bellezza.
W la Lazio, W la Repubblica Italiana
Matteo Mastrella
Francesco Madotto una vita di corsa
...su e giù per il Quirinale
Il giovane Francesco corre leggero sulle pendici del Monte Canin, nel gruppo delle Alpi friulane. Ha le leve lunghe, da corazziere, e sale come uno stambecco che si inerpica sulla roccia calcarea. Poco distante cammina a ritmo cadenzato il geologo Ardito Desio che con voce sibillina e imperativa intima al giovane Francesco, undici anni di età, di accorciare il passo. Quelli che sembrano essere paternali ammonimenti si rivelano i primi fondamenti sportivi per un passista delle lunghe distanze. Francesco obbedisce al capo-spedizione e riduce la sua andatura. Ora i passi sono brevi ma intensi, dosati in frequenza, uno dopo l’altro, in un ritmo costante di poderosa resistenza. Siamo nel 1951 all’alba della grande conquista del K2, il “posto al sole” che l’Italia del secondo dopoguerra rivendica con orgoglio nello scacchiere internazionale. Nelle grotte e nelle forre di origine carsica affogano le sconfitte della Grande Guerra patite sul fronte austro-ungarico di queste montagne, la sterile propaganda neocoloniale e le immani tragedie dell’ultimo conflitto bellico. Un vento nuovo libera nell’aria i sogni del giovane Francesco, la sfida alle stelle di un esploratore navigato e i vagiti di rinascita di un Paese intero in cerca di riscatto.
Nel 1958 la giovane Repubblica, lanciata a forte velocità verso il progresso, coniuga l’irrefrenabile modernismo del boom economico con la necessità di consolidare gli imprescindibili principi costituzionali. C’è bisogno di una nuova generazione che renda l’Italia una democrazia all’avanguardia, fatta di sviluppo creativo, ingegno, inventiva ma anche di fermezza nella difesa dei valori e delle istituzioni. Di queste nuove schiere fa parte anche Francesco che, poco più che maggiorenne, lascia la Val Resia e si arruola prima nell’Arma dei Carabinieri e poi entra a far parte della prestigiosa Guardia d’onore del Presidente della Repubblica sotto la presidenza Gronchi. Dallo stesso anno Francesco Madotto è in pianta stabile nel Gruppo Sportivo dei Corazzieri eccellendo nella corsa e nel canottaggio. Stazza imponente, come ovvio che fosse, fisico atletico e braccia da vogatore ne segnano la disciplina sportiva. Nel 1961, in occasione dei festeggiamenti dei cento anni dell’Unità d’Italia, nelle acque del Pò, fa parte dell’imbarcazione che soffia, sul filo della poca luce, la vittoria finale alla quotatissima imbarcazione di Oxford. Sono anni grandiosi per l’atleta Madotto che per un intero decennio fa parte del gruppo sportivo olimpico italiano in preparazione delle Olimpiadi Roma 1960 e Messico 1968. Nel 1969 fissa gli ormeggi per approdare allo sci nordico. Anche in questa disciplina le soddisfazioni sono tante, dominando la scena fino al 1995 con ben 15 titoli italiani di categoria. A Selva di Val Gardena, meta preferita di villeggiatura del Presidente Pertini, vanno in scena ogni anno i campionati d’Arma di sci di fondo. Non c’è pista che non abbia visto affondare nella neve soffice gli sci del maresciallo Madotto. Sempre nel 1969 ritorna all’amore adolescenziale della corsa e trova lo stesso spirito di libertà nella S.S. Lazio Atletica Leggera, culla del podismo romano d’avanguardia dal 1900. Si inscrive e ne diventa atleta.
Il maresciallo Madotto, ai piedi dello “Scalone d’onore” del Palazzo del Quirinale, passa in rassegna, con maniacale perfezionismo, il posizionamento della schierante del Reggimento dei Corazzieri che in uniforme di gran gala è pronto a rendere gli onori militari all’ospite illustre atteso a Palazzo. Poco distante nel porticato che conduce alla Porta Principale c’è il militare della guardia montante. Madotto gli si para davanti e ne omaggia la bandiera del Corpo d’Appartenenza. Qualcuno distrattamente, confuso nel brusio della marzialità del momento, è ai lati dell’antistante “Cortile d’Onore” pronto all’attraversamento quando il maresciallo Madotto, con devota deferenza, ne ricorda la laica sacralità. Mai voltare le spalle al tricolore italiano che sventola sul Torrino dell’antico corpo di fabbrica gregoriano. Il vento ne disegna le pieghe accanto alle stelle e alle strisce della bandiera americana del Presidente Jimmy Carter in visita ufficiale di Stato. Le porcellane e le Sale di rappresentanza trasudano di storia e raccontano, anche a margine delle cerimonie più importanti, di aneddoti di vita di Palazzo. Il presidente Carter è amante dello jogging e trova nel maresciallo Madotto il perfetto bodyguard. Non è il semplice addetto militare alla persona ma anche il trainer che lo segue nella corsa all’interno dei giardini del Quirinale. Il mattino seguente di nuovo insieme , ma stavolta è la salita della Pagliara a fare da sfondo alle loro ripetute di velocità. Madotto corre, corre sempre, tranne quando con serafica disciplina comanda, in qualità di Maresciallo di Palazzo, la statuaria ed inscalfibile guardia montante dei Corazzieri. Sei ore in piedi con elmo e corazza dove a correre sono solo i pensieri. Una nemesi che si frantuma alle parole del Presidente Pertini, nel giorno antecedente la finale dei Mondiali del 1982. Il maresciallo Madotto è di servizio e coglie nelle espressioni del Presidente Pertini il misto di preoccupazione e di adrenalina che precede i grandi eventi. E’ un susseguirsi di alterne sensazioni sull’imminente destino, quando il più spontaneo degli “beato Lei” del maresciallo Madotto fuga le ultime esitazioni per la trasferta madrilena. Pertini non ci pensa due volte, è un istintivo di natura, e invita per l’indomani mattina il corazziere Madotto a bordo dell’areo presidenziale con rotta su Madrid e sulla vittoria. La foto lo ritrae nel suo impeccabile tranche dietro “all’italianizzato” re di Spagna Juan Carlos che, con occhio di favore, celebra la spontanea esultanza del Presidente Pertini e le più sopite e composte emozioni del militare Madotto. Sul volo di ritorno, nell’euforia generale, siede accanto al capitano Zoff, a cui è legato da un doppio filo, l’appartenenza geografica da friulani doc, e l’altro ancora impalpabile che si materializzerà solo all’alba delle notti magiche del 1990 quando anche il SuperDino nazionale entrerà a far parte della grande famiglia della S.S. Lazio.
Ci sono date il cui significato simbolico oltrepassa ogni ragionevole spiegazione. È il 2 Giugno del 2004, la festa della Repubblica, e per il Luogotenente Madotto è anche il giorno del suo sessantacinquesimo compleanno e dell’inevitabile congedo dopo 46 anni di onorato servizio. Non può esserci commiato migliore per chi ha speso gran parte della sua vita a difesa della più alta istituzione della Repubblica. Otto presidenti e la nomina del ’93 ad “Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana” sono il suo vanto. Dopo l’autentico fiume di persone che hanno visitato nell’unico giorno possibile i Giardini del Quirinale, si stanno esaurendo gli echi della “Festa del 2 Giugno” e il rituale capannello del Reparto Sicurezza dei Corazzieri, in mesto ricordo, fa calare il sipario sull’ennesima celebrazione della Repubblica e sulla carriera più longeva di uno dei suoi più fidati servitori.
Messa a dimora l’attività lavorativa, Madotto corre ancora più forte e nel 2004 vince la maratona di New York nella categoria over 65, preludio alla superba prestazione alla maratona di Londra dell’anno seguente che lo vede nuovamente primeggiare con un tempo ancora migliore. Madotto è nella storia, un’autentica leggenda dell’Atletica leggera. Con la casacca biancoceleste della Lazio vince ogni tipo di competizione, dalla maratonina di San Tarcisio nel 2007, alla mezza maratona Roma-Ostia nel febbraio 2008 con un tempo di 1h,32min,19sec nella categoria over 69. Partecipa anche a gare a squadre come la suggestiva staffetta 24x1 alle Terme di Caracalla, una “ultrarail” della durata di un giorno intero. Seppur trasferitosi nella terra natale continua a correre per la sezione Atletica leggera della S.S. Lazio vincendo il 4 Maggio 2008 la maratona di Trieste con un crono di assoluto livello nazionale che gli valgono la migliore prestazione nazionale nella categoria dei nati nel 1939. Ma le sorprese non finiscono e il 2011, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, segna il suo ritorno in barca, per partecipare, come unico vogatore ancora in attività “dell’otto” italiano nella memorabile vittoria contro Oxford di mezzo secolo prima, ad una regata commemorativa. Il 6 Marzo 2016 agli Indoor Rowing Championship diventa campione del mondo di remoergometro, ripetendosi anche l’anno seguente. Nel settembre 2017 partecipa a Copenaghen ai campionati del mondo Outdoor di canattoggio con la squadra americana dell’ Occoquan formata da otto vogatori di otto nazionalità diverse...
E ovviamente tra una gara e l’altra Madotto corre ancora e con andatura cadenzata e passi brevi raggiunge Francesco sui pendii del Monte Canin dove la vita è tutta un sogno da realizzare e dove “il coraggio diventa più forte nel pericolo”.
Luogotenente Madotto, in congedo illimitato provvisorio...
Nei secoli fedele!!
Mastrella Matteo
Aico e Lazio Club Quirinale per Ettore
Il Lazio Club Quirinale 1900 e A.I.C.O. ancora insieme per Ettore
Dalla collaborazione tra A.I.C.O., Associazione Il Caprifoglio Onlus, e il Lazio Club Quirinale 1900 è nata una nuova idea in favore di Ettore, bomber della squadra degli Augestei F.C.
Tra le tante iniziative di solidarietà, portate avanti con mirabile entusiasmo da parte dei volontari dell'A.I.C.O, il progetto "In campo con noi" ha dato vita alla squadra degli Augustei F.C., formata perlopiù da ragazzi disabili. Lo sport e la socializzazione di gruppo sono il motore di questo progetto di inclusione che vede ragazzi diversamente abili confrontarsi nello svago e nell'attività fisica con altri ragazzi normodotati. La naturalezza, la semplicità e le ovvietà di uno sport popolare come il calcio sono la chiave per annullare le differenze e per accrescere il senso di autostima.
Il Lazio Club Quirinale nel suo debutto ufficiale incontrò gli Augustei F.C. rinsaldando con la Caprifoglio Onlus una amicizia che dura ormai da anni. Il ricordo di quell'incontro è ancora vivo e tra tutti i giocatori della loro squadra il bomber Ettore è rimasto particolarmente impresso per aver infilato la nostra porta più di una volta. Attraverso l'impegno e la persuasione dei nostri consiglieri Mario e Cesare la S.S. Lazio ha donato la maglietta ufficiale di Luis Alberto, la numero 10. Non poteva esserci miglior omaggio per Ettore che da consumato attaccante d'area di rigore potrà sfruttare gli assist di uno dei calciatori più forti d'Europa nella specialità...
Complimenti ad Ettore ... e segna sempre lui!!
Il Lazio Club Quirinale 1900 e A.I.C.O. ancora insieme
Matteo Mastrella
LCQ PER IL REPARTO DI ONCOEMATOLOGIA DEL BAMBINO GESU’
LCQ PER IL REPARTO DI ONCOEMATOLOGIA DEL BAMBINO GESU’
Sono passati almeno 25 anni da quando sono andato a teatro per vedere una rappresentazione del gruppo teatrale del Quirinale. Partecipai con la mia fidanzata che a breve divenne mia moglie.
Quanta acqua e' passata sotto i ponti!!
Poi tre settimane fa' ho visto una locandina che recitava: la compagnia "Teatranti di Montecavallo" in collaborazione con il Circolo Dipendenti Quirinale portera' in scena lo spettacolo "12 rose rosse" presso il teatro di Castel Porziano.
Il teatro di Castel Porziano, un gioiellino da 90 posti, situato all'interno della tenuta, quasi abbandonato e che ha rivisto la luce negli ultimi anni su iniziativa del nostro Lazio Club per organizzare due eventi di beneficenza meravigliosi. Forse abbiamo dato l'input ai vertici della nostra amministrazione per ristrutturarlo e aprirlo per altri eventi simili. Infatti, continua la lettura della locandina, l'intero incasso di queste rappresentazioni sara' devoluto al dipartimento di oncoematologia dell'ospedale pediatrico del Bambino Gesu'. Mi e' venuta subito la voglia di partecipare per aiutare la causa ma anche per curiosita' di rivedere qualche mio collega recitare. Poi, riflettendoci un po' sopra, ho pensato che potevamo fare di piu'; possiamo destinare il corrispettivo di spesa equivalente ai consueti regalini di natale che il nostro consiglio avrebbe destinato ai soci del club. Cosi' collaboriamo ad alzare l'incasso per il Bambin Gesu' con il quale abbiamo gia' collaborato anni fa un paio di volte. Condividendo la finalità con i miei amici presidenti e consiglieri del club abbiamo deciso di partecipare. Arrivata la sera della prima mi sentivo emozionato, ma appena entrato nel teatro, pieno per l’occasione, e vedendolo ristrutturato mi e' passato tutto. Mi e' rimasta solo la curiosita' di vedere questi amici colleghi cimentarsi sul palco. Con mio immenso stupore ho visto dei veri e propri professionisti, attori incredibili che divertendosi a recitare hanno divertito anche il pubblico presente. Tanto stupore, tante risate ma soprattutto tanti applausi per delle persone meravigliose che salgono sul palco sapendo che le loro perfomance aiutano a raccogliere dei fondi per strutture che si impegnano a migliorare le condizioni di chi e' stato meno fortunato di noi. La serata si conclude con i consueti ringraziamenti per tutti coloro che hanno fatto si che si potesse svolgere la manifestazione; per ultimo sono stato invitato sul palco per fare la nostra donazione verso questa meravigliosa iniziativa. In quel momento, confesso, un po' di emozione mi e' tornata nel parlare, ma sono stato contentissimo di rappresentare tutti i soci del nostro club, ai quali faccio un grande ringraziamento per il sostegno che ci danno sempre, e anche perche' l'assegno l'ho consegnato nelle mani del presidente del Cral Quirinale Luigi, mio amico da sempre ma soprattutto grande tifoso romanista!!!! le sue parole nel ringraziarci del bellissimo gesto mi sono entrate nel cuore e li rimarranno per sempre.
Sono sicuro che tutto il Lazio Club Quirinale non veda l'ora che arrivi il prossimo evento di beneficenza per continuare a fare del bene e per ricordare a tutti che la lazialita' e' anche un grandissimo valore morale.
Gianluca Poggi
Lazio e Lazio Club Quirinale ancora insieme
Lazio e Lazio Club Quirinale ancora insieme
Evento Lazio club Quirinale del 2/12/2019
UN’AQUILA SUL COLLE
E’ da più di un lustro che sono lì su la torre
Il punto più alto del colle che si erge sulla città
Osservo e scruto la vita del Palazzo che scorre
Regale e fiera della mia nobiltà
Ogni giorno che nasce sin dal suo primo bagliore
Rendo onore nel cortile alle illustri personalità
Rivolgo lo sguardo all’orizzonte, in direzione del mare
E poi repentina verso le montagne, delle stelle il tremolare.
Le piazze, le cupole e i campanili si odono in lontananza
E tra il broccato, le tele, gli arazzi sorge l’Idea
Non effimera di chi nella chiesa del villaggio cerca la speranza
Ma di chi, con la Lazio al centro del Palazzo, ha trovato la panacea
Al sentire sordo, al fremito sopito che nell’amor trovano la loro somiglianza
I cuori palpitanti di un’idea non rimasta eterea
Un’associazione che veste di bianco e celeste il proprio sentimento
Ormai da cinque anni è del Palazzo il vanto.
Ogni convivio mi ha visto protagonista
Tra stelle passate e quelle presenti
Della solidarietà mi sono vestita e messo le ali a chi mi ha seguita
Aguzzando la vista in tutti i miei eventi
Nei miei amici la purezza sempre scolpita
Da quell’autunno in cui eravamo solo in venti…
…Ne è passato di tempo, l’eco delle tue gesta oltrepassa il vicinale
E oggi sono in molti a dire tanti auguri al Lazio Club Quirinale
Matteo Mastrella/Flavio Salvadori